Neanche un anno e l’utile esperienza di Monti viene chiusa dalle frenetiche voglie del cavaliere, che vista la vittoria di Bersani nel centrosinistra si dichiara pronto a ridiscendere in campo. Tra tragedia e farsa, l’Italia si appresta a riessere ad un passo dal baratro. Già finite le primarie della destra, torna il teatrino, battete le mani!
Come era previsto, sia chiaro lo diciamo non per vanagloria ma perché era effettivamente facile da prevedere. La vittoria di Bersani ( il quale sia chiaro non ha nessuna colpa diretta nella ridiscesa in campo del cavaliere), ha ridato fiato e speranza alla destra populista di Berlusconi e anche di Grillo.
Avesse vinto Renzi con i suoi trentasei anni e il suo moderno programma di centrosinistra, staremmo a questora a parlare di altre cose. Parleremmo delle primarie del PDL, di una rinnovata voglia di partecipare alla politica, dell’assottigliamento nei sondaggi degli indecisi e degli indignati che rinunciano al voto.
Saremmo a dire di un paese che sta ritrovando la normalità, con uno spread sempre più in discesa con un debito pubblico ormai controllato, dell’avvio di politiche per la crescita economica del paese.
Staremmo ancora ridendo delle Parlamentarie dei grillini, i quali sono probabilmente bravissime persone, ma francamente trattate come burattini dal loro leader maximo, il comico genovese. Il quale fa una consultazione democratica che sembra il “Grande Fratello” dove ognuno spiega in cinque minuti il suo programma politico in approssimativi video, senza nessun confronto d’idee, ma del resto si sa per le idee basta l’accoppiata Grillo – Casaleggio, che sembrando la controfigura di John Lennon è anche utile all’immaginario televisivo dei possibili fun.
Ma siccome la politica e la storia non si fanno con i sé e con i ma, ed avendo il popolo di centrosinistra fatta la sua scelta, dobbiamo attenderci, con la ridiscesa del cavaliere, responsabilmente, tutti i catastrofici effetti sull’economia reale e sulla psicologia di un popolo già tanto provato dai sacrifici resi ormai vani dalla prossima e sicura perdita di credibilità internazionale, con il debito pubblico che tornerà a crescere di galoppo, con uno spread che già ha iniziato a balzare in avanti, con la probabile, direi certa, vendita dei titoli italiani, da parte dei tedeschi e di fatto tutti i sacrifici compiuti, per restare in Europa saranno stati vanificati.
La caduta di Monti è ormai questione di ore e fa impressione pensare a tutti gli effetti conseguenti a tanta irresponsabilità. Ci accingiamo a precipitare ancora di più in una sanguinosa, in termini politici, campagna elettorale, fatti dal caos di promesse e grida dei populisti di destra, quelli di sinistra fortunatamente non hanno più voce (si veda Di Pietro) e con il centrosinistra nell’amaro compito di dover perdere tempo a rispondere al nulla che viene da destra. Dopo un anno in cui si è parlato di fatti reali, incredibilmente avremo la scena politica rioccupata dal cavaliere per parlare del nulla.
Un colpo duro alla ripresa della normalità tanto auspicata dopo venti anni di berlusconismo. Un colpo duro a quella primavera della politica italiana. Una vittoria della malapolitica e dell’antipolitica, che poi sono la stessa cosa.
Gli effetti benefici, per quanto a costo di rudi sacrifici, della cura Monti, stanno per essere vanificati, dalla vanagloria (quella si) di Berlusconi, che incapace a farsi da parte, malgrado le richieste dei suoi parlamentari e consiglieri. E della mancanza di attributi (almeno politici) del segretario Alfano che ha speso tutta la sua credibilitrà in un ridicolo balletto di conferme e smentite delle primarie di destra. E’ chiaro che l’Italia ha dimostrato spesso di essere un paese senza memoria, ma se finito il tempo di Berlusconi, ci saranno quelli che battono le mani ad Alfano, vuol dire proprio che in Italia la dignità è ritenuto un inutile optional.
Nella logica berlusconiana, si sa, lo disse ai suoi già all’indomani della sua prima discesa in campo, quasi venti anni fa, gli italiani sono immaturi, degli eterni bamboccioni, piuttosto ignoranti e che si lasciano sedurre dalle apparenze, più che dai fatti, gente (cosi disse Berlusconi) che hanno una cultura da terza media a cui bisogna parlare come si parla ai bambini.
Aspettiamoci, quindi filipicche interminabili contro l’Europa, disastrose proposte di abolire l’IMU, l’uscita dall’Euro, la cacciata degli immigrati ed altre pazzesche proposte che creeranno solo divisioni nel paese, e una crisi tremenda economica e nei mercati internazionali. Sia chiaro tutte affermazioni roboanti quanto inutili, dato che sono inattuabili ed anacronistici, ma utili a far battere il petto all’italiano piccolo, piccolo che odia l’extracomunitario, che è sempre pronto a dare la colpa al prossimo, che non vede l’ora di un condono oppure di una piccola truffa.
Quella italietta tanto televisiva e cara al cavaliere, che piange e si lamenta, ma che studia con presunta furbizia, come sottrarre denaro all’erario.
Attendiamoci, proposte demagogiche da una persona che piuttosto che cedere ai propri interessi personali e che per sfuggire alle sue responsabilità prima penali e poi civili, morali e politiche è pronto come Nerone con Roma a far bruciare l’intero paese.
Questo cattivo frutto è conseguenza di una destra italiana che è stata incapace di riformarsi, di ritrovare la sua vocazione ad essere forza europea moderna e liberale. Con il berlusca, cadono le speranze e si torna ad una destra di nani, ballerine, veline e imbroglioni, con Ruby e Minetti, Fede e Lavitola, unadestra mangiona e volgare capaci di spartirsi tutto per conservare i propri privileggi, che azzanna la testa della pecora senza neanche toglierci la lana.
Una destra che permetterà ancora per cinque anni a Berlusconi di nominare i suoi parlamentari che rappresenteranno come in passato lui e non un paese che con l’attuale legge elettorale (il porcellum del leghista Calderoli) non puo’ avere rappresentanti scelti dagli elettori.
Una destra che vuole escludere i cittadini dalla loro prima attività che come la stessa parola ricorda è fare politica.
Una destra che non ha voluto in questi venti anni cittadini, ma spettatori plaudenti ed ignavi, che beotamente erano alla ricerca di una giustificazione per il loro capo che mentre il paese era in rovina, si dedicava al bunga, bunga, sfuggiva con leggi ad personam alle sue responsabilità penali, affossava la scuola e l’università, lasciava mano libera alla destrutturazione dell’industria italiana, ci faceva perdere ogni credibilità internazionale, faceva crollare veri pezzi di territorio, mentre vagheggiava di grandi ed inutili opere come il ponte sullo stretto di Messina.
Come se non bastasse si ridà fiato all’inutile Grillo, che avrà anche un grande risultato, ma cosa se ne farà dei voti? A Parma si stanno ancora chiedendo che se ne fa il sindaco eletto, ripeto, magari bravissima persona, ma la politica, che va praticata da tutti non è qualcosa che si puo’ improvvisare. Non è una recita a soggetto e nemmeno lo sketch di un buon comico.
Nicola Guarino
L’irresponsabile.
Non e chiuso l’episodio Monti . Avete,in Italia ,uno dei scarsi uomini di stato del momento e uno europeo della statura dei de Gasperi e Schumann, stratego e tattico in una volta .
Possiamo contare su di lui .
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L’irresponsabile.
D’accord sur beaucoup de points, sauf sur la confiance démesurée placée en Renzi, le « rottamatore », qui joue essentiellement sur son image et, lui aussi, sur cette forme de démagogie qui consiste à faire la chasse aux « vieux ». Le jeunisme ne suffit pas.
L’irresponsabile.
La prima volta è tragedia, la seconda è una farsa… Ma la sesta, che cos’è?
