Conclusesi l’elezioni, con tre anni di pausa elettorale c’è il tempo perché governo e opposizione possano occuparsi delle riforme necessarie a far ripartire il nostro Paese, ormai fermo da troppo tempo. Nell’intervento di AlbertoToscano una utile comparazione Francia – Italia tra problemi del fisco e conti pubblici da controllare.
Per fortuna le elezioni regionali sono passate. Utilizzo l’espressione “per fortuna”, visto che il dibattito politico è stato talmente penoso da non suscitare la minima nostalgia. Adesso sarebbe davvero una bella cosa se si parlasse un po’ dei problemi italiani. Per esempio quello del fisco.
Contrariamente a un luogo comune, il problema dell’Italia non è quello che sono in pochi a pagare le tasse. Semmai è quello che sono in troppi a pagarle. Solo che non sono quelli giusti. Provo a spiegarmi. La metà dei nuclei famigliari francesi (spesso composti da una sola persona) non pagano tasse sul reddito. Non sono evasori. Semplicemente approfittano di una disposizione di legge che prende in conto la reale situazione delle famiglie.
In Italia un insegnante (forse dovrei mettere l’apostrofo, perché in molti casi si tratta di una donna) monoreddito con tre figli a carico paga (alla fonte) una sensibile tassa sul reddito. In Francia fa la sua brava dichiarazione e ha buone probabilità di non pagare nulla. Non solo il suo stipendio (a parità di tutti gli altri parametri) è più elevato di quello dei colleghi italiani, ma non è sottoposto alla decurtazione fiscale.
Ci sono riforme giuste e riforme sbagliate. Senza dubbio la modulazione del prelievo fiscale sulla composizione del nucleo famigliare (oltre che sull’entità del reddito) sarebbe in Italia una riforma giusta. Anzi stragiusta. Sacrosanta. Resta da capire come le entrate dello Stato potrebbero non subire conseguenze negative a seguito di quell’atto elementare di sensibilità sociale da parte dello Stato. La risposta potrebbe consistere nel far pagare le tasse a coloro che non le pagano solo perché si credono molto furbi. Una cosa è certa: in Italia la riforma fiscale puo’ essere la madre di tutte le riforme. Vedremo.
L’altro tema in discussione nell’Italia del dopo-elezioni è quello dei conti pubblici in difficoltà a seguito della lunga crisi economica. Questo vale un po’ per tutti i paesi occidentali, ormai indebitatisi fino al collo. Il caso della Francia è da questo punto di vista emblematico, visto il ritmo assai preoccupante in cui è cresciuto il suo debito pubblico negli ultimi anni. Ho una paura, che si ricollega alle considerazioni appena fatte sulla fiscalità.
Se non riusciranno a fare riforme giuste ed efficaci in materia finanziaria, i governi saranno (chi più chi meno) tentati di stemperare i loro problemi facendo leva sull’aumento dell’inflazione.
L’inflazione è la “tassa” più ingiusta e più subdola. La paghiamo quasi senza accorgerci e, quando ce ne accorgiamo, è troppo tardi per fare qualcosa. Alcune categorie riusciranno a ottenere compensazioni in termini di potere d’acquisto, ma la grande massa dei pensionati e molte categorie della popolazione attiva rischiano di rimanere con un palmo di naso, dovendo accettare la decurtazione di fatto dei loro proventi.
Ecco il bivio per l’Italia e non solo per l’Italia. Da un lato c’è oggi la possibilità (e soprattutto c’è la necessità assoluta) di scegliere la strada in salita delle riforme giuste. Dall’altro c’è la tentazione di aggirare i problemi con scelte di pura furbizia, che alla fine ricadrebbero (una volta di più) sulla parte più debole della popolazione, la cui pazienza in questi anni è già stata messa ampiamente a dura prova.
Alberto TOSCANO
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Alberto TOSCANO: journaliste et écrivain italien, d’origine piémontaise, résidant en France depuis 1986 et collaborant à divers média italiens et français.
Ancien président de l’Association de la presse étrangère en France et président du Club de la Presse européenne de Paris. Son dernier livre : “Critique amoureuse des Français”, Hachette, 2009 (disponible aussi en version poche).