“Quante dita sono, Winston?”
“Quattro. Immagino che siano quattro. Ne vedrei cinque se potessi. Sto cercando di vederne cinque.”
“Che cosa preferisci, persuadermi che ne vedi cinque o vederne veramente cinque?”
“Vederne veramente cinque.”
“Ricominciamo” disse O’Brien.
(1984 di George Orwell)
Un po’ dappertutto in Italia c’è qualcuno che sembra senza memoria. Sembra ieri che, veniva liquidato il populismo. Quello berlusconiano, costretto, dallo scatto di orgoglio dei futuristi di Fini, a mercanteggiare voti in parlamento acquistando deputati come fossero giocatori del Milan. Sembra ieri che le donne dopo troppi “Bunga, bunga” veline e “Minetti” erano costrette a ribadire la loro dignità ed allora in Italia, ma anche all’estero, donne, ma anche uomini e ragazzine e ragazzini, si riunivano nelle piazze al grido di: “Se non ora quando”.
Sembra ieri che a forza di far ridere l’Europa, e di far piangere gli italiani, Berlusconi doveva scappare, incapace di fare fronte ad uno spread alto come l’Everest che stava divorando quel che restava dei pochi capitali italiani, mentre le manovre sue e di Tremonti strangolavano di tasse un paese già asfissiato da decenni di stand-by economico. Si era ad un passo dal baratro. Già il baratro, ve lo ricordate?
Sembra ieri che era archiviato anche il populismo di sinistra, quello di Di Pietro e dell’IdV (Italia dei Valori), annichilito da un “Report” televisivo che mostrava come tra la famiglia di Di Pietro e il partito non c’era grande differenza e i finanziamenti pubblici erano cosa di famiglia più che di partito e già che differenza c’era? Il partito mica era degli italiani, era di Di Pietro! Cosi la Lega di Bossi, del “Cerchio magico” e del Trota, ma queste cose ve le ricordate? Che favola! In due settimane da sballo sembro’ finito il populismo.
E’ vero restava in vita il movimento di Grillo finanche in crescita pronto ad erigersi nei metodi e nel linguaggio a vero erede del Berlusca, tanto da essere oggetto di studio dello stesso Cavaliere. Ve lo ricordate. Poi ci ha pensato lo stesso comico a strappare il sipario e a distruggere le scena tra una nuotata e una battaglia del grano (no….quella non ancora) finendo per prendersela con tutti, compresi i suoi, che inopinatamente venivano cacciati da Lui e non dal movimento per “lesa maestà” avendo parlato senza farsi orientare le antenne dal capo, peggio senza avergli chiesto il permesso. Ve lo ricordate alcuni giorni fa inneggiava a Berlinguer, ma la settimana prima corteggiava i fascisti di Casa Pound e qualche mese prima diceva che lo Stato italiano era peggiore della mafia. Le ricordate queste cose?
Vi ricordate che tutti abbiamo applaudito a Monti per averci salvato? Vi ricordate il 56% nei sondaggi a favore del professore. Vi ricordate che in meno di un anno ha fatto più di Berlusconi &co in dieci anni, malgrado i partiti gli opponessero veti ad ogni passo?
Non escludo che i sondaggi siano fasulli. Uno che compra dei parlamentari, puo’ compare anche dei sondaggisti, e del resto come spiega Orwell in “1984”, ovvero nel “Grande fratello” lui puo’ mostrarvi quattro dita e dire che sono cinque, alla fine voi sarete veramente convinti che sono cinque, peggio voi ne vedrete veramente cinque.
Tuttavia, io credo nella sua rimonta per il semplice fatto che c’è uno zoccolo duro di italiani (grosso modo un quarto della popolazione) che è convintamente berlusconiana, che vede in lui “un grande fratello” o meglio un “fratello maggiore”. Certo c’è un’Italia di malfattori, che evade le tasse, che si arricchisce in modo illecito, incolta e selvaggia, che ritiene lo sfruttamento una pratica utile e non un crimine immorale ed illegale, ma c’è un’Italia più profonda, svagata, svogliata, che confonde i “valori” con i soldi; un’Italia che fatica ad “essere” e che allora vorrebbe “apparire”, che confonde il successo non con la propria realizzazione esistenziale, ma con l’ostentazione di belle automobili, proprietà, donne da sedurre e non importa che siano, a loro volta, sedotte dai soldi e non dalle qualità estetiche, morali e/o culturali.
