7 domande su “Nuotare via“, il nuovo libro di Carola Barbero (il Mulino, sept. 2024)

Il nuotatore guarda il suo futuro solo quando ha fatto qualche bracciata” (J.P. Azaustre).

7 domande oggi si tuffa in un libro.

Sarà l’estate, saranno le nuotate, sarà il ricordo di scogli lontani.

“Nuotare via” di Carola Barbero è un libro-pamphlet che parla del nuoto come metafora delle nostre vite.

Scogli e piscine, tuffi e nuotate a perdifiato, vasche e ultimi bagni di stagione, occhialini e cuffie, filosofi e scrittori, canzoni e dive, letteratura e cinema: il nuotare come fil rouge di una passione infinita per l’acqua.

7 capitoli, 7 titoli come bollicine colorate: un verbo, le piscine, i segreti, le preghiere, fare il morto, barchette in mezzo al mare, ultimo bagno di stagione.

È un libro che ha il colore del mare e delle piscine, il sapore del sale e il profumo del cloro.

È un libro che metti in tasca come un integratore di gioia e leggerezza.

È un libro colto ma leggero, che si beve come uno Spritz Campari.

Nuotiamo via da tutto, rifugiamoci in quel bunker di cemento in cui i colpi ad effetto della vita reale non arrivano, in cui i discorsi senza senso della gente non si sentono e, tra una bracciata e l’altra, in quello stato di solitudine eccentrica, va a finire che ci ritroviamo.”

Consigliato ai lettori di Altritaliani.

Carola Barbero, nuotatrice impetuosa, insegna Filosofia del linguaggio e Filosofia della letteratura all’Università di Torino.

7 DOMANDE A CAROLA BARBERO

1- Come le è venuta l’idea del libro. E del titolo?

Ci sono quei libri che sono frutto dell’intelligenza e del confronto con altri e quei libri che sono il risultato del silenzio e della riflessione (per usare una distinzione che troviamo nella Recherche di Proust).
Ebbene, questo è sicuramente un libro del secondo tipo.
In un certo senso è stato pensato nuotando una vasca dopo l’altra.
Il titolo è molto personale (e stranamente è piaciuto anche all’editore): quando mi sento in difficoltà, quando voglio scappare da una certa situazione che mi mette a disagio, non penso mai a darmela a gambe, ma sempre a come sarebbe bello nuotare via il più veloce possibile (e magari in apnea, così nessuno se ne accorge).

2- Una filosofa che scrive un libro sul nuoto. Come mai?

Perché anche i filosofi, quando dismettono i panni dello studioso e del professore, quando posano gli occhiali, chiudono libri e computer, si ritrovano con il fiato corto e gli occhi stanchi e sentono impellente il bisogno di ritrovarsi, in qualche modo.
E io mi ritrovo tuffandomi nel mio riflesso per sciogliere l’anima nel corpo al ritmo delle bracciate.
Così riesco a ritrovare il baricentro e ad acquisire la giusta prospettiva sulle cose del mondo.

3- L’ultimo bagno di stagione …

Ogni mia nuotata la vivo come se fosse l’ultimo bagno di stagione. D’altra parte, prima o poi accadrà che quel mio bagno sarà l’ultimo. Pertanto meglio nuotare gustandosi ogni istante, dal tuffo all’ultima bracciata, per non perdere nulla di quel piacere liquido purissimo.

4- È davvero possibile mettere tra parentesi il mondo quando si è immersi in acqua?

Sì, perché in acqua non possiamo portare altro che noi stessi. Nemmeno il telefono (per fortuna) ci può seguire.
E a forza di contare le vasche una bracciata dopo l’altra si dimentica il qui e ora frastornato della terraferma e si ritrova un io più leggero e autentico, con tanto di cuffia e occhialini.

5- Lei paragona la ripetitività del nuotare a quello del pregare. Quali i punti in comune?

In entrambe le attività serve spirito, costanza, ritmo e devozione totale.
Non son cose per tutti.
E queste maratone dell’anima si fanno per raggiungere sempre la stessa mèta, in fondo.

6- Meglio Gregorio Paltrinieri o Martin Heidegger?

Dipende quale Paltrinieri e quale Heidegger.
Il Paltrinieri che vince la medaglia d’oro nei 1500 metri stile libero alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, sfiorando il record mondiale è da togliere il fiato.
Anche Heidegger di Essere e Tempo non scherza, ma più che togliere il fiato fa venire la tachicardia con la temporalità che è il senso dell’Esserci.

7- E dopo l’ultima vasca?

Dopo l’ultima vasca si smette di contare e si continua a nuotare così, per premio.
Senza nessuna fretta (ma proprio nessuna) di tornare con i piedi per terra.

Di Eraldo Mussa, da Torino

IL LIBRO:
Carola Barbero, Nuotare via. Dalle vasche a perdifiato all’ultimo bagno di stagione, Bologna, il Mulino, pp. 136, 12€ (e-book € 8,49). In libreria dal 13/09/2024, oppure si può acquistare on-line.

Presentatione sul sito dell’editore: https://mulino.it/isbn/9788815390387

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Eraldo Mussa
Torinese, cresciuto in Liguria al confine con la Francia, forse per questo mi sono sempre sentito un “altro italiano”. Laureato in Lettere, giornalista, rallysta e pubblicitario nella vita professionale. “Se unisco i punti della mia vita, le automobili sono state il mio fil rouge.” Contatto: eralmussa(at)gmail.com

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