Un viaggio di inizio Novecento tra Capri e San Pietroburgo. Un romanzo sorprendente per varietà d’argomenti e per la perizia con cui l’autore riesce a fondere storia, arte e bellezze paesaggistiche. Un libro che apparentemente racconta avvenimenti di cento anni fa e che invece, in maniera stupefacente, induce a riflettere sulla nostra contemporaneità.
In “All’ombra dell’isola azzurra” (Armando editore), Raffaele Bussi dà vita a una galleria di personaggi indimenticabili, a metà strada tra il vero e verosimile di manzoniana memoria. Ma soprattutto è una analisi lucida di come lo scoppio della rivoluzione russa abbia profondamente cambiato la storia d’Europa e del sottile filo rosso che lega Capri al mondo sovietico. L’autore, passeggiando tra guerre e rivoluzioni, indaga il contrastato rapporto tra l’intellettuale Massimo Gorkij e il capo dei bolscevichi Lenin. L’acceso dualismo portò al fallimento della scuola rivoluzionaria di Capri tanto che Lenin, bollandola come spazzatura borghese, abbatté il governo zarista e diede vita ai cosiddetti dieci giorni che sconvolsero il mondo.
Essendo un romanzo corale, l’argomento politico non è l’unico, dal momento che Bussi, con sagacia narrativa e felice mano, arricchisce il libro con altri spunti. A iniziare dalla bella storia d’amore tra il nobile russo Michail Ogranovich e Laura Petagna, figlia dell’albergatore caprese Giuseppe Petagna. E tra una pagina e l’altra il lettore viene catapultato nel magico mondo dell’isola azzurra che fa da sfondo all’intera vicenda coi suoi incantevoli paesaggi, con le chiese di grande fascino e coi locali particolari a partire dallo Zum Kater Hiddigeigei, bar anglo americano di donna Lucia Morgano.
Raffaele Bussi magnifica le tante ricchezze dell’area partenopea scadute, chi sa perché, a rango di cenerentole o tutt’al più di comprimarie.
E così, al di là di Capri, fa brillare di luce propria le Ville vesuviane del Miglio d’Oro, gli scorci paesaggistici del Golfo di Napoli, la costa sorrentina fino a diventare una terra benedetta da Dio e baciata dal sole. Insieme al fascino degli scorci della terra partenopea, l’autore magnifica le bellezze di San Pietroburgo con la sua vita sfavillante e con la passeggiata sulla Prospettiva Nevskij.
Raffaele Bussi è riuscito a saper abbinare, con delicata raffinatezza, il romanzo al racconto storico immergendolo nella storia dell’arte. Inoltre se volessimo dar vita a un gioco di rimandi letterari, nel romanzo “All’ombra dell’isola azzurra”, potremmo spaziare da Matilde Serao a Lev Tolstoj, per la sua capacità di introspezione intimista dei vari personaggi, dimostrando, inoltre, in chiave storica, che il passato si ripresenta puntuale, cambiando solo latitudine.
Bussi ci ricorda i drammi di una folla anonima che dal porto di Napoli, a inizio Novecento, partiva alla ricerca di fortuna per l’America su carrette del mare che forse non avrebbero mai toccato le coste statunitensi e nelle cui stive si nascondeva un’umanità brulicante alla ricerca di miglior vita, affidandoci la tacita riflessione di come un secolo dopo, le coordinate geografiche si siano spostate un poco più a sud, lungo un Mediterraneo diventato sepoltura di tante giovani vite.
Un romanzo da leggere che riporta con mano felice al secolo appena trascorso, dove Bussi disegna, accanto alla bella storia d’amore tra Michail e Laura, un affresco terribile e dissacrante, acclarando che appunto a Capri, e non altrove, fu deciso il destino della Russia e dell’Europa intera, funestando appunto un secolo oramai alle spalle.
Pierluigi Fiorenza
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All’ombra dell’isola azzurra
di Raffaele Bussi
Armando editore
ISBN:978-88-6992-098-1
12 €
Questo racconto narra una duplice storia che tra Capri e San Pietroburgo intreccia da un lato sentimenti e destini umani e dall’altro tensioni e intuizioni di coscienze civili convergenti verso un progetto di riscatto sociale. Al centro l’amore tra il giovane aristocratico russo Michail Ogranovich e Laura Petagna. Sullo sfondo il Novecento, quello russo soprattutto, con la Rivoluzione, le due Grandi guerre, le prigioni di Stalin, Massimo Gorkij che con la “Scuola di Capri” spacca il movimento bolscevico, proponendo una linea di ammodernamento democratico in alternativa al totale azzeramento dei poteri covato nel disegno di Lenin.
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con i più importanti quotidiani e periodici nazionali.