La parola “dialogo” riecheggia a Rue de Varenne non solo presso la sede del Governo francese finché si arriva agli accordi politici o sindacali; e non solo all’Istituto Italiano di Cultura per ricordare (per esempio com’è avvenuto con Gad Lerner o Romano Prodi recentemente) che se manca l’incontro delle culture si creano delle situazioni esplosive, ma è riecheggiata ancora una volta all’Ambasciata d’Italia dall’Ambasciatrice Castaldo.
Il dialogo è stata l’arma vincente per arrivare al Trattato del Quirinale del 2021, che ha assunto un valore pari a quello franco-tedesco di Aquisgrana del 2019 nella cooperazione tra gli Stati su diverse materie e per una politica estera ancora più comune.
Teresa Castaldo ha evocato il dialogo ospitando la sessione del 24 marzo dei periodici “Dialoghi italo-francesi per l’Europa” tra la LUISS e Sciences Po (V Edizione). Il confronto ha riunito la Vicepresidente Paola Severino e l’Accademico Marc Lazar ed è stato organizzato dallo Studio Ambrosetti. I periodici incontri hanno contribuito fin dal 2018 ad orientare ancora meglio quelle intese di cui l’UE non può fare a meno, e di cui non possono fare a meno le generazioni future, per non lasciare spazio a pericolose tensioni ed incomprensioni. La situazione attuale, con la guerra in Ucraina e il conseguente esodo di profughi, consolida dunque, ancora di più, il desiderio di arrivare ad intese come quelle raggiunte rapidamente dall’UE sul tema proprio dell’accoglienza comune degli ucraini; come del resto lo fu anche sui rimedî e le vaccinazioni per il covid, e poi sui finanziamenti comuni per i PNRR nazionali e il “next generation”; come è stata, altrettanto rapida l’intesa sulle sanzioni economiche alla Russia; ora si attende altrettanto solerzia per l’aggiornamento della difesa dell’Europa e dell’occidente.
La situazione attuale, inoltre, dà un ulteriore valore alla “Conferenza sul Futuro dell’Europa” (piattaforma creata nel 2019 ed entrata in funzione nel 2021 con le proposte dei cittadini da far pervenire all’UE) poiché i suoi temi sono: “valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza”; “cambiamento climatico e ambiente”; “salute”; “economia più forte, giustizia sociale ed occupazione”; “UE nel mondo”; “trasformazione digitale”; “democrazia europea”; “migrazione”; “istruzione, cultura, gioventù e sport”, ossia quei temi che sono stati raffreddati dalla pandemia e poi dai venti di guerra che hanno coinvolto il continente.
Severino (copresidente insieme all’Ambasciatore Nelli Feroci del Comitato Scientifico della Conferenza) ha dichiarato che la parte “democrazia” e “tutela dei diritti umani” (anche dei profughi che quantitativamente hanno reso ancora più obsoleti gli accordi di Dublino sull’accoglienza amministrativa nel Paese d’arrivo), trovandosi in cima alle risposte, sovrasta sia gli interessi individuali che la transizione energetica e la tutela dell’atmosfera, che rimangono tuttavia tra i temi di maggior rilievo. Quanto all’istruzione, ha annunciato tra l’altro la prossima creazione d’una cattedra italofrancese finanziata da BNP Paribas che si alternerà tra la LUISS e Sciences Po. Il cui Direttore Mathias Vicherat ha ricordato che l’importanza di questi dialoghi è ancora maggiore in tempi di guerra.
Gli ulteriori coordinamenti a seguito del Trattato del Quirinale esposti nei videomessaggi dal Sottosegretario per gli Affari Europei Vincenzo Amendola e dal Segretario di Stato francese responsabile degli affari europei Clément Beaune appaiono dunque come un ulteriore elemento di sviluppo della politica estera e di difesa comuni nell’UE, e di quelli della collaborazione in materia energetica a fronte delle limitazioni russe.
In proposito il Presidente dell’ENEL Michele Crisostomo ha dichiarato che proprio i diversi livelli di dipendenza sollecitano una maggiore complementarietà tra i generatori di energia di diverso genere dei diversi Stati, perché anche a questo riguardo la debolezza d’un Paese rischia di divenire quella di tutti, e perché anche in questo settore la complementarietà tra pubblico e privato deve partire dalla considerazione dei fabbisogni ai livelli locali per completare, ai vari livelli geografici, la transizione energetica con la condivisione di diverse tecniche di trasformazione.
Già nei precedenti dialoghi italofrancesi, Lazar aveva notato una riduzione, dal 2019, degli scetticismi dei francesi rispetto a quelli significativamente minori degli italiani sulla prevalenza della sovranità dell’UE su quella nazionale. Riduzione che gli è stata in parte confermata dagli interventi del collega Bruno Cautrès di Sciences Po e dall’ex Ministra Élisabeth Guigou, poiché come Cautrès ha ricordato quanto questi scetticismi fossero stati forti con solo il 51% di voti favorevoli nel referendum del 1992 d’accettazione del trattato di Maastricht, e con il 55% di voti sfavorevoli nel referendum del 2005 sulla Costituzione Europea, e come ancora questi scetticismi sono prevalsi anche a proposito della gestione accentrata a Bruxelles dei vaccini anticovid (e come siano infine prevalsi nei partiti di destra nella campagna elettorale), così Guigou ha dichiarato d’aver invece trovato recentemente, in qualità di Garante della consultazione dei cittadini sul futuro dell’Europa, una fiducia maggiore finanche nei luoghi meno prevedibile (come la sua ex circoscrizione elettorale di Seine-Saint-Denis, e nelle regioni con lo spirito più autonomistico).
