“Se vivo non sono morta. Quando saro’ morta non vivro’ più….e allora perché preoccuparsi”.
Cosi diceva Margherita Hack. Un’atea che come spesso capita agli atei paradossalmente non temeva la morte. Eppure il firmamento era sempre nei suoi occhi. Nata a Firenze ma una vita a Trieste prima come studentessa universitaria e poi nell’osservatorio di astrofisica dove è stata la prima donna direttrice di un osservatorio.
Eppure, non era una secchiona, da giovane sportiva, in tempi in cui lo sport non si addiceva ad una ragazza, era stata campionessa di salto in lungo e in alto.
Le stelle, una vita tra le stelle ma senza indulgere alla poesia. Un guardare il cielo per cercare risposte scentifiche rivelatrici anche della terra. Anticonformista, indipendente, una femminista senza mai dichiarare di esserlo, favorevole all’eutanasia.
Un’attenzione alle cose del mondo che la fanno essere maritata ed eterosessuale ma attenta ai diritti degli altri a cominciare dai gay, tanto che il suo impegno le frutterà il premio “personaggio gay dell’anno” ricevuto nel 2010 a Torre del Lago Puccini. Comunista da sempre sostenitrice di Vendola e di recente di Renzi, lamentando che non la fecero votare al secondo turno, malgrado che al primo non avesse votato perché impedita dalla salute ormai cagionevole.
Eletta nel 2006 nelle liste del Partito dei comunisti italiani, fini per rinunciare al seggio, temendo di non potersi più occupare delle stelle, l’impegno che la coinvolse per tutta la vita.
Una studiosa, un’astrofisica tenuta in alta considerazione in tutto il mondo, che ha avuto premi e benemerenze. Animalista, vegetariana, nemica delle centrali nucleari, un’icona di una sinistra solida nei suoi valori.
Non rinunciava a partecipare ai programmi televisivi anche molto popolari, dove rendeva divulgativa la sua sapienza, portando la scienza a materia di tutti e per tutti.
Non mostrando mai atteggiamenti di supponenza o superiorità sugli altri, comprendendo che a suo modo forniva anche i programmi culturalmente “modesti” un servisio pubblico a favore della scienza che lei raccontava senza slanci enfatici ma senza mai essere noiosa.
Dopo levi Montalcini scompare a 91 anni la Hack, che viveva sulla terra anche se guardava le stelle, viveva sulla terra senza mai dimenticare le ingiustizie che su questa terra si compiono, ricordando, bacchettando l’approssimazione culturale della politica di oggi, non rinunciando mai, nel suo toscano che non l’abbandonerà mai neanche dopo i tanti anni triestini, a qualche frecciata sulla grossolanità di Berlusconi e del suo berlusconismo.
Margherita Hack, la donna delle stelle che era sicura della vita in altre galassie, magari in mondi lontanissimi, ci mancherà.
Nicola Guarino