Un’Italia che non ama le regole, che sorride delle piccole truffe, che è indulgente con i furbi, che travisa la tragicità della commedia all’italiana. In un’Italia che fino ad oggi è stata di base destrosa, il berlusconismo, con la sua carica populista, ne costituisce l’aspetto più viscerale.
Ora, se il “Grande fratello” dice che Monti è all’origine di ogni male, tutti potrebbero ricordare che non è cosi, ma alla fine lui vi convincerà che è cosi, anzi peggio voi “sapete” che è cosi. Perché il berlusconismo non celebra il potere per imporre una sua idea del mondo, come nel libro di Orwell, esso celebra semplicemente il potere in sé e per sé.
I senza memoria sono quelli che oggi credono che abbiamo il tempo, che possiamo o potremmo tranquillamente votare per l’ingovernabilità, sostenendo partiti improvvisati che magari hanno anche nobili idee ma che non possono, nei numeri governare nulla. Eletti che staranno li’ a testimoniare con i loro no, mentre il paese torna a precipitare. Ma no a cosa? se non si potrà avere, magari grazie alla loro testimonianza nessun governo?
E allora, vedrete lo spread che ci trapana il fegato, le industrie che chiudono, i giovani che invecchiano attendendo un treno del lavoro che non passa mai, mentre sui capannoni, sui tetti dell’Università si salirà ancora per protestare, mentre l’Europa non vorrà più darci credito e la curva della disoccupazione s’impennerà ancora. Allora chiederemo a Grillo la soluzione? No, lui non c’è. Lui non è il candidato premier, lui lancia i suoi; brava gente, un po’ inesperta (a Parma ancora si chiedono come si chiama il sindaco e se ha deciso qualcosa).
Poi ci sono i senza vergogna. Quelli che ieri festeggiavano con le teste di porco, quelli che si mangiavano i nostri soldi in feste e bicchierate, quelli che ridevano dei morti e delle macerie a L’Aquila, Quelli che gridavano: “Padania!” ed oggi fanno i compromessi con Roma con la solita tecnica delle chiacchiere e distintivo. Quelli che senza ritegno fingono, negano l’evidenza,
Quelli che oggi cacciano dalle liste Dell’Utri, Cosentino, Laboccetta, Milanesi, Papa ed altri dopo averli difesi in parlamento fino all’ultimo, impedendo alla giustizia di fare il proprio corso, inventandosi le motivazioni più bislacche del mondo per non farli finire nelle patrie galere. Ora li cacciano (ma per poco, poi rientreranno e solo una partita di giro) mentre a Formigoni, governatore della pù corrotta Regione della storia lombarda, lo candidano senatore, e che dire degli avvocati di Berlusca, tutti sul nostro libro paga, che avranno il posto sicuro in parlamento. E la Minetti? Avrà un posticino, Lei che ha aiutata la “nipote” di Mubarak e a quando un cavallo senatore? Quelli che per otto anni non hanno fatto nulla per il paese se non leggi che dovevano parare il culo “moscio” ( a detta della stessa Minetti, che ne capisce) del cavaliere.
Ma senza vergoglia e memoria anche quei cittadini che sono pronti a rivotarlo.
E’ proprio vero che in Italia c’è un partito dell’illegalità e dell’irresponsabilità che è fortissimo. Del resto 120 miliardi di evasione fiscale avranno dei nomi e dei cognomi e quei 70 miliardi di corruzione annuale indicati dalla Corte dei Conti, avranno dei padri e delle madri. Quell’esercito che non rilascia fatture, che mette a nero i muratori rumeni che poi sono abbandonati morti in un angolo di strada per finti incidenti stradali, quelli che sfruttano i giovani nel perenne precariato, che gli succhiano il futuro per lucrare qualche euro in più, e i caporali, che nei campi del sud hanno ripristinato la schiavitù e quelli che vogliono tassare le prostitute, piuttosto che far emergere l’evasione fiscale. Quei “maledetti spalloni” che si caricano di argento da portare in Svizzera, ovunque, ma non in Italia, un paese che è sempre più povero e sfruttato come le prostitute da tassare.
Se non vi ricordate allora convincetevene, le dita sono cinque.
Veleno