Come dissipare la vita nella Grande bellezza di Sorrentino.

Il nuovo film di Sorrentino, “La Grande Bellezza”, unico italiano in gara per la Palma d’oro a Cannes 2013, propone un confronto tra la Roma di Fellini e quella del nuovo millennio. Un cast stellare per raccontare di una Roma fatua, televisiva, lontana dal mondo, sempre pronta a celebrare se stessa. Un segno dei tempi.

Roma : il napoletano Jep Gambardella ha appena compiuto 65 anni. In gioventù, appena trasferitosi nella capitale, aveva scritto un romanzo di grande successo, che gli ha dato notorietà. Ma non ne ha più scritto altri. Compila svogliatamente articoli per una rivista e passa le sue giornate, o meglio le sue nottate, in feste più o meno sfarzose, frequentate dalla varia umanità romana……

carlo_verdone_la_grande_bellezza_photocall-8d8b3.jpg

Paolo Sorrentino si conferma uno dei più brillanti e talentuosi registi del nostro paese. Aveva debuttato nel 2001 con ‘L’uomo in più’, che, presentato alla 58. Mostra del Cinema di Venezia e candidato a quattro Nastri d’argento, gli fece vincere il premio RAI International per la sceneggiatura. Il protagonista del film, Toni Servillo, lavora nuovamente con lui per la sua opera seconda ‘Le conseguenze dell’amore’, unico film italiano presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2004, vincitore di ben 5 David di Donatello, tra cui tre -regia, soggetto e sceneggiatura – proprio a lui, e di 4 Nastri d’argento, di cui quello per il migliore soggetto.

A Cannes presenta sia ‘L’amico di famiglia’ nel 2006, film con cui ottiene il Nastro d’argento per il miglior soggetto, che ‘Il Divo’ nel 2008, con cui vince il Premio della giuria. Manco a dirlo, Cannes spalanca ancora una volta le porte a Sorrentino, anche per questo suo ultimo film, “La Grande Bellezza” , unico film italiano del concorso principale. Un film che lascerà il segno, come i precedenti.

È impossibile non fare un inevitabile riferimento al celeberrimo “La Dolce Vita” di Federico Fellini. Per ambientazione geografica, ed antropologica. Ma i paralleli si fermano qui. Salvo il fatto che, probabilmente, per dare una rappresentazione efficace di Roma ci vuole l’occhio di un non romano. La Roma vista con l’occhio di Sorrentino non è la Roma di Fellini. C’è forse lo stesso amore.

Ma Sorrentino reinventa Roma. Nel suo massimo ed immutabile splendore architettonico. Cui fa da contraltare l’assenza si senso di una particolare classe dei suoi frequentatori. Quella che viene rappresentata impietosamente. Eppure con un affetto di fondo. Il film è indimenticabile. Per visionarietà. Per le geniali invenzioni, come la giraffa al circo Massimo, o il magico cameo di Fanny Ardant. Per i particolari raffinati, come il fazzoletto da naso di raso nero.

toni-servillo-foto-gianni-fiorito-7887871-98090.jpg

Per le metafore ardite, come il personaggio di Anita Kravos, con falce e martello disegnati sul pube, che si getta a capofitto contro un robusto pilastro degli antichi acquedotti romani ( a rappresentare una sinistra italiana autolesionista, al limite del “tafazzismo”, che riuscirebbe a perdere anche senza avversari?).

Per i momenti mistici di altissima intensità con la suor Maria che richiama madre Teresa e che oppone alla fatuità delle domande che le vengono poste , un lapidario e significativo “Io ho sposato la povertà. E la povertà non si racconta, si vive!”. Un film sullo spreco, la dissipazione di vita, di talento, di grande bellezza. Con interpreti semplicemente strepitosi. Su tutti un inarrivabile Toni Servillo, che trova con Sorrentino le sue performances più riuscite. Da non perdere.

