Resistenza. Termine che viene utilizzato in storia, ma pure in fisica, in medicina come in psicologia. Deriva dal tardo latino re-sistentia, che a sua volta riviene dal sanscrito laddove esprime l’idea di rimanere, restar fermo e saldo.
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Un ampio campo semantico, dunque, che fa quasi rima con resilienza, assai abusato in questi anni, che in fisica riguarda la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi e che, mutuato in psicologia, diventa la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
Le difficoltà gravose che questa umanità sta affrontando da oltre un paio di anni a causa della pandemia e che, dai primi mesi di quest’anno, si tinge di rosso come il sangue innocente versato soprattutto dai bambini sotto le bombe da quella invasione del XXI secolo, che si ostinano a chiamare guerra.
Resistere all’ultimo argine imposto da poteri arroganti, dettato da economie di guerra che hanno spinto l’esercito russo alla invasione della Ucraina, per scopi “denazificanti” (come li chiama la propaganda). I signori della guerra determinano i loro lauti e perniciosi affari, incuranti della sofferenza arrecata, delle lacrime di mamme e di bambini sacrificati sull’altare dell’arroganza di un potere sempre più occulto e miserabile. Resistenza contro le blandizie narcisistiche e di sopraffazione, contro un potere scellerato ed incurante dei minimi elementi di umanità.
La Resistenza italiana ci ha insegnato molto ottant’anni fa, con la ribellione partigiana al regime nazifascista. Quanto sangue innocente è costato pure allora.
Resistenza è anche il primo quadro del trittico del grande Marc Chagall, russo di origine e francese di adozione, scaturito dal dolore per i bombardamenti che subì la sua città Vitebsk (oggi in Bielorussia) durante la seconda guerra mondiale. Il Cristo sulla croce che campeggia nel quadro, è simbolo di dolore ma anche di resurrezione.
Armando Lostaglio