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“Dammi mille baci, e poi cento,
e ancora mille, a ancora cento,
E poi, quando ne avremo raccolti
mille e millanta,
mescoliamoli tutti, e nessun
invidioso potrà portarceli via”.
(Catullo)
La casa editrice inglese Penguin pubblica una raccolta dei più bei versi d’amore della letteratura, non d’amore di lontano, per così dire stilnovista, ma d’amore sensuale.
L’assunto è che la poesia esprime meglio di qualsiasi altra forma letteraria questo tipo di amore.
E chi può misconoscere tale proposizione se si pensa a Catullo dei mille basia a Lesbia, nell’incantamento che la vicinanza della persona amata impone.
Ora Tornatore, Oscar per il cinema, scrive un libro sui baci; sono ancora i mille basia di Catullo.
Perchè a tratti l’incantamento si subisce, se ne resta prigionieri.
In un recente articolo si diceva che tutti abbiamo una Laura come Petrarca che andava di monte in monte e di colle in colle cercando un luogo di quiete senza riuscire a trovarlo perchè l’inquietudine abitava all’interno del suo cuore e proprio Petrarca, nel Canzoniere, ci consegna una poesia ad alto potenziale erotico. Chiare fresche e dolci acque, dove tutto cio’ che viene anche sfiorato dalla presenza di Laura diviene magico: erba e fiori, la gonna che diviene leggiadra, l’aria soave, tutto parla di amore, di una trasfigurazione e di un transfert potenti.
Ma l’amore è anche memoria.
Swann quando incontra Odette in Proust avverte un rigurgito della memoria, si sente di poter ricordare l’intera evoluzione dell’amore, come chi sente le prime note di una canzone e ne intona l’intero motivo.
Ma c’è anche la sintomatologia dell’Amore.
Saffo descrive uno ad uno gli indizi dell’amore, dal tremore delle membra all’afasia.
Stendhal è un vero maestro nel genere.
Non a caso i teorici dell’amore che sono indubbiamente gli stilnovisti immaginavano l’Amore come una potenza.
D’altro canto essi lo derivavano dal mondo classico dove Amore è un Dio, per di più fornito di frecce infallibili, cioè un dio che fa guerra, peggiore e più forte di Marte.
Sicché l’amore può giungere al parossismo dell’estasi così
come è espresso nell’immagine di “Eros e Psiche” del Canova e può
anche confinare con il ritmo religioso, può divenire l’estasi della
Santa Teresa del Bernini, con l’abbandono dell’essere, come in un sonno profondo.
Folla di baci, folla di personaggi, folla di personaggi dell’arte e di artisti, perchè Amor ch’a nullo amato amar perdona, come divinamente si esprime Dante nel Canto dedicato alla più celebre eroina d’amore, Francesca.
Carmelina Sicari