Catello Massullo

Frasi memorabili del film :

“A questa domanda i miei amici rispondevano sempre nello stesso modo : la fessa. Io invece rispondevo : l’odore delle case dei vecchi. La domanda era : cosa ti piace di più nella vita? Ero destinato ad una diversa sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore : Jep Gambardella!”. (Toni Servillo , fuori campo).

“Suo è il verso : su con la vita, giù con la reminiscenza!”. (Toni Servillo ad Isabella Ferrari).

“Io non sono misogino, sono misantropo!

Bravo! Quando si odia , bisogna essere sommamente ambiziosi!”. (Toni Servillo e Carlo Buccirosso).

“Ma tu che lavoro fai?

Io sono ricca!

Bellissimo lavoro!”. (Toni Servillo ed Isabella Ferrari).

“La più straordinaria scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non ho più tempo da perdere a fare cose che non voglio fare!”. (Toni Servillo , fuori campo, dopo aver abbandonato il letto sul quale aveva giaciuto con Isabella Ferrari, fuggito per evitare che la stessa le facesse vedere le foto che fa).

“Volevo diventare il re dei mondani, e ci sono riuscito. Non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire!”. (Toni Servillo , fuori campo).

“Preghi per me sorella.

Non ne ha bisogno.

È perché non conosce la pressione fiscale sul mio imponibile!”. (Massimo Popolizio e suora).

“Le cose sono troppo complicate perché un singolo individuo possa comprenderle!”. (Toni Servillo a Luca Marinelli).

“Stefano ha le chiavi dei più bei palazzi di Roma.

Fa il portiere?

No, non fa il portiere. È amico delle principesse!”. (Toni Servillo e Sabrina Ferilli).

“Ad un funerale, non bisogna mai dimenticarlo, si va in scena!”. (Toni Servillo e Sabrina Ferilli).

“In questo paese, se si vuole essere presi sul serio, bisogna prendersi sul serio!”. (Carlo Verdone a Toni Servillo).

“Mi diceva : questa sera mi faccio un brodino ed una scopata.

Ma è un ossimoro!

È quello che le dicevo anche io, ma lei mi diceva che non era vero, perché erano due cose calde!”. (direttrice di rivista e Toni Servillo).

“Come mai mi hai chiamato Geppino? Sono tantissimi anni che nessuno mi chiama più così.

Perché gli amici veri, devono ogni tanto far sentire gli amici come quando erano bambini.

Si, è vero. Io con te non l’ho mai fatto.

Fortunatamente io sono 60 anni che mi sento una bambina, avendo mantenuto l’altezza del loro punto di vista!”. (Toni Servillo e la direttrice di rivista, nana).

“Signora, io ho sposato la povertà. E la povertà non si racconta, si vive!”. (Suor Maria alla direttrice di rivista).

“Perché non ha mai più scritto un libro?

Cercavo la grande bellezza, ma non l’ho trovata!”. (Suor Maria e Toni Servillo).

“Sa perché io mangio radici?

No, perché?

Perché le radici sono importanti!”. (Suor Maria e Toni Servillo).

“Finisce sempre così, con la morte. Prima però c’è stata la vita, nascosta sotto il bla, bla, bla… Altrove c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Allora che questo romanzo abbia inizio. In fondo è solo un trucco. Solo un trucco!”. (Toni Servillo , fuori campo, ad esergo finale).

Article précédentCandidata al Consiglio comunale: Il bello della cittadinanza attiva.
Article suivantTommaso Campanella nell’esilio francese
Catello Masullo
Catello Masullo, giornalista, membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani, direttore responsabile della testata giornalistica Il Parere dell'ingegnere, presidente del Cinecircolo Romano e redattore della sua testata QUI CINEMA (https://www.cinecircoloromano.it/category/qui-cinema-on-line/ ), direttore artistico del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime, Presidente della Giuria PREMIO DI CRITICA SOCIALE VENEZIA 2015-2016-2017-2018-2019 (membro della giuria nel 2014) (premio Collaterale riconosciuto dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia), membro della Quinta Commissione di Revisione Cinematografica della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in qualità di esperto di Cinema (dal 2009 al 2016).