“È di solidarietà e di compassione che c’è bisogno, amico mio: è il verso di una dolcissima ballata, “Sympathy” (dei Rire Bird), datata del 1969. Quel verso è quanto mai attuale, in un momento storico fra i più drammatici che queste generazioni abbiano mai attraversato.
Siamo stati per decenni nelle mani di speculatori, e siamo ostaggi di uomini di malaffare che hanno visto nella politica, e non solo, la perversa declinazione di una gestione comune del bene. La ottusa visione di un uomo che negli ultimi vent’anni, facendo solo i suoi affari, ha predicato di preservarci dai comunisti (e chi sarebbero: D’Alema-Fassino-Veltroni- Prodi…?), inducendoci in una ossessione che ha imbavagliato il senso dello Stato. Quel che è peggio è ci ha resi succubi di un mondo edulcorato che la televisione (non solo la sua) ha interpretato e perpetrato come un vangelo apocrifo della ricchezza. Oggi e solo oggi ci riscopriamo più poveri, grazie a questo malaffare diffuso sedato dalla politica di presunti buonisti perditempo.
I manager della distrazione di massa hanno compiuto la nefasta opera del nostro asservimento interiore. Proclamare “la stupidità dei manager sarebbe stato il primo atto di future rivolte”; lo scriveva quasi un secolo fa Llawloch. Oggi sono i “tecnici” chiamati a soppiantare la deficienza e l’incapacità di quanti si son fatti eleggere per fare il bene comune. Falliti, o come chiamarli altrimenti? Ci hanno traditi con la loro inettitudine.
E poi si è messa anche la Chiesa: alla faccia di quelle migliaia di sacerdoti che svolgono coscientemente la propria missione, il vecchio truffatore don Luigi Verzé e i suoi epigoni asserviti ci hanno derubato di beni e di ideali, tradendo lo spirito di Don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione. A quale comunione e a quale liberazione si saranno mai ispirati quei furfanti lombardi? preservati dal loro governatore regionale, quel ciellino della prima ora, tale Formigoni. Fanno parte di quella stessa chiesa che oggi non sente di compiere alcun atto di “generosità” (mettendosi magari in regola con le leggi tributarie) in questo grave momento di difficoltà economica oltre che esistenziale. No, questo atteggiamento non appartiene ai credenti e agli operatori di pace e di giustizia. I don Verzé (ma prima ancora il cardinale Marcinkus e il suo Ior) in maniera occulta hanno sottratto alla comunità miliardi di risorse che avrebbero potuto invece contribuire a migliorare economia e progresso civile, ricerca e occupazione giovanile.
Altro che “cum-patire”, altro che solidarietà umana. Li dovranno avere sulla coscienza quei giovani, oggi più che mai disperati. Ci hanno sottratto risorse al pari dei mafiosi, con la sola differenza che fra quella gente ignobile le attività criminose si sporcano di sangue.
Oggi più che mai “di compassione c’è bisogno, amico mio…”
Armando Lostaglio