Musica Nuda, le duo de choc composé de Petra Magoni à la voix et Ferruccio Spinetti à la contrebasse, sera en concert à Paris au Sunset le jeudi 16 décembre prochain à 20h et 22h. Du 4 décembre 2010 au 8 janvier 2011, le Sunside célèbre son 10ème anniversaire dans ses murs, au Sunset et au New Morning. Ce lieu mythique qui fait vibrer le jazz depuis 10 ans accueille pour l’occasion une programmation des plus prestigieuses.
Laissez-vous enivrer par ce voyage musical au pays de la ‘musique nue’ entre poésies et fables musicales. Leur recette ? Quelques pincées de contrebasse, une voix de cristal, une poignée de reprises mélangées à des histoires rocambolesques, un zeste d’humour, une louche de talent et une bonne dose de passion ; ce qui donne : un régal !
Offrez-vous un grand moment de musique, ce groupe est une petite merveille qu’il ne faut surtout pas rater ! En effet, leur concerts parisiens sont toujours des moments privilégiés où ils se mettent en scène souvent sur le fil, entre émotions, humour et joie du moment partagé.
Le duo de choc composé de Petra Magoni à la voix et Ferruccio Spinetti à la contrebasse forme une charmante alliance qui œuvre librement sans s’encombrer d’étiquette. Leur univers teinté de jazz mais pas seulement et qui ne ressemble à aucun autre séduit un public très large quelque soit sa langue et ses références musicales.
Il présenteront dans le cadre du festival des 10 ans du Sunside leur répertoire sensuel et intime issus de leurs trois albums ovationnés en France comme en Italie (Musica Nuda, Musica Nuda 2, 55/21).
Infos pratiques :
Entrée 25€ – réservations en cliquant ici :
Sunset – 60 rue des Lombards 75001 Paris – 01 40 26 46 60
***
Nous vous proposons, en complément d’information, l’interview réalisée par Francesco Raiola pour Altritaliani le 18 avril 2009 en collaboration avec Freakout Magazine
INTERVISTA A MUSICA NUDA
Quando consiglio ai miei amici di ascoltare Musica Nuda e spiego che è un progetto contrabbasso e voce, quasi non ci credono. Contrabbasso e voce? Sì, contrabbasso e voce, poi li ascoltano e il 90% ne rimane affascinato.
Il progetto Musica Nuda nasce 6 anni fa, quasi per caso, grazie a Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, sei anni in cui hanno partorito 5 album e un dvd.
L’ultimo concerto tenuto a Parigi ha ulteriormente confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’amore dei francesi per questo duo, che proprio alla Francia deve tanto del suo successo. Sì perché è stato Pierre Darmon della Bonsai a credere per prima in loro e a pubblicare Musica Nuda, il primo album del gruppo. Quello che propongono è appunto una musica nuda, spogliata da fronzoli e riproposta in maniera sempre originale. Riprendono pezzi pescati dai generi più vari e li ricostruiscono in chiave principalmente jazzata (“le etichette non servono a chi fa musica, servono a chi deve venderla” dice però la Magoni).
Il 7 aprile 2009 quando hanno suonato al Bataclan a Parigi è stato un successo, con la gente in piedi ad applaudire ben prima della fine del concerto, in cui avevano spaziato dalla Canzone dei vecchi amanti (riadattamento della canzone di Brel) a Bocca di Rosa (De Andrè), da Si Viaggiare (Battisti/Mogol) a The Wall (Pink Floyd), passando per La voce del silenzio di Mina a While My Guitar gently Weeps degli immancabili Beatles, più pezzi originali come Pazzo il Mondo (scritto per loro da Pacifico), La pittrice di girasoli (Cristina Donà) e altri, fino ai loro cavalli di battaglia Il cammello e il dromedario e soprattutto Guarda che luna.
Li abbiamo incontrati prima del concerto:
Partiamo dal principio, ovvero dalla casualità del vostro incontro. Come è nato il progetto Musica Nuda?
