Bruno Amoroso: Un’Europa oltre il “destino”.

Bruno Amoroso e Jesper Jespersen dell’Università danese di Roskilde, sono gli autori di: “L’Europa oltre l’euro – Le ragioni del disastro economico e la ricostruzione del progetto comunitario”, un libro che è un’accurata ricerca sulle cause della crisi in atto. Nel libro l’Europa, data per una conquista inamovibile, è come “l’inaffondabile Titanic”, ma come per il celebre transatlantico, anche il suo destino non appare roseo e le insidie sono diverse. Come evitarle e salvare non solo l’euro ma anche l’istituzione europea? I due autori propongono delle soluzioni.

«… la sovranità appartiene al popolo, come dice l’articolo 1 della Costituzione. Al popolo, non ai mercati e ai grandi interessi finanziari». A queste parole del capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini, pronunciato il 22 novembre a Montecitorio, è seguito un lungo applauso bipartisan, mentre le telecamere inquadravano il presidente del consiglio Mario Monti e il ministro Elsa Fornero: il primo aveva un’espressione disorientata, la seconda stava capo chino, forse per nascondere una fisiognomica del volto blindata.

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Se non fosse per queste parole di Franceschini e per una frase di un Napolitano, probabilmente pacificato dall’idea di un destino ineluttabile: «Per tornare a crescere si deve cedere sovranità alla Ue» si potrebbe pensare che il libro di Bruno Amoroso e Jesper Jespersen, appartenga ad un nuovo genere letterario: la fantaeconomia drammatica. A quanto pare, non è così, perché pezzi di democrazia sempre più consistenti vengono venduti alla Bce vale a dire ad una banca privata che ovviamente opera a proprio vantaggio e quindi, ovviamente, contro gli interessi dei cittadini della Ue.

In questa cornice non è possibile spiegare dettagliatamente ciò che in questo importante lavoro dei due economisti viene puntualmente esposto per avvertire di questo pericolo immanente, però si può tentare di delineare le parti più importanti del testo.

In questo volume dal titolo “L’Europa oltre l’euroLe ragioni del disastro economico e la ricostruzione del progetto comunitario” i due autori, entrambi docenti dell’Università di Roskilde in Danimarca, non danno solamente una visione obiettiva dello stato delle cose in Europa, ma vanno oltre descrivendo alcuni possibili scenari economici che possono aiutare i paesi legati tra loro dall’euro ad andare oltre questa crisi che assomiglia sempre più alla Grande depressione iniziata nel 1929 con il crollo di Wall Sreet.

Una crisi “programmata” scriveva Amoroso nel libro di Carlo Patrignani “Diversamente Ricchi”:
« … insisto, questa non è una crisi finanziaria, ma il risultato di politiche programmate per realizzare l’esproprio dei risparmi di milioni di persone, nei Paesi europei ma anche a livello mondiale. Più che di crisi si tratta di una truffa, di un esproprio organizzato dai sistemi finanziari accompagnati da misure legislative tutte funzionali a questo esproprio».

Jesper Jespersen

Il libro inizia mostrando uno scenario inquietante; basti pensare che il primo capitolo ha per titolo: Titanic Europa. All’inizio del volume Amoroso e Jespersen analizzano la nave dell’euro diretta verso la fatale collisione. Tra le molteplici ragioni che spingono i due autori a fare quest’azzardata analogia ve ne sono di molto convincenti, che a ben guardare sono costantemente sotto i nostri occhi, basta avere lenti non appannate da quella nebbia indotta dalla propaganda mediatica che l’economista scomparso Federico Caffè chiamava “allarmismo economico” : «L’attenzione si concentra esclusivamente sul deficit del bilancio e il debito estero. – scrivono gli autori – Nessuno presta attenzione al fatto che i tagli al settore pubblico sono la più sicura ricetta per l’aumento della disoccupazione e la caduta della crescita …» E su questo non ci sarebbe nulla da obiettare dato che persino il premier Monti già a settembre, di fronte ad un’ineludibile evidenza, ha ammesso che la sua azione di governo aveva portato l’Italia in recessione, aggiungendo però che tutto questo era stato “necessario”. Necessario a chi? Per che cosa? Domande vane.

