C’è un vento fetido che sta attraversando l’Europa. In Polonia decine di migliaia di persone sfilano per la festa dell’indipendenza e per manifestare contro gli ebrei, alzano le bandiere nazionali ed esprimono tutta la loro rabbia ultra nazionalista. In Austria il nuovo capo del governo, un giovanissimo, lancia parole di odio contro gli immigrati. In Ungheria si alzano muri e in Bulgaria si organizzano caccie all’uomo contro il “clandestino”. In Germania un partito sostanzialmente neonazista e sicuramente xenofobo diventa la terza forza in Parlamento. In Gran Bretagna, in piena crisi economica, ricompaiono i gruppi nazisti.
E in Italia non va meglio.
Tutto è cominciato questa estate, in una spiaggia del Veneto, il gestore di quel lido decora il suo stabilimento balneare con inequivocabili scritte fasciste e con tanto di immagini di Mussolini. Mandibola sporgente e pelata coperta di elmetto o di cappelli militari. Sbrigativi i motti che evocavano gli anni ruggenti del ventennio.
Il democratico Fiano inizia ad inquietarsi, invocando una legge che fosse restrittiva nei confronti di chi fa l’apologia del fascismo, con parole d’ordine antisemite, razziste, antifemministe, contro la libertà di espressione.
Molti irrisero lui e il PD, con la solita storia che non sono questi i problemi del paese. Addirittura, alla discussione alla Camera sul tema (che comunque diverrà legge) i presenti furono una ventina. La magistratura archivio’ gli esposti contro quella spiaggia e il suo gestore. Poi da allora ma anche prima, ne succederanno di cose.
A Marzabotto, città martire e medaglia d’oro per la resistenza, un certo Luppi, festeggia un gol contro la locale squadra di seconda categoria alzando il braccio nel tipico saluto e poi rivolgendosi digrignando i denti contro il pubblico si toglie la maglia mostrando con orgoglio la sua maglietta con i simboli della Repubblica Sociale. Quello stesso Luppi è oggi stato premiato, passando alla prima categorie essendo ingaggiato dal Pontedera. “E’ bravo. La politica non ci interessa” ha chiosato il presidente di quel club.
Ma non finisce qui. Ad Ostia i neo-fascisti di Casa Pound, con il sostegno della malavita locale, retta dalla famiglia Spada, conquistano ben 9000 voti, tanti in quel territorio, da anni abbandonato dalla politica e anche dall’amministrazione romana che ne ha competenza. Quei voti sono stati conquistati a colpi di pacchi di pasta, con piccoli favori e con il favore della comunità locale che se tace acconsente. Cose queste, come la predetta spiaggia, vengono utili solo per le “divertenti” copertine dei nostri talk show politici in TV, buoni solo a fare fumo e spettacolo.
Nel frattempo i tifosi della squadra di calcio della Lazio, tappezzano lo stadio Olimpico e diverse strade della capitale di adesivi raffiguranti Anna Frank con i colori degli eterni rivali della Roma. L’epiteto “ebrei” è da sempre considerato la più grave offesa da rivolgere agli odiati romanisti. Seguono frasi di circostanze della dirigenza biancoceleste, qualche rimbrotto severo in TV, una lettura di una paginetta della Frank, magari ignota ai più dei presenti e via, si torna a tirare…Goal!
A Firenze invece, si scopre che in una Caserma dei Carabinieri campeggia in bella mostra una bandiera nazista e non solo, c’è anche un fotomontaggio di Salvini della Lega armato di mitra. I carabinieri coinvolti si scuseranno dicendo che hanno passione per la storia, probabilmente anche per i fotomontaggi, visto il belluino Salvini che invece di un mestolo per il minestrone impugnava un mitra. C’è da sperare che i due carabinieri accusati questa estate dello stupro di due turiste americane a Firenze non siano della stessa Caserma.
A Como intanto, una riunione di un’associazione che lavora per l’integrazione degli immigrati viene interrotta dall’arrivo dei skinheads veneti, che circondano, in camicie nere e teste rasate il tavolo dei presenti, costringendoli ad ascoltare un loro proclama contro i nemici della patria (i poveri associati) e gli immigrati. Settimane prima lo stesso gruppo aveva fatto irruzione alla presentazione di un libro di un’autrice di origine araba. Presentazione interrotta e tanta paura. Non è un caso che gli stessi sono nemici dello Ius Soli come del resto Salvini (quello del mestolo, pardon del mitra).
