Il nuovo mensile di Altritaliani dedicato all’Italia e ai suoi primi 150 anni, non vuole essere una celebrazione, ce ne sono state tante e tanto importanti. La nostra, attraverso l’interpretazione di una serie di parole ricorse in epoche diverse della nostra storia, con significati a volte divergenti, vuole proporre spunti di riflessione, ricerca ed analisi, verso un paese che come un padre (patria) è amato e odiato ma che molto ci appartiene.
L’Italia non è mai stata una entità geografica, come sosteneva con disprezzo Metternich, il plenipotenziario austriaco. L’Italia come nazione culturale ha una storia antichissima e preziosa, un tesoro che ancora oggi da credito al Belpaese nel mondo. Una cultura antica e uno Stato giovane, appena 150 anni di vita… Un’inezia rispetto a paesi come la Spagna. la Francia, l’Inghilterra solo per restare in Europa.
Di questa Italia molte parole ne hanno segnato e ne segnano la storia ufficiale e la quotidianità : Lavoro, disoccupazione, emigrazione, frontiere, resistenza, costituzione, terrorismo, mafia, crocifisso, cucina, televisione, canzone, etica, famiglia, partigiani, breccia, meridione, sbarco, referendum, repubblica, contestazione, riflusso, commedia, boom economico, nazione, braccianti, lingua e dialetto, interventismo….La lista è veramente lunga.
Con questo mensile vogliamo, alla ricerca di un sentimento comune, cercare di ripercorrere almeno in parte questa lista infinita che segna epoche, stili, mode e a volte la vita e la morte degli italiani.
Crediamo che ripercorrendo questa storia e questi pensieri, a volte lontani, si dia la possibilità di capire anche l’Italia di oggi. Se è vero che ciclicamente questo paese ripresenta i suoi pregi e i suoi difetti, la sua forza e le sue fragilità.
Un lavoro che vedrà impegnati diversi studiosi ed intellettuali cosi come “altritaliani” che sono in Italia e all’estero, affinché possano raccontarci una pagina della loro storia dell’Unità. Testimonianze che ci aiutino a ricostruire il difficile puzzle italiano che ci accingiamo a costruire.
Sarà il nostro tributo in questo (atteso) compleanno.
Un Italia che noi abbiamo come simbolo rovesciato, nulla contro il Belpaese ove il sì suona, ma proprio perché l’Italia non è un’entità geografica, ma un paese e un popolo, i cui figli sono stati “pronti alla morte” in molte occasioni, nel Risorgimento, come nelle trincee gelide della prima guerra mondiale o sugli Appennini per combattere i nazi-fascisti, nelle strade negli “anni di piombo” per combattere il terrorismo o in quelle percorse dalla mafia, o ancora nelle fabbriche e nelle campagne per difendere il diritto e la dignità del lavoro. Sappiamo che l’essere “rovesciati” simboleggia anche l’essere comunque e sempre in rivolta, nel nome di un sogno di coesione, di unità, di libertà e giustizia che pur nella contraddizione italiana resta un punto fermo in molte coscienze.
Nicola Guarino