Anche le domande sui problemi reali dell’euro, poste in questo libro, finora non hanno trovato risposta da parte dei politici che continuano a ballare allegramente nel salone delle feste del vascello fantasma Europa anziché avvisare i cittadini del pericolo ormai imminente : «Sono state le non risposte a questi problemi – scrivono Amoroso e Jespersen – a suggerire l’analogia tra l’atmosfera di ottimismo e di garanzia che accompagnò l’istituzione dell’euro dieci anni fa e il varo del transatlantico “inaffondabile” Titanic cento anni fa».

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In questo libro vengono enumerate le ragioni che stanno portando inesorabilmente il Titanic Europa verso la tragedia. Ragioni e moventi che erano già presenti al momento del varo della moneta unica europea. Scorrendo queste pagine ci si trova improvvisamente davanti a delle realtà che se non fossero tragiche sarebbero esilaranti: ad esempio nessuno si è accorto che le regole che valgono solo per i paesi più deboli come la Grecia, il portogallo, L’Irlanda, l’Italia, la Spagna, non valgono ad esempio per la Germania. Ed è soprattutto Frau Angela Merkel, secondo la tesi di questo libro, che ricopre il ruolo del mitico Brenno il quale di fronte ai romani, che indicavano come egli li stesse truffando sui tributi di guerra, alterando con la sua spada la “bilancia dei pagamenti”, disse la famosa frase “Guai a i vinti”; nel senso: “vi diciamo noi quello che dovete sborsare, perché voi siete i perdenti e dovete stare zitti”. In queste pagine leggiamo esterrefatti questi fatti gravissimi e tutto ciò che avremmo dovuto ascoltare dai media se i nostri giornalisti avessero fatto il loro dovere che è quello di indagare e poi scrivere la verità e non pubblicare menzogne o mezze verità copiate dalle veline passate loro dai centri del potere finanziario.

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Bruno Amoroso e Jesper Jespersen nel libro non mostrano soltanto la nave Europa che va verso la sciagura, ma anche alcuni modi per fermarla prima che sia troppo tardi. In questo articolo non si possono descrivere adeguatamente, basti però pensare che cambiare la rotta drammatica dell’economia europea si può e si deve fare senza aspettare le scialuppe di salvataggio perché in circostanze caotiche ci potrebbe essere il pericolo, già presente in Grecia, di tornare a derive populiste di estrema destra molto amate come in passato dalla plutocrazia: «A una uscita caotica e singolare dall’eurozona può contrapporsi una forma negoziata di evoluzione del progetto monetario, che porterebbe alla nascita di due zone distinte e coordinate: l’area del Nord Europa e quella del Sud Europa, che costituirebbero un duplice polo di riferimento per la cooperazione dentro aree omogenee e il rilancio di politiche di collaborazione verso le aree esterne come la Russia, l’Estremo Oriente e i Paesi mediterranei». Per fare questo, scrivono i due autori, si deve necessariamente uscire dal vassallaggio dei Paesi del Sud verso i paesi del Nord Europa – sottraendosi ai vincoli politici dell’Unione Europea che la Ce e la finanza internazionale hanno imposto al governo del Paese (l’Italia) mediante l’esproprio della democrazia nelle sue forme e nei suoi contenuti (…)»

E se qualcuno pensa “non è possibile che vi siano delle persone tanto malate da volere una catastrofe sociale di enormi proporzioni” è sufficiente rammentargli la seconda guerra mondiale voluta si da pazzi criminali ma anche da chi in quella carneficina non vedeva altro che un modo per arricchirsi ulteriormente.

Gian Carlo Zanon

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Scheda del libro

Titolo: L’Europa oltre l’euro – Le ragioni del disastro economico e la ricostruzione del progetto comunitario

Autori: Bruno Amoroso – Jesper Jespersen

Editore: Castelvecchi

Euro 16,50

Per approfondire l’argomento:

Un video youtube dove Amoroso spiega le ragioni della crisi finaziaria

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