Arto Lindsay
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La provincia si fa grande, gonfia il petto e fa vedere i muscoli, come già da qualche anno a questa parte. E’ la musica a permetterlo: il grande jazz, per la precisione. La provincia musicale, che ha perso un punto di riferimento tra i festival rock – ricordate il Caivano rock festival? – ha saputo, invece, mantenere e far fiorire uno dei festival jazz più interessanti del paese. Farsi spazio tra i grandi nomi che ogni anno approdano in Italia non è facile, ma i curatori sono riusciti anche quest’anno nell’intento, senza farsi schiacciare dalle difficoltà che puntualmente attanagliano qualsiasi iniziativa musicale – e culturale in generale – al sud.
Stiamo parlando ovviamente del Pomigliano Jazz, che comincia domani 16 luglio e proseguirà fino al 18; un appuntamento fisso delle estati campane e per chinque abbia voglia di tanto buon jazz. Anche quest’anno, infatti, il pasionario di turno non sarà deluso. I nomi del festival, notevoli e vari, alternano la storia del jazz europeo e mondiale ai grossi nomi di quello italiano. Nella ricca cornice di Pomigliano d’Arco sarà, infatti, possibile ascoltare Brad Meldhau, il quartetto capitanato da Jonas Kullhammar, l’ensemble audiovisivo improWYSIWYG e l’Orchesta napoletana di jazz, diretta da Mario Raja, che quest’anno si avvarrà di un ospite d’eccezione. Oltre a Raiz, il quale più volte ha accompagnato l’ensemble, un mostro sacro di jazz e contaminazione sbarca in provincia: Arto Lindsay, un appuntamento da non servire.
E c’è anche spazio per qualche novità e improvvisazione, il che, soprattutto se si parla di jazz, è quasi dovuto. Il festival si reinventa, infatti, il festival apre una finestra di sperimentazione nell’ambito dell’elettronica e della combinazione/contaminazione di generi musicali differenti. Alla chiusura di ogni concerto sul palco centrale sarà allestito un dj-set around midnight che si ritiene farà scintille.
La chiusura dell’evento, domenica 18 luglio, vedrà una produzione inedita del Trio di Salerno che, sulle note a ritmo incalzante di piano, contrabbasso e sax anticiperà la performance del leggendario Archie Shepp, sassonofonista e cantante free-jazz americano, accompagnato dal suo variegato quartetto.
Ma il Festival non si limita alle performance dal vivo e alle collaborazioni tra artisti di calibro internazionale. Oltre al laboratorio creativo per bambini “L’arte che suona” e ai seminari di guida d’ascolto (a cura del critico musicale Pietro Mazzone e del piano man Francesco Nastro), perfetti per chi si appresta a scoprire per la prima volta le meraviglie del jazz, sarà allestita una mostra multimediale (“Cover Art ‘N Jazz” , diretta da Carmine D’Onofrio) con esposizione di vinili e copertine, proiezioni di documentari, film, concerti e quant’altro.
Ecco un’iniziativa da non perdere per chi voglia immergersi fino al collo nel fluire scalmanato della musica libera e originale per eccellenza: il jazz.
Stencil
Maggiori info qui: http://www.pomiglianojazz.com/