Ferruccio Spinetti: È nato su un palco 6 anni fa in una Jam Session, eravamo 4 musicisti e in quella occasione io e Petra suonavamo in contrabbasso e voce Roxanne, che poi è entrata di diritto nel nostro repertorio e ci accorgemmo di avere questo feeling artistico, così abbiamo iniziato a frequentarci dato che viviamo entrambi in Toscana. Dopo poco tempo lei doveva fare un concerto in duo con un chitarrista che si ammalò e mi chiamò proponendomi di fare questa jam session, serata, senza amplificatori, in un’enoteca vicino Massa Marittima…
Petra Magoni: Era la seconda volta che ci vedevamo.
FS: Sì, nel pomeriggio mettemo su 35 pezzi, dopo un mese entrammo in studio e registrammo Musica Nuda, il nostro primo disco, in un pomeriggio, e così con tanti sacrifici fatti da me e Petra, perché nel primo anno del progetto eravamo stesso noi a chiamare gli amici e i parenti che avevano i locali, per andare a suonare. Abbiamo iniziato a fare tantissimi kilometri e adesso eccoci qua.
Avete fatto tanti chilometri e 4 album. Spaziate tra diversi generi, però siete etichettati come jazz…
PM: … Sai, le etichette non servono a chi fa musica, servono a chi deve venderla. Per noi la definizione di quello che facciamo, sta già nel nome: Musica Nuda. Non facciamo altro che suonare le canzoni che amiamo, che poi facciano parte del repertorio del rock, piuttosto che della canzone italiana, piuttosto che della canzone francese, piuttosto che siano nostre composizioni, questo ci importa fino a un certo punto, perché nel momento in cui le suoniamo le facciamo nostre; un madrigale di Monteverdi fatto da noi due lo puoi accostare tranquillamente a un pezzo di Madonna, perché no, siamo sempre noi due e il suono è quello.
Come evolve Musica Nuda. Cosa cambia tra 55/21 e Musica Nuda 2?
PM: Beh è un percorso. MN1 è stato fatto in un pomeriggio e sull’onda dell’entusiasmo, MN2 è stato fatto sull’onda di un altro entusiasmo, quello di essere sbarcati in Francia, di avere avuto già dei piccoli successi…grandi successi in Italia, però già avevamo una certa consapevolezza dei nostri mezzi, poi c’è stata QD che è un episodio a parte e 55/21 che è stato un disco, come dire, una specie di punto e a capo…ma è un proseguimento naturale di quello che abbiamo fatto prima, dove abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi e quindi sta benissimo dove sta. Devo dire che ora come ora, con questo punto e a capo, abbiamo intenzione di pensare bene prima di fare un nuovo disco, perché di ripeterci all’infinito non ci va e quindi ci piacerebbe fare un disco con una maggioranza di pezzi nostri. Per fare questo ci sarebbe bisogno di fermarsi un attimo e scrivere e per adesso con circa 150 concerti l’anno è un po’ difficile. Non ci interessa di fare il disco per vendere, ci interessa fare un disco perchè sentiamo la necessità di farlo; quindi quando avremo questa necessità, quando avremo qualcosa da dire, la diremo senz’altro.
FS: Anche perché per noi fare questo lavoro vuol dire stare su un palco e suonare, cioè non abbiamo mai campato con l’introito dei dischi e ahimè credo che mai ci riusciremo vista la crisi che c’è, per cui noi potremmo fare un disco di cover ogni tre mesi tranquillamente: entriamo in sala attacchiamo jack e microfono e registriamo. Come diceva Petra non ne sentiamo più l’esigenza proprio artistica. In sei anni sono cambiate tante cose, si evolve, si cresce.
PM: E poi in 6 anni abbiamo fatto 5 dischi e un dvd quindi, insomma, se anche adesso ce la prendiamo comoda, per modo di dire, perché suoniamo tantissimo, comoda discograficamente, pensando a scrivere delle cose bostre, perché no.
FS: O a raccogliere degli amici e grandi autori come Pacifico non è poco.
Avete accennato alle collaborazioni che avete fatto. Anche nell’ultimo ce ne sono tante, Bollani, Pacifico, Cristina Donà…C’è un artista con cui vorreste collaborare e con cui non ci siete ancora riusciti?