Quel che lascia dolorosamente attoniti, del paese Italia, non è che Berlusconi possa pensare di tornare, e poi torni, ma che molta gente possa tornare a votarlo, quanta « molta » non oso pensarlo: che anche solo si possa ipotizzare la realtà di questa possibilità mi sembra tremendo, e tremendamente vergognoso, nel senso di ciò che produce vergogna, com’è vergognoso che mentre Berlusconi era assente, come reazione sia nato un altro Berlusconi, qual è Grillo, ma un po’ più giovane, tanto da poter passare lo stretto di Messina a nuoto: cos’altro c’è di più da dire? Un’unica cosa, per quel che mi riguarda: la pancia del Paese è e resta, ahimé, almeno per buona parte, profondamente, « anarchicamente » fascista — la sola « salvezza » possibile potrà venire da una sinistra che sia effettivamente tale, con un programma veramente alternativo. Così, caro Nicola, posso capire tante cose del tuo articolo, anche se probabilmente ho una percezione molto meno « speranzosa » della realtà italiana, per via di quella « pancia » di cui ho detto e che ritengo essere una componente fondamentale della nostra storia da quasi cent’anni a questa parte, e anche di più, ma attribuire il pericoloso ritorno di Berlusconi alla mancata « vittoria di Renzi e del suo moderno programma di centrosinistra », al di là della maggiore o minore simpatia che si possa provare per lui – la tua è cresciuta, mi sembra, nel tempo – è a mio modo di vedere un colossale errore di valutazione e mi trova in radicale e attristato disaccordo.
Giuseppe Samonà
L’irresponsabile.
Rispondo anche ai gentilissimi Giuseppe e Marguerite.
In primo luogo, pur riconoscendo che la destra di pacia prende di più e non solo in Italia come diceva anche Salvemini è più facile essere individualisti che collettivi, io ho speranza per dirla alla Montanelli che gli italiani si siano finalmente, dopo venti anni vaccinati a Berlusconi. Speranza naturalmente non vuol dire certezza.
Per Renzi, ho la sensazione che molti siano rimasti colpiti più dalla forza comunicativa del sindaco di Firenze che dei suoi contenuti. E questo l’ha ammesso lo stesso competitor di Bersani.
Tuttavia leggendo il suo programma e facendo attenzione ai suoi contenuti si capisce che è un po’ più più progressista o se si vuole meno conservatore dell’eletto Bersani.
Credo che il Partito Democratico debba riflettere su chi sono i responsabili di questa crisi e su chi sono le vittime. Riflettere sulle categorie nuove di soggetti a cui bisogna parlare e che hanno bisogno di interlocutori e rappresentanti capaci di proteggerli. Una sinistra che continua a guardarsi l’ombellico e a non guardare la realtà, non potrebbe mai interpretarla e non potrebbe mai trovare le misure adatte per rendere l’Italia e l’Europa più giuste e moderne.
Renzi come Casini? Intanto, Bersani sempre e Vendola a giorni alterni sembrano pronti ad un accordo con il centro (probabilmente necessario). Renzi no. Potrebbe essere una cosa di sinistra?
In ogni caso, Renzi e Bersani sembrano, dopo le ultime provocazioni berlusconiane, più uniti che mai e questo per il centrosinistra è una buona notizia.
L’irresponsabile.
Difficilmente – per fortuna di tutti – Berlusconi vincerà le elezioni. Troppo recente è quello che il suo governo ha o non ha combinato perchè la maggioranza degli elettori se ne siano scordati. Solo che da abilissimo baro qual è costringerà Bersani (che tutto è tranne che una gran testa politica) a difendere l’impopolarissimo governo Monti, quello degli esodati, dei giovani « choosy, del posto fisso che è noioso e da ultimo (vedi sottosegretario Paolillo) della crisi dovuta al fatto che gli operai italiani sono sfaticati a differenza degli alacri lavoratori tedeschi (se contassi qualcosa lo proporrei per il Nobel dell’economia)!
1) O.K. le parlamentarie dei grillini sono pochissima cosa. Purtroppo questo pochissimo è già qualcosa in più rispetto agli altri partiti che riproporranno altri nominati col « porcellum » che – anche se dicono il contrario – in realtà piace tanto a tutti i partiti presenti in parlamento!;
2) Il debito pubblico (che – per esempio – in Giappone è il doppio di quello italiano, ma – avendo quel paese la sovranità monetaria – lì non è un gran cruccio) in tanti paesi europei (es. Gran Bretagna, Germania) si è accresciuto a dismisura per aiutare corposamente le banche in crisi nel 2008. Ora il problema è stato capovolto dal pensiero unico e la causa della crisi non si vuole più causata dal sistema finanziario internazionale (che è imploso per i mutui facili e la creazione di denaro inesistente col sistema dei « derivati ») ma dai debiti pubblici degli stati e – paradossalmente – coloro che li hanno causati vengono chiamati (vedi anche Monti) a guarire l’economia che tanto hanno contribuito a deprimere!
