81. Mostra del Cinema di Venezia. Il verdetto dei Giurati e commenti sui film premiati.

Nell’articolo, le considerazioni conclusive sull’edizione 2024 del critico di cinema Andrea Curcione, da Venezia per Altritaliani.

Si è conclusa da poco l’edizione numero 81 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del Lido di Venezia con il verdetto espresso dalla Giuria presieduta dall’attrice francese Isabelle Huppert che ha assegnato il Leone d’Oro al film “The Room Next Door” del regista Pedro Almodóvar.

Almodovar Leone d'Oro

Questo è stato il primo lavoro che il regista spagnolo ha realizzato negli Stati Uniti, con dialoghi in inglese, usando due attrici molto brave nel ruolo di due amiche, Julianne Moore e Tilda Swinton. La prima è una scrittrice che crede nella forza della vita, la seconda invece è una corrispondente di guerra che ha scoperto di essere malata terminale e ha paura della sofferenza, avendo conosciuto quella delle vittime nei vari teatri del mondo. Ecco che in lei si fa strada l’idea di chiudere il sipario della vita con una pillola, acquistata illegalmente, che eviti il dolore. Il tema dell’eutanasia è molto forte, ma il regista lo sostiene in maniera delicata, nello sfondo di un luogo di montagna e di una villa moderna immersa tra i boschi e dialoghi filosofici sull’esistenza, sul cambio delle stagioni e il cadere lento della neve.
«Il film parla della possibilità di porre fine alla propria vita. Questo deve essere un diritto. Lasciare questo mondo è un diritto, non politica. I governi devono darci la possibilità di scegliere» ha dichiarato il regista nel corso del suo discorso di ringraziamento al ricevimento dell’ambito premio. Ricordiamo che Almodóvar, cinque anni fa qui a Venezia aveva ricevuto il Leone d’oro alla carriera. Un regista che ha abbandonato l’umorismo e il grottesco dei suoi primi lavori ed ora è diventato più serio, riflessivo, un po’ più pessimista, ma sempre una voce critica e importante da ascoltare.

Con soddisfazione e lungimiranza della Giuria, il Leone d’Argento è andato al film italiano “Vermiglio” di Maura Delpero. La storia, ben descritta e interpretata da attori e bambini non professionisti presi nella zona montana delle Dolomiti è ambientata sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Nel paese di Vermiglio, il solito piccolo villaggio dove tutti si conoscono, dove le stagioni cambiano ma non i lavori (per le donne accudire casa, il lavoro dentro e fuori, seguire i numerosi bambini e insegnare alle ragazzine le faccende domestiche) un giorno arriveranno due disertori, che verranno accolti nella casa del maestro locale (l’attore Tommaso Ragno). Uno di essi, un siciliano, farà amicizia con una delle figlie dell’insegnante e di lì a poco sboccerà un amore e poi un figlio. A turbare tutto sarà un imprevisto che non sveleremo. Colpisce di questo film, la forza delle donne, all’interno di una famiglia numerosa, la loro abnegazione difronte alle avversità; la vita va avanti sempre e comunque, e non ci si abbatte mai. La giovane regista bolzanina Delpero utilizza i suoi ricordi dei suoi nonni, le sue esperienze personali per realizzare un film corale, in dialetto, ricco di sentimenti, difficile da gestire per una regista con poca esperienza, ma che va dritto al cuore; una bella fotografia di luoghi di montagna innevati o estivi, danno al film un’esperienza di ampio respiro nostalgico.

Il premio alla migliore regia è andato al film “The Brutalist” dello statunitense Brady Corbet, un lavoro lungo quasi quattro ore, con il racconto di un architetto ungherese ebreo, interpretato da Adrien Brody che, esule negli Stati Uniti negli anni Cinquanta, troverà un magnate filantropo che lo aiuterà (o lo userà) per riacquistare il proprio successo professionale. Il regista, ispirandosi al romanzo di Ayn Rand e al film “La fonte meravigliosa” dimostra che tutto ha un prezzo che si paga, anche con la vita, con le frustrazioni o le insoddisfazioni personali. Anche se il film è stato girato in Vistavision, la fotografia tende molto allo sgranato e allo scuro. Vedremo se la durata del film non peserà sulla distribuzione.