FS: Stevie Wonder (ride ndr).
PM: eeeeeeeeehilààààààààààà.
FS: Boh! Finora tutti gli sfizi ce li siamo praticamente levati, compreso Sanseverino, che forse stasera ci raggiungerà sul palco (non è successo ndr).
PM: Beh abbiamo avuto ora la bellissima fortuna di aprire i concerti tedeschi di Al Jarreau ed è stata veramente una bellissima esperienza, sia lui che i suoi musicisti, grandissimi artisti, grandissime persone, e siamo stati veramente bene. Ieri sera suonava all’Olympia, ero nel pubblico, mi ha visto e mi ha fatto salire sul palco a fare un pezzo quindi…un pazzo completo! Però la cosa bella è vedere questi artisti – lui adesso ha quasi 70 anni – quindi con una grande esperienza, con una grande carriera alle spalle e ancora avere tutta questa voglia di suonare, di divertirsi e di comunicare della gioia, nel suo modo di cantare e nel suo modo di stare sul palco e questo credo sia bellissimo.
Voi avete un rapporto particolare con la Francia, dichiarato. Come nasce questo amore verso questo paese e soprattutto notate delle differenze nel pubblico. Voi siete uno dei gruppi più spendibili a livello internazionale, notate delle differenze d’accoglienza o di sensazioni?
PM: Il pubblico reagisce più o meno alllo stesso modo. Adesso abbiamo avuto anche l’opportunità di conoscere il pubblico inglese, spagnolo…è ovvio che magari il pubblico tedesco, proprio per carattere abbia più timore a lasciarsi andare. Forse la gentilezza è un po’ più degli italiani, forse per una questione di esterofilia: in Italia magari siamo più caldi…
FS: Sì poi è iniziato tutto 4 anni fa grazie a un’etichetta che si chiama Bonsai che ha creduto in questo primo disco che era Musica Nuda. Pierre Darmon che è il proprietario di questa etichetta disse proviamo a stampare mille copie, vediamo che succede. Il problema, cioè, la cosa bella, è che siamo entrarti dalla porta principale, nel senso che una radio importante, che è Radio Fip iniziò a trasmettere i nostri pezzi, oltre al fatto che il primo concerto lo facemmo addirittura a Radio Fip e aprimmo il concerto di Stefano Di Battista, quindi… e di conseguenza quella settimana vendemmo già 5000 copie, quindi è chiaro che iniziare così in una nazione è tutta un’altra cosa, rispetto a quello che abbiamo cominciato a fare in Germania, o anche in Italia, dove, come ti raccontavo prima, io e lei andavamo città per città…
PM: Porta porta.
FS: Attaccavamo anche le locandine.
Su un comunicato ho letto che la viostra musica è d’elite, ma anche popolare…
PM: Io credo che sia un progetto molto popolare, accessibile a tutti. Ai nostri concerti vengono tutti, dai bambini agli anziani, e trovano il modo o di divertirsi o di emozionarsi. È vero che è anche d’elite nel senso che chi riesce a comprendere che cosa facciamo tecnicamente o anche a livello di rappresentazione…
Penso che sia un progetto fruibile veramente su diversi livelli, quindi non è da intenditori, ma anche l’intenditore trova qualcosa da gustare.
FS: Però per me è d’elite nel momento in cui, se tu (Petra ndr) ci pensi un attimo è un gruppo formato da un contrabbasso e da una voce, oramai io e lei ci siamo abituati. Però per me è la stessa cosa se stasera andassi a vedere un concerto in bassotuba e vibrafono, a primo acchito tu diresti ‘che sta succedendo, insomma’. Forse è per questo che si riferisce all’elite, però penso che subito sfatiamo st’elite e subito facciamo il Tuca tuca e non se ne parla più.
Cosa state ascoltando ultimamente?
PM: Fabio Concato, Gaber… in Germania abbiamo ascoltato molto Gaber.
Il sito ufficiale per ascoltare e ne sapere di più !