3) Le cure recessive di Monti stanno facendo avvitare l’Italia verso il baratro. Più tasse (ma solo ai ceti medi ed all’economia produttiva di medie e piccole imprese, le fondazioni bancarie – ma guarda un pò – sono esenti dall’IMU) = meno consumi = meno gettito fiscale = nuovo buco nei bilanci pubblici = nuove tasse e così all’infinito fino alla diffusione del pauperismo. Se per essere salvati – come tu dici – da Monti, dobbiamo essere affossati … qual è il vantaggio di essere salvati?
3) Oggi parlare bene dell’Europa è impopolare (ed il baro Berlusca lo sa molto bene). Ma perchè succede ciò? Perchè i nostri politici di sinistra confondono continuamente l’Europa, questa grande idea del manifesto di Ventotene, quella bella cosa di cui grandi statisti come De Gasperi, Adenauer e Schumann posero le fondamenta, con « questa Europa », che è quella delle burocrazie di Bruxelles e della confusione di una politica economica (quella dei tagli e del pareggio di bilancio) che può essere contingente come l’unica politica economica possibile ora ed addirittura per sempre (vedi imposizione del « fiscal compact » addirittura nelle costituzioni. Dal che si deduce che Keynes (quello della politica del « deficit spending » per uscire dalle crisi) ed i neoKeynesiani premi Nobel Krugman, Stiglitz etc. etc.) sono dei mentecatti mentre Merkel (che almeno fa gli interessi nazionali – e non europei – del suo paese), Monti, Paolillo , Fornero, Rajoi, Papademos etc. etc. sarebbero invece dei geni dell’economia!
4) il guaio è che ci sarebbe bisogno di un progetto alternativo per il quale sarebbero necessari idee e grandi statisti in grado di sostenerle e portarle al successo, e non solo nella propria nazione, ma di imporle in Europa, ed oggi mancano le une e gli altri e – pertanto – al momento non c’è via di uscita. Per cui alla fine chiunque vinca nella nostra piccola Italia è – a dispetto delle apparenze – secondario!
Gli Irresponsabili
Non ho avuto un particolare amore per il Governo Monti e le sue scelte in particolare sul lavoro e la condizione sociale.
Ciò che è sconcertante è che possa non apparire chiaro quale sia il calcolo che spinge Silvio Berlusconi a dichiarare finita l’esperienza del governo Monti, senza aprire formalmente la crisi: premere affinché le elezioni politiche siano più ravvicinate possibili, aprire da subito nei fatti la propria campagna elettorale, scegliere come terreno del confronto la presa di distanza dagli atti dell’esecutivo, che pure si sono votati, addebitandogli il peggioramento della condizione economica e sociale, la salita del debito, l’inasprimento della pressione fiscale.
Il corollario inevitabile è il tentativo di aprire un confronto elettorale tutto giocato sulla demagogia, l’antieuropeismo, il populismo dei toni e degli argomenti, unitamente ad una dose di vittimismo e di attacco vecchio stile nei confronti degli avversari. In questo modo la legislatura si avvia a concludersi esattamente come era iniziata, con una dose di irresponsabilità e di fuga dalla realtà francamente intollerabile, e riproponendo un profilo della destra berlusconiana lontana e contrapposta a tutte le esperienze dei partiti moderati e conservatori europei, e perciò causa della fragilità del sistema politico italiano, tutto particolare rispetto ai modelli delle democrazie esistenti.
Ma la responsabilità, sfortunatamente, non è solo sua. La responsabilità è della « corte dei Miracoli » che lo circonda e che ancora una volta non riesce a dare senso alla sua esistenza.
Cio che trovo stonato, caro Nicola, e me ne benevolmente rammarico, che si possa pensare che tutto ciò accade perché ha vinto Bersani e non Renzi.
