Per la rubrica “Un quadro per l’estate”, Barbara Cancian ci racconta come l’incontro con la “Donna con il parasole” (La femme à l’ombrelle) di Claude Monet cambiò l’estate dei suoi dodici anni. Probabilmente ne determinò il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, certamente fu un incontro premonitore.
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Il quadro che ho scelto mi riporta all’estate dei miei dodici anni. Ci eravamo da poco tempo trasferiti nella casa di famiglia, nel bel mezzo della più piatta campagna del Nord-Est italiano. Dopo la fine della scuola e le due settimane passate al mare, l’estate sembrava non finire mai. Sempre scalza, spettinata, in uno stato quasi selvatico, passavo le ore più calde a sfogliare i libri nella stanza studio.

Un pomeriggio, ho visto per la prima volta il dipinto di Monet in un vecchio libro di storia dell’arte e ne sono rimasta folgorata. Una figura femminile, vestita in un elegante abito chiaro ottocentesco e con un parasole dai riflessi verdi, si stagliava in un immenso cielo azzurro attraversato da grandi nuvole bianche. Un soffio di vento le muoveva la gonna e il foulard azzurro sembrava sfuggirle, mentre un mare di spighe dorate le vibrava attorno. Era sola, ma dritta e sicura. Non riuscivo a distinguerne i lineamenti, ma immaginavo stesse sorridendo.
Nei giorni seguenti, ho recuperato un ombrellino usato per carnevale qualche anno prima e ho iniziato a passeggiare nel giardino di casa giocando ad essere lei. Nella lunga e solitaria estate dei mei dodici anni, non ero più una ragazzina annoiata, ma una giovane donna francese a passeggio fuori città.
Non avevo idea che vent’anni più tardi avrei visto con i miei occhi quella parte di cielo e che quelle grandi nuvole bianche in movimento mi sarebbero diventate familiari.
Barbara Cancian
Claude Monet (Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 5 dicembre 1926) è stato un pittore francese, considerato uno dei fondatori dell’impressionismo francese e certamente il più coerente e prolifico del movimento. I suoi lavori si distinguono per la rappresentazione della sua immediata percezione dei soggetti, in modo particolare per quanto riguarda la paesaggistica e la pittura en plein air.
Barbara Cancian ha vissuto alcuni anni in Francia e in Spagna, oggi vive in Italia e guarda con interesse l’Estremo Oriente. Inquieta comunque e dovunque, da sempre ama le parole, per vivere fa la traduttrice tecnica. Scrive e pubblica racconti su diverse riviste, tra cui “Accoppiamenti giudiziosi” e “Rivista grado zero”.
Contatto: barbaracancian.bc[at]gmail.com
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