Klimt ritorna a Venezia. Le sue opere nel segno della Secessione.

In occasione del 150° anniversario della sua nascita, e a un secolo dalla sua straordinaria esposizione alla Biennale del 1910, Venezia ospita nelle sale del Museo Correr in Piazza San Marco, dal 24 marzo all’8 luglio 2012, un’importante mostra dedicata all’artista viennese Gustav Klimt (1862-1918). Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento Klimt, con le sue opere innovative portò una ventata di aria nuova, più moderna, nelle forme e nelle tecniche pittoriche dell’epoca. La mostra si intitola infatti: “Gustav Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione”.

La Secessione fu quel movimento di artisti, fondato da Klimt stesso e da suo fratello Ernest, insieme ad altri 17 giovani talentuosi, tra cui pittori e architetti, come lo stesso Joseph Hoffmann (Brtnice, Rep. Ceca, 1870 – Vienna, 1956), che si distaccarono dai precedenti generi (quelli canonici studiati e ripetuti dall’Accademia di Belle Arti di Vienna) per intraprendere una “Gesamtkunstwerk”, cioè l’ideale dell’opera d’arte totale, grazie all’uso di tecniche nuove e nuovi materiali che servivano per rielaborare, in maniera originale, i temi classici.

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Joseph Hoffmann
Spilla, 1905
Modello G366, , Esecuzione Wiener Werkstätte/Eugen Pflaumer, 1911
Argento dorato, pietre semipreziose, 5,2 x 5,2 cm © Courtesy of Richard Grubman, Caroline Mortimer

Klimt fu quindi l’ispiratore di quella “Art Nouveau” (in Italia sarà lo stile “Liberty”) dove l’arte servirà come elemento espressivo di un nuovo stile, decorativo, simbolista, architettonico, che verrà recepito in tutto il mondo. Il movimento secessionista, nato quindi in una Vienna della “Bella Epoque”, ancora in pieno impero austro-ungarico, avrà una propria rivista: “Ver Sacrum”, edita dal 1898 al 1903. Ad esso aderirono nomi come George Minne, Jan Toorop, Fernand Khnopff, Koloman Moser, Otto Wagner e soprattutto l’amico di tante avventure intellettuali e progettuali, Joseph Hoffmann. Nel 1898 gli artisti della Secessione presenteranno le loro opere alla loro prima mostra; Klimt ne è il presidente, mentre Hoffmann è il curatore degli allestimenti. La seconda esposizione si inaugurerà invece nel Palazzo della Secessione, appositamente progettato dall’architetto Joseph Maria Olbrich.

La mostra veneziana è strutturata in alcune sezioni che ripercorrono la formazione artistica di Klimt e la sua adesione e la storia a di questo movimento. Nella prima sezione vi sono gli esordi di questi artisti, dove si possono ammirare alcune opere del fratello di Klimt, e di Franz Matsch. Nella seconda sezione vengono presentati una serie di importanti apparati, tra cui foto, documenti e biografie. Nella terza e quarta sezione vengono invece evidenziati due aspetti dell’arte secessionista: la figura e il paesaggio. Sono esposte alcune opere come “Medusa” di Franz von Stuck e “Lady davanti al camino” di Klimt. Le sezioni successive sono quelle in cui matura la collaborazione tra l’artista e Hoffmann: su ispirazione di una scultura di Max Klinger, Klimt crea il “Fregio di Beethoven” (1901-1902), una grande opera in pannelli dedicata al compositore tedesco che andrà a decorare “Palazzo Stoclet” a Bruxelles, un edificio commissionato da un banchiere e collezionista d’arte belga all’architetto Hoffmann. La loro unione creativa sarà uno dei momenti più alti della loro utopica visione artistica.

