Evviva, evviva! La politica è tornata.
Contro la presunta riforma universitaria che stronca la ricerca, proponendo nuovi tagli e che avvilisce l’Università, mettendo in gara tra loro professori e studenti, riducendo a business anche lo studio, la conoscenza e la cultura, insorgono, uniti nella lotta, studenti, professori, ricercatori, famiglie. Mentre in Europa, malgrado la crisi, si difende la cultura e lo studio con nuovi investimenti, in Italia Tremonti e i suoi, sostenendo demagogicamente che con la cultura non si mangia (tesi opinabile anche nella sostanza), colpiscono pesantemente proprio questo fondamentale settore della società e del suo futuro.
©Rubinetti Violfa
La politica è tornata, perché se fino al mese scorso erano operai, agricoltori, immigrati, che per rendere visibile la loro protesta salivano sui tetti di fabbriche, monumenti, palazzi e pubblici e finanche gru come a Brescia, oggi gli studenti mutuano quella protesta in difesa dei propri diritti, occupando palazzi simbolo della cultura e storia italiana. Il Colosseo, la Torre di Pisa, la chiesa di S. Antonio di Padova, la piazza di San Marco a Venezia, la Mole Antonelliana a Torino, oltre che diversi atenei universitari. Ecco una moda che nasce dalla gente e non il solito fenomeno imposto alla gente dalla televisione. Si fa cultura anche così. Questi giovani, che scendono in piazza che a Roma si sono uniti, come negli anni d’oro dell’impegno politico, ai lavoratori, agli operai e a quelle figure nuove del lavoro come i precari, fronteggiano la polizia armati di scudi su cui sono scritti i nomi di celebri opere letterarie, i nomi di personaggi che hanno illuminato la storia, la scienza, la letteratura e l’arte italiana e mondiale.
Una forma nuova di protesta nuova.
©Rubinetti Violfa
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Un nuovo modo di esprimersi e di protestare
Purtroppo al di là della solidarietà di alcuni esponenti politici di destra e specialmente dell’opposizione, non si registra, proprio da questa, un’azione politica capace di offrire un’alternativa ad un governo che si segnala ormai solo per scandali, inefficienze e crolli (quelli di Pompei, ad esempio che ancora in queste ore continuano).
Forse, anzi quasi sicuramente la scellerata riforma Gelmini, per l’università passerà e…ahimé anche con i voti dei “finiani”… a proposito è questo il segno della discontinuità annunciata?
Ma in ogni caso per gli studenti e per la politica sarà stato un successo, il segnale che davvero l’epoca del “berlusconismo” è di fatto finita.
Spero che le forze politiche se ne accorgano ed oltre a salire sui tetti per complimentarsi con i rivoltosi sappiano anche attrezzarsi per governare questo dissenso, per coglierne le opportunità per avviare davvero quel rinnovamento di cui il Paese ha tanto bisogno.
Veleno