La Canzone e l’epopea di Orlando, tra Aspromonte e Pirenei.

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I poemi del ciclo carolingio, che narrano le storie di Carlomagno e dei suoi paladini, in difesa della fede e dell’Europa, hanno consacrato un luogo sacro alla memoria di tutti, Roncisvalle, sui Pirenei dove Orlando muore suonando l’olifante per avvertire i suoi dell’agguato mortale di cui è stato vittima. La Canzone di Rolando (La chanson de Roland) celebra la grandiosità dell’eroismo del paladino ed intende proporne a tutti l’esempio. Ma c’è un’altra Canzone, quella d’Aspromonte, con al centro sempre Rolando, giovane questa volta, che esalta insieme il valore di Orlando e un altro luogo, l’Aspromonte. Che l’Aspromonte sia il contraltare di Roncisvalle e dei Pirenei è noto a pochi. Eppure è cosi’.

Centinaia di codici lo dimostrano, codici francesi e normanni, perchè i Normanni sono gli artefici della diffusione della Canzone e si proclamano gli eredi dei Carolingi.

L’Aspromonte è la porta a Sud dell’Europa ed i Pirenei, quella a Nord.

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A Roncisvalle si consuma la morte del paladino per eccellenza, Rolando, in Aspromonte avviene la sua investitura a cavaliere dopo il duello con il pagano Almonte che, conquistate la Sicilia e la Calabria, intende assoggettare tutta la cristianità.

Ho a lungo studiato la Canzone d’Aspromonte e soprattutto il poemetto del ‘400 in ottave, di cui ho curato un’edizione, dallo stesso titolo, affascinante perché offre un’aggiunta, la caduta di Risa (Reggio Calabria in epoca normanna).

C’è stato un nome su cui mi sono a lungo arrovellata e che per un lungo tempo è stato oggetto di ricerca e di investigazione. E’ stato quello di Verdizzotto che si trova nel retro della cinquecentina, conservata a Ferrara e che indubbiamente l’Ariosto conobbe, dato che Il Furioso prende le mosse proprio dall’Aspromonte e dalle armi li’ strappate dal paladino ad Almonte.

Verdizzotto vi viene indicato come l’autore del poemetto insieme a Bivonio.

Per ben quattrocento anni, dal sorgere della canzone, intorno al 1190 fino al 1600, fino cioè alla modernità in cui lentamente si spensero i rifacimenti della primitiva canzone, per tutto questo tempo l’Aspromonte fu sinonimo non di crudeltà, oscurità, rapimenti, ferocia e violenza, bensi’ di eroismo, nobiltà, sacrificio.

In Aspromonte convennero i paladini di Francia con in testa Carlomagno e Rolandino, anzi lì Rolando viene armato cavaliere, scopre la sua vocazione guerriera, conquista, strappandole ad Almonte, le armi, la spada Durlindana che gli sarà fida compagna, l’elmo e perfino il cavallo, Brigliadoro.

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La Canzone è da una parte un’enfance, la narrazione della formazione giovanile del paladino Orlando, dall’altra è il contrappunto dei Pirenei. Sui Pirenei Orlando muore suonando l’olifante, qui, in Aspromonte, difende la cristianità, vendica Risa-Reggio messa a ferro e fuoco e si colloca definitivamente come tutore dell’Occidente.

I Normanni, dicevamo, sono gli artefici e i promotori della Canzone. Un trovero normanno è l’autore anonimo della canzone in lasse monorime che fu cantata per la prima volta sotto gli spalti del castello di Reggio nel 1190, al passaggio dello Stretto di Messina della terza crociata.

Ma la canzone ebbe presto, come testimoniano i codici, una serie di aggiunte e di rifacimenti che ne ampliarono la fama fino al poemetto del quattrocento di cui ora conosciamo gli autori, in ottave.

In mezzo ci sono i Reali di Francia di Andrea da Barberino, nel Trecento.

