Poco più che ventenne, avemmo modo di leggere quel Dizionario dei sentimenti di straordinaria sensibilità. L’autore è Carlo Castellaneta, che già dal cognome ci rimandava ad una meridionalità a noi cara: Castellaneta, vicino Taranto, la patria di Rodolfo Valentino. Poteva bastare per uno scrittore che del sud portava quantomeno il nome (e suo padre). Castellaneta ha segnato una riga profonda di cordialità nella lettura, semplice e generosa, con la sua quotidianità raccontata con garbo.
Gente comune e storie, racconti di personaggi e trame quasi da film, arte e strade “tra i confini di una Milano che non conosce e non ha mai conosciuto confini” scriveranno di lui. Carlo Castellaneta era nato a Milano nel febbraio del 1930, da madre milanese e padre pugliese (appunto). Primogenito di quattro fratelli, si dedica alla famiglia interrompendo gli studi al liceo classico per trovare lavoro in una galleria d’arte.
Grazie al suo talento, riesce a colpire Elio Vittorini, e nel 1958 pubblicherà il primo romanzo “Viaggio col padre”. Un successo che gli spalancherà la strada nella letteratura del secondo Novecento. Seguiranno “Una lunga rabbia” del 1961 e il romanzo che lo consacra definitivamente “Villa di delizia” (del 1965) che ha come sfondo la Milano di fine Ottocento alle prese con le rivolte e le barricate e che è poi sconvolta dal sangue e dalle cannonate di Bava Beccaris.
Castellaneta scriverà storie sempre un po’ legate alle inquietudini del tempo. In “La Paloma (del 1972) rievoca il dramma dell’anarchico Pinelli (“caduto” dalle finestre della questura di Milano dopo la strage di piazza Fontana) e in “Notti e nebbie” (1975) il protagonista è un fascista che vive gli ultimi giorni della Repubblica di Salò in un crescendo drammatico di orrori, da cui una serie televisiva diretta da Marco Tullio Giordana.
Castellaneta è uno scrittore che conserva anche uno spirito critico di attento osservatore, ottenuto dal mestiere di giornalista (lo aveva fatto al Corriere della Sera), attento alle vicende quotidiane che cambiano le giornate e in fondo la vita.
E’ anche stato direttore di “Storia Illustrata” e a Milano ha dedicato anche diversi volumi fotografici compresa una “Storia di Milano” e il “dizionario” che mette in ordine alfabetico fatti, curiosità e protagonisti della città. Castellaneta è stato anche presidente del Museo teatrale alla Scala.
E’ morto il 28 settembre all’ospedale di Palmanova, città monumentale del Friuli, a seguito di complicanze di una polmonite.
Armando Lostaglio