Se allora nell’UE alla democrazia rappresentativa (anche con le critiche che questa inevitabilmente subisce) si affianca con questa conferenza una parte di democrazia partecipativa, e se quest’ultima dovrà coinvolgere ancora di più la “next generation”, ben vengano intanto all’interno di quest’ultima anche le associazioni italofrancesi di studenti “Marianne” alla LUISS e “La strada” a Sciences Po (battezzate appositamente nell’altra lingua), che Lazar ha preannunciato. Perché anche queste saranno un simbolo delle forze partecipative del futuro dell’Europa, dopo che i risultati della Conferenza saranno pervenuti ai Presidenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento europei, con le soddisfazioni d’una consistente partecipazione (già riscontrata nelle assemblee del 2021) in Italia, e dei più forti stimoli riscontrati da Guigou in Francia.
Lodovico Luciolli
Presentazione dell’iniziativa sul sito dell’Ambasciata d’Italia in Francia
QUINTA EDIZIONE DIALOGHI ITALO-FRANCESI PER L’EUROPA (tavola rotonda “La conferenza sul futuro dell’Europa”)
L’Ambasciatrice Teresa Castaldo ha aperto oggi (24 marzo 2022) in Ambasciata a Parigi la quinta edizione dei Dialoghi italo-francesi per l’Europa, iniziativa organizzata dal 2018 dalle Università LUISS di Roma e Sciences Po di Parigi, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, per riunire regolarmente leader francesi e italiani e discutere, in modo confidenziale e aperto, sulle questioni prioritarie per il business e per l’economia e il futuro dell’Europa.
Un videomessaggio del Sottosegretario per gli Affari Europei Vincenzo Amendola e del Segretario di Stato francese responsabile degli affari europei Clément Beaune, hanno aperto la tavola rotonda dedicata alla Conferenza sul Futuro dell’Europa: Paola Severino (Vice Presidente Luiss Guido Carli e Co-Presidente del Comitato Scientifico per il futuro dell’Europa) Elisabeth Guigou (già Ministra della Giustizia e Garante della consultazione dei cittadini sul futuro dell’Europa) Michele Crisostomo (Presidente ENEL) e Bruno Cautrès (Professore Sciences Po) hanno discusso sui principali temi presentati dai cittadini nei panel tematici e sulle modalità con le quali trasformare al termine del processo le idee e le raccomandazioni dei cittadini europei in misure e impegni concreti delle Istituzioni.
Il Sottosegretario Amendola ha evidenziato che “Italia e Francia, dentro a un quadro consolidato di cooperazione dopo la firma del Trattato del Quirinale, devono spingere per un’Europa più integrata, in cui i 27 Stati Membri si incontrino su grandi politiche, delineando un attore globale in politica estera, competitivo nelle sue capacità di ricerca e produzione industriale e forte di coesione sociale.” Il Segretario Beaune ha aggiunto come “Francia e Italia hanno sempre creduto in un’Europa potente, in un’Europa politica, in un’Europa che si integra progressivamente e che risponde alle aspettative dei cittadini”.
L’Ambasciatrice Castaldo ha sottolineato l’importanza di portare avanti iniziative di dialogo e di partecipazione popolare per alimentare un pensiero autonomo, meditato e critico che aiuti a riflettere insieme sulle sfide che l’Europa ha davanti a sé: “Il conflitto in Ucraina segnerà inevitabilmente una svolta nella storia del nostro Continente e ci costringe a interrogarci ancor più sul nostro futuro, su come rinnovare e stabilizzare l’architettura della sicurezza in Europa e garantire alle generazioni future quella pace e quella stabilità di cui abbiamo goduto per tre quarti di secolo”. Ricordando il grande apporto italiano allo svolgimento della conferenza sul futuro dell’Europa, l’Ambasciatrice Castaldo ha ricordato che “l’Europa è chiamata a prendere decisioni fondamentali a livello economico e di bilancio, a trovare risposte comuni alle migrazioni, a sviluppare una vera unità nel settore della sicurezza e della difesa per proteggere noi stessi e il nostro territorio. L’Italia e la Francia non si tirano indietro, sono pronte a giocare insieme un ruolo fondamentale”.
« Sin dal momento della sua inaugurazione, la Conferenza sul Futuro dell’Europa ha rappresentato una opportunità unica per stimolare proposte e raccogliere opinioni dei cittadini sul progetto di integrazione europea e migliorare efficacia e funzionamento delle istituzioni di Bruxelles.
Proprio negli ultimi mesi, a causa della pandemia, della crisi economica che ne è conseguita e di una sanguinosa guerra che sfiora i nostri confini, ci siamo tutti resi conto delle capacità di cui la UE dispone e del supporto e aiuto che essa può offrire ai Paesi membri: il Next Generation EU ne è la dimostrazione più evidente” – ha dichiarato Paola Severino, Vice Presidente della Luiss Guido Carli e Rappresentante dei cittadini italiani per la Conferenza sul Futuro dell’Europa, proseguendo: “Anche alla luce della attuale situazione geopolitica, è fondamentale che il dialogo, lo scambio e il dibattito sull’efficacia della Conferenza vengano alimentati con occasioni come quella dei Dialoghi Italo-francesi, con l’obiettivo di trovare insieme le soluzioni alle grandi sfide che l’Unione Europea dovrà fronteggiare nei prossimi mesi”.
Il Direttore Vicherat ha aggiunto che “In un momento in cui la guerra è alle porte dell’Europa, mi sembra che i Dialoghi, creati in tempi di pace, abbiano un ruolo molto speciale da svolgere, nello spirito dei padri fondatori dell’Europa. Più che mai, dobbiamo lavorare per un’Europa unita e solidale, basata sulla convergenza intellettuale, accademica, economica e culturale”.