Passiamo alle Coppe Volpi per le migliori interpretazioni. La giuria ha assegnato a Nicole Kidman il premio per il film “Babygirl” di Halina Reijn che però non ha potuto ritirare perché al Lido ha ricevuto la notizia che le era morta sua madre. Sebbene la Kidman sia ormai un’attrice affermata questo premio è una vera delusione a causa di un film molto debole. Il gioco di seduzione tra lei manager e un giovane stagista non convince e sebbene le fantasie erotiche di ognuno sono libere e personali, in questo film le estremizzazioni sono eccessive e troppo assurde. Valuterà il pubblico.

Altro discorso è per la Coppa Volpi per il miglior attore che è andata a Vincent Lindon nel film francese “Jouer Avec Le Feu (The Quiet Son)” delle sorelle Delphine e Muriel Coulin. Qui Lindon è un genitore vedovo con due figli: uno è composto, educato, studioso; l’altro ha amicizie tra le teste rasate e i violenti affiliati all’estrema destra. Il genitore, un uomo tranquillo e innamorato dei suoi figli, si sente impotente nell’affermare la propria autorità dinanzi alle idee radicali del figlio più inquieto. Idee che dalle parole passeranno ai fatti quando il giovane verrà istigato a compiere un omicidio. Il genitore riconoscerà le colpe del proprio fallimento come educatore; ma la legge dovrà fare il proprio corso e le responsabilità sono sempre personali e serviranno soprattutto a maturare. Un buon film, con attori convincenti e un tema forte ed attuale.

Il premio per la migliore sceneggiatura è andato al film brasiliano di Walter Salles “Ainda Estaou Aqui” sulla scomparsa di un ex deputato durante la dittatura negli anni Settanta nel paese sudamericano. Scomparsa che coinvolgerà tutta la sua famiglia; soprattutto sua moglie Eunice (l’attrice Fernanda Montenegro) che lotterà fino alla fine per ottenere la verità sul destino del marito. Un film coinvolgente, tratto da una storia vera, che vede protagonista una donna forte e coraggiosa lottare contro un regime violento. Per questo motivo l’attrice Fernanda Montenegro avrebbe meritato – più della Kidman – la coppa Volpi.

Il Premio Mastroianni al miglior attore emergente è andato al giovane Paul Kircher per il film francese “Leurs Enfants Après Eux (And Their Children After Them)” dei fratelli Ludovic e Zoran Boukherma. La storia, tratta dall’omonimo romanzo di Nicolas Mathieu del 2018, racconta nel corso di tre estati, dal 1992 al 1998, una forte rivalità tra due adolescenti (uno di essi è Kircher) figli della classe operaia di una cittadina francese, provenienti da famiglie culturalmente diverse tra loro, e del furto di una moto che porterà a dei risvolti drammatici. Solido film, purtroppo un po’ troppo lungo, con interpreti convincenti.

Il Premio Speciale della Giuria è andato al film “April” della regista georgiana Dea Kulumbegashvili. Quattro anni dopo aver vinto quattro premi principali al Festival di San Sebastian (presiedeva la Giuria Luca Guadagnino) con il suo film d’esordio “Beginning”, la trentottenne regista ha esordito alla Mostra con il suo secondo film che racconta la storia di una esperta ginecologa che viene messa sotto inchiesta dal suo ospedale per aver causato un incidente a una partoriente e inoltre per delle voci che la accusano di praticare degli aborti illegali nei villaggi a chi ne ha bisogno. Un lavoro che va per sottrazione: di dialoghi, di momenti lenti che sconfinano sul documentaristico e talvolta con inquadrature vacillanti. Un lavoro che sembra guardare più al cinema del passato che al presente.

Dei 5 film italiani in concorso e non considerati dalla Giuria giudichiamo “Campo di battaglia” di Amelio troppo freddo e rigido nella sua impostazione; “Queer” di Luca Guadagnino, quasi americano nel suo stile, a nostro parere ci ha lasciato perplessi per la sua finzione, il suo dilatare alcune scene dal breve racconto di Burroughs, e le sue assurdità nella parte finale del film ambientato nella jungla sudamericana alla ricerca di una pianta psicotropa. “Diva Futura” di Giulia Louise Steigerwalt è un’opera molto leggera, anche se ci ha fatto intenerire la candida figura di Riccardo Schicchi (interpretato da un simpatico Pietro Castellitto) dell’omonima agenzia e le sue operazioni mediatiche per lanciare le sue “star” del porno italiano; ma nulla più. Per ultimo “Iddu – L’ultimo Padrino” di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza ha raccontato in maniera grottesca la storia della Primula Rossa dei boss mafiosi: l’imprendibile Matteo Messina Denaro. Per arrivare a lui i carabinieri costringono un ex sindaco ammanigliato con la mafia (interpretato da Toni Servillo) ad avvicinarlo mettendo in mezzo parenti e amici e il figlio minorenne del boss che non ha mai potuto incontrare per via della latitanza. Un film che mescola vicende politiche, affari locali e dubbie operazioni di polizia, dove la maschera di Servillo con le sue espressioni già conosciute in altri film non si rinnova. Difficilmente il film e gli affari di “cosa nostra” avrebbero potuto interessare la Giuria. Sarebbe meglio che la prossima volta in gara ci siano meno film italiani ma con più qualità. Ci consoliamo quindi con il premio come miglior attore che è andato nella Sezione Orizzonti al giovane Francesco Gheghi nel ruolo di un figlio in “Familia” di Francesco Costabile, ispirato a una storia vera di violenze in famiglia, di un marito violento e di un parricidio.

Film stranieri importanti come “Maria” dedicato alla Callas interpretata da Angelina Jolie, o “Joker: Folie á Deux” di Todd Phillips che ha deluso le aspettative, oppure l’interessante film del regista di Singapore Yeo Siew Hua “Stranger Eyes” dai risvolti hitchcockiani non sono stati nemmeno presi in considerazione. Ci auguriamo che si rifaranno presto al botteghino.

In conclusione, la Mostra ha segnato lo stesso un successo, per numero di divi presenti sul “red carpet” e per il pubblico. Per il Direttore artistico Alberto Barbera «il premio assegnato a “Vermiglio” è un segnale incoraggiante per il nostro cinema».  Per il Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco la Mostra del Cinema è stata «Un clamoroso successo, + 12% tra biglietti e abbonamenti» grazie anche ai molti giovani che hanno affollato le sale. La madrina Sveva Alviti alla fine ha salutato tutti e ha dato appuntamento all’edizione numero 82 che si aprirà il 27 agosto 2025.

Andrea Curcione

IL SITO UFFICIALE DELLA BIENNALE CINEMA 2024

Per approfondire le tematiche dei film italiani che erano in gara alla 81. Mostra del cinema di Venezia, vi ricordiamo questo precedente articolo QUI


PREMI UFFICIALI – 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

 VENEZIA 81

Mettiamo a vostra disposizione la lista ufficiale della Biennale del Cinema con tutti i film premiati in ogni sezione. Potete scaricarla qui:

CS PREMI UFFICIALI DELLA 81 MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA…

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Andrea Curcione
Andrea Curcione è nato e risiede a Venezia dal 1964. Laureato in Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia, ama i libri, la scrittura, la fotografia e il disegno. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni racconti e romanzi noir di ambientazione veneziana. Si occupa soprattutto di critica cinematografica, ma per Altritaliani scrive anche di avvenimenti culturali e mostre di particolare interesse che si inaugurano nella città lagunare.

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