Gli Irresponsabili
Noto con piacere, che le ultime mosse del cavaliere stanno animando molte coscienze e suscitando da noi come altrove dibattito, sul futuro dell’Italia e dell’Europa. Vorrei fare una piccola riflessione che è anche una risposta possibile per quanto incompleta. Intanto, vorrei tranquillizzare Stellon sul punto che Bersani ha vinto le primarie e ha vinto bene e che certamente la discesa in campo del cavaliere irresponsabile, non è frutto della vittoria di Bersani, ma di un regolamento di conti interno al PDL. Piuttosto ho detto che una vittoria di Renzi avrebbe di fatto reso ancora più impresentabile e insostenibile la candidatura di Berlusconi. Ora credo convenga al PD marciare unito verso il traguardo e non credo che Bersani non abbia capacità politiche, penso che debba circondarsi di collaboratori che segnino il rinnovamento e le sue primissime mosse mi sembrano indovinate. Insistere affinché Monti non si candidi (è fin troppo evidente che Monti ha una forza rappresentativa interna ed internazionale e di mediazione che lo rendono un futuro Presidente della Repubblica gradito a destra e a sinistra e quindi perfetto). Credo che la discesa di Berlusconi sia il colpo di coda finale di una destra che sull’onda delle primarie, quelle vere, fatte dal PD, poteva rinascere e che invece vede la sua rinascita ancora una volta abortita. Sia chiaro in una democrazia vera occorrono soggetti politici di destra e sinistra o comunque contrapposti che siano capaci di competere senza delegittimarsi continuamente. Poteva chiudersi l’anomalia berlusconiana ed invece bisogna ancora attendere. Anch’io credo per poco tempo, ma la prudenza come insegna la nostra storia non deve mai essere troppa. Per l’Europa, chi mi legge sa che sono un europeista convinto per quanto deluso dal fatto che i leader politici dei paesi componenti spesso non si siano dimostrati capaci di agire nel supremo interesse europeo. Tuttavia il nobel per la pace conferito proprio oggi, mi rallegra perché fa piazza pulita dei tanti populismi europei e italiani che operano contro quello che è ormai un obiettivo ineludibile del nostro futuro. Insomma chi si scaglia contro l’Europa chiedendone la fine politica, con tutte le critiche giuste che all’Europa vanno rivolte, è fuori dal mondo è anacronistico. Chi predica il ritorno alle monete nazionali, vuole venderci ai maggiori acquirenti in primis la Cina. Insomma è un irresponsabile come Berlusconi. Questo nobel potrà essere un utile scudo per difenderci dagli antieuropeisti e dai fautori dell’antipolitica.
Infine Monti. E’ partito bene, poi ha avuto paura di disturbare i partiti delegittimati e i parlamentari nominati, perdendo sempre più di coraggio nelle sue dolorose e inevitabili riforme, rese necessarie da oltre venti anni di paralisi economica del paese, andando a perdere di energie. Monti scelto da Napolitano, doveva fare e ha fatto il tecnico in un contesto politico che conoscete bene. Non è un caso che sia stato Berlusconi e non la sinistra a segnarne la fine. Ora bisogna votare e al più presto, Monti ha fatto bene a lasciare dimostrando ancora una volta il suo scarso attaccamento a certi privilegi politici di cui non ha bisogno. Negli ultimi tempi del resto la sua spinta si era pressocché esaurita, mancava poco alle elezioni questa improvvisa impennata berlusconiana serve solo a dramatizzare una situazione già difficile, non consentendo di arrivare serenamente all’appuntamento elettorale, un colpo a noi tutti basta guardare l’odierno indice dello spread.
L’irresponsabile.
NON E’ DETTO. LA MOSSA DI MONTI DI DIMETTERSI PUO’ APRIRE NUOVI
PROGRAMMI. IO CI SPERO. SE FACESSE UNA SUA LISTA BERSANI POTREBBE
ORGANIZZARE UNA FORTE COALIZIONE ANCHE CON MONTI E FRENEREBBE
L’AVANZATA DI QUESTI JOKERS SPAVENTOSI. MA GUARDATELI IN FACCIA!
BERLUSCA, LA RUSSA, GASPARRI, SANTANCHè: SONO MASCHERE DA COMMEDIA
DEGLI ORRORI.