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Gustav Klimt
Moving Water, 1898
Olio su tela 52×65 cm
Collezione privata, courtesy Galerie St. Etienne, New York

Del loro stretto sodalizio possiamo ammirare una serie di straordinari dipinti, rari e preziosi disegni, plastici di edifici, un tavolino e due sedie progettati dall’architetto e alcuni raffinati gioielli dove simbolismo, architettura e design si fondono in opere decorative molto suggestive ed eleganti. Vi sono, inoltre, le tele, riunite insieme per la prima volta della “Giuditta I” (1901), conservata presso il museo Belvedere di Vienna, e l’opera “Salomè”, “Giuditta II” (1909), acquistata alla Biennale del 1910, per la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, presenti nella sesta sezione del percorso espositivo chiamato “Il trionfo dell’oro”. Le opere riprendono il tema biblico di “Giuditta e Oloferne” che è stato tra i più amati dai pittori di tutte le epoche. Klimt realizzerà il tema creando una bellezza femminile androgina, colma di gioielli e raffigurata su uno sfondo di citazioni archeologiche. Di intensa bellezza è anche “La coppia di amanti” (Compimento), un Fregio del 1910 realizzato per Stoclet, che ricorda la posa del famoso “Bacio” (1907-1908) non presente però in questa mostra.

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Gustav Klimt
Particolare dal Fregio di Beethoven, 1901-1902
Materiali vari

Di particolare significato è il rapporto tra Klimt e Venezia, come ha ben sottolineato il curatore della mostra, Alfred Weidinger, che ha selezionato le opere da esporre, conservate nel Museo Belevedere di Vienna. Nel 1903 Klimt farà un viaggio in Italia, in compagnia di alcuni amici e della giovane Alma Schindler, che in seguito sposerà il famoso compositore Gustav Mahler. In una delle sue tappe l’artista visiterà la città lagunare. Dopo aver visitato la basilica bizantina di San Vitale a Ravenna, a Venezia resterà fortemente impressionato dagli splendidi mosaici della chiesa di San Marco. L’oro, infatti, sarà uno dei materiali che inserirà nei propri lavori. Sempre il Museo Belvedere ha acquisito poco tempo fa “Il Girasole” (1907), olio su tela, che la mostra veneziana si onora di presentare.

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Gustav Klimt
Il Girasole, 1907
Olio su tela, 110x110cm. Collezione privata

A testimonianza di quanto fosse forte l’influenza di Klimt sulla cultura figurativa italiana dell’epoca, a completamento della mostra del Correr, dal 31 marzo all’8 luglio verranno esposti nelle sale del Museo di Ca’Pesaro due grandi cicli decorativi che esprimono bene la visionarietà degli artisti italiani dell’epoca: “Le mille e una notte” (1914) di Vittorio Zecchin (Murano 1878-1947) e “La Primavera” di Galileo Chini (Firenze 1873-1956), opera in 18 grandi tele che l’artista dipinse per decorare le pareti del salone centrale della Biennale di Venezia del 1914, concessa in prestito dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma.

L’importante rassegna veneziana, che sicuramente richiamerà numerosi appassionati, ha visto la proficua collaborazione tra Fondazione Musei Civici di Venezia, nella direzione della D.ssa Gabriella Belli e del Presidente Walter Hartsarich, e il Museo Belvedere di Vienna, che raccoglie la maggior parte delle opere di Klimt, sotto la direzione della D.ssa Agnes Husslein-Arco, in collaborazione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.

Andrea Curcione

Sito MOSTRA KLIMT http://www.mostraklimt.it/

MUVE Fondazione Musei civici Venezia http://www.visitmuve.it/

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Gustav Klimt

Giuditta I, 1901
Olio e foglia d’oro on canvas 84×42 cm. Belvedere, Vienna

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Gustav Klimt
Giuditta II (Salomé), 1909
Olio su tela 176×46 cm. Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia

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Andrea Curcione
Andrea Curcione è nato e risiede a Venezia dal 1964. Laureato in Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia, ama i libri, la scrittura, la fotografia e il disegno. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni racconti e romanzi noir di ambientazione veneziana. Si occupa soprattutto di critica cinematografica, ma per Altritaliani scrive anche di avvenimenti culturali e mostre di particolare interesse che si inaugurano nella città lagunare.