Mentre il PD insorge, gridando alla pericolosa deriva fascista e proclamando proprio a Como per il 9 dicembre una manifestazione antifascista, gli altri nicchiano, si distraggono. La sinistra sinistra (quella di Grasso e D’Alema) non dice praticamente nulla e non aderisce alla manifestazione, guai a fare un favore a Renzi e soci, restano più attratti dalle mistificanti vicende della Banca Etruria e della ministra Boschi (sic). La destra Berlusconiana tace come i grillini (questione di feeling, alle ultime elezioni Grillo in persona aveva proposto, questa volta, ai neo-fascisti di Forza Nuova di confluire nei 5 Stelle), fa peggio Salvini (sempre lui), sostenendo che non c’era stata nessuna violenza, ma solo la lettura di un volantino e che in fondo si era trattata di una goliardata. Come fosse normale che l’attività politica di un’associazione possa essere interrotta ed impedita da una squadra o squadraccia di teste rasate non invitate, che ti circondano e ti costringono a sentire il loro proclama. Vorrei capire se accadesse questo in una qualunque sede della Lega, Salvini la considererebbe normale dialettica politica?
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Nelle ultime ore si è arrivati al quasi assalto, proprio di Forza Nuova, alla sede di Repubblica con lanci di fumogeni, grida e minacce contro i giornalisti e le spettanze del gruppo editoriale, da parte di una dozzina di uomini in camicia nera con le maschere e i bastoni e le inconfondibili bandiere nere.
Tutto questo ed oltre, con scritte fasciste che ricompaiono nelle strade, cimiteri ebraici profanati, socials invasi da svastiche, fasci littori, da rigurgiti nostalgici, da anacronistiche contrapposizioni fascisti vs. comunisti (comunisti chi?). Abbiamo tutti sottovalutato, è vero. Ma oggi l’allarme appare evidente e pericolosissimo in un contesto politico frammentato come il nostro, reso ancora più complicato dalla vittoria dei no al referendum costituzionale, che avrebbe garantito governabilità ad un paese cosi instabile.
Appare davvero difficile decifrare il futuro prossimo dell’Italia, che il Censis, fra gli altri, vede in chiara crescita e ormai fuori rischio default, ma che allo stesso tempo evidenzia la realtà di un paese ancora pieno di diseguaglianze e caratterizzato da un clima di diffidenza e rancore che rende complicata ogni ottimistica prospettiva per il futuro.
Le elezioni sono alle porte. Con una destra che fatica ad essere coesa restando divisa su aspetti essenziali per un progetto politico. Sospesa tra antieuropeismo ed europeismo, tra il lepenismo di Salvini e il PPE di Berlusconi che vede riproporsi il vecchio tema dei suoi conflitti d’interesse e le sue pendenze giudiziarie, dall’altro lato una sinistra incapace di rinunciare alle sue storiche tendenze suicidiarie, fratturata da scissioni, logorata da sterili polemiche e personalismi. Con la nascita di Liberi e Uguali con leader di bandiera Grasso e dove Speranza annuncia che loro daranno filo da torcere al PD, come fossero i democratici i nemici da battere e non la destra e i populisti di Grillo.
Grillo appunto, che promette di vincere ma che sa già che non governerà con il suo fido Di Maio, dal momento che questo sistema elettorale non gli consente di avere la maggioranze assoluta e continuando a sostenere che loro non si coalizzeranno mai con nessuno. E del resto non ci sono le condizioni per coalizioni coese tali da garantire anche una sola parvenza di governabilità. I grillini come dimostrano anche le loro difficoltà, in piccole e grandi amministrazioni cittadine, sanno raccogliere le paure e il rancore, spesso irrazionale, di tanta parte del popolo ma continuano a non avere un’idea di cosa e come governare.
In un contesto cosi, è davvero pericoloso guardare alle camicie brunite come fossero dei goliardi e le loro imprese non possono essere derubricate a semplici scherzi da scolari. Dietro queste aggressioni ed intimidazioni sembra esservi un piano preciso per portare il paese a nuovi arretramenti culturali, politici ed in ultima analisi sociali.
Si ritorna allora ai timori di Fiano e a quel PD che da unico “partito” sembra essere il solo ad aver colto la pericolosità del momento.
Veleno