Il poemetto ricava proprio dal Barberino la materia, la trasferisce in ottave e, giacché intanto si diffonde nelle corti padane, diviene l’antenato del Furioso.

L’Ariosto ricava da esso l’invenzione principe, emigrata poi in Boiardo e Tasso, della donna guerriera, il differimento costante dell’azione come era costume dei cantastorie, l’ottava.

Il territorio originario della Canzone non riguarda solo l’Aspromonte, ma si dilata all’intera Calabria, conquistata dai Normanni che comprendeva Mileto, Vibo, e aveva come suo epicentro anche Bagnara dove sorgeva un’importante abbazia suffragata da privilegi.

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Il poemetto si diffuse nelle corti padane: Firenze, Mantova, Milano, Ferrara, giacché come i Normanni avevano ereditato dai Carolingi la vocazione alle armi ed alla guerra, allo stesso modo i Signori celebravano nelle giostre la vocazione cavalleresca, esaltando modelli epici, Virgilio soprattutto

Ma veniamo ai due nomi scritti sul retro della cinquecentina ferrrarese: Bivonio e Vedizzotto come autori del poemetto ritenuto finora anonimo.

Chi erano costoro? Mi misi a cercare negli elenchi dei cantastorie. Inutilmente!

Bivonio doveva essere il soprannome del cantastorie che conosce i luoghi.

Bivona-Vibo è il luogo della residenza dei Normanni ed egli mostra di conoscere la mappa puntuale dei siti più celebri della canzone che il poemetto mantiene: la salita in Aspromonte di Namo di Baviera, la fonte presso cui muore Almonte e poi Risa-Reggio, la sua caduta, la morte per tradimento di Ruggieri, il difensore della città.

Ma Verdizzotto?

Ed ecco apparire il suo nome tra i fondatori dell’accademia senese. Tra le accademie del ‘500, quella senese si dedica soprattutto alla lingua. Il poemetto cura moltissimo la lingua come pastiche, miscuglio di elementi popolari e di altri illustri, letterari. Le invocazioni ad inizio dei canti sono esemplati su quelle virgiliane, rivolte pero’ ai Santi, alla Vergine, ai temi del cristianesimo.
La varietà del racconto è sapientemente orchestrata e c’è persino uno studio dei caratteri dei personaggi.

Verdizzotto andava producendo, nel poemetto, un documento notevole nella costruzione di una lingua letteraria comune.

Carmelina Sicari

LA CANZONE D’ASPROMONTE
Poema epico del XV secolo
Qualecultura edizioni – Jaca Book
1991 – pag. 96
Antologia con prefazione e note di Carmelina Sicari

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La Canzone d’Aspromonte

La Chanson d’Aspremont (o Canzone d’Aspromonte), scritta intorno alla prima metà del XII secolo, è una chanson de geste appartenente al ciclo carolingio, considerata tra le grandi opere della letteratura medievale di origine normanna, prologo della Canzone di Rolando (la Chanson de Roland, capostipite del genere) e dunque delle successive Orlando innamorato e Orlando Furioso.

Essa canta la storia d’amore tra Ruggieri e Gallicella e la caduta della città di Risa (Reggio Calabria in epoca normanna) in un Sud Italia invaso dai Saraceni, e la storia di Rolandino (il giovane Rolando dei successivi poemi) che proprio in Aspromonte ha la sua iniziazione di cavaliere, scopre sé stesso e la sua condizione di eroe.

Carmelina Sicari è stata finalista, proprio per gli studi linguistici ariosteschi, del premio Accademia dei Lincei.

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Carmelina Sicari
Carmelina Sicari è stata Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria. Si occupa da tempo di letteratura contemporanea e di semiotica con opere su Pirandello e sull'Ariosto. Ha collaborato a molte riviste letterarie tra cui Studium, Persona, Dialoghi… Ha all'attivo numerose pubblicazioni su La canzone d'Aspromonte, Leopardi e il Novecento letterario. Continua a sostenere nel presente il Movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice.