Il mondo di Philippe Forest

Al Festivaletteratura di Mantova Philippe Forest ha portato un contributo particolarmente importante ed attuale. Ha parlato di scrittura, autobiografia, filosofia, vita e arte e de “Il gatto di Schrödinger” nell’ambito d’un incontro dedicato al romanzo filosofico.

Come si sa, lo scrittore francese, docente di Letterature comparate all’Università di Nantes, ha cominciato a occuparsi di letteratura a livello scientifico dalla morte della sua bambina Pauline. E’ l’autore di numerosi saggi.

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Il suo primo romanzo Tutti i bambini tranne uno (Alet 2005) discorreva appunto dell’evento tragico della morte della bimba. Non si trattava però di una consolatoria, quanto proprio della nascita della letteratura e soprattutto del suo significato e dei suoi fini quali potrebbero oggi essere letti ed analizzati.

La letteratura nei confronti della morte, con cui ha un rapporto strettissimo, ha un atteggiamento interpretativo non solo di consolazione, ma anche di evocazione, di rimozione.

Occorre rendersi conto di questi significati per così dire primordiali nel pensiero di Forest per comprendere a pieno la sua importanza letteraria.

Franco Rella, filosofo e saggista, Prof. di Estetica all’Università di Venezia, recentemente ha discettato a lungo sulla triade: morte-pensiero-letteratura.

Ad esempio, la morte di Socrate è all’origine del pensiero occidentale, segna si può dire la sua nascita.

Quando Socrate chiede ai suoi discepoli, tra cui Platone, di sacrificare dopo la sua morte un gallo ad Esculapio, i discepoli si affannano a chiedergli il perchè.

Esculapio è il dio della medicina e sacrificargli un gallo significa ringraziarlo per un risanamento, una guarigione.

Esculapio, spiega allora Socrate, lo guarisce del male del vivere con la morte.

Sembra che, rispetto alla poesia del Novecento e al dire di Montale: Spesso il male di vivere ho incontrato, Socrate sia un contemporaneo nostro. Ma in realtà la situazione è piu’ complessa: si tratta del destino dell’anima dopo la morte.

Il Fedro e Il Fedone di Platone affrontano la questione che mai prima, neppure dagli Egizi, è stata affrontata con tanta capacità analitica.

Nel Fedone l’idea della sopravvivenza dell’anima trova un simbolo straordinario, il cigno che canta prima della morte il suo unico canto, il più bello perchè vede lo spazio aereo della libertà dell’anima.

Il gallo dunque e il cigno: siamo già in un territorio con un ardito transfert che è letteratura.

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Ma c’è un’altra immagine che vorrei commentare prima di entrare nel territorio di Forest. Ed è quella dello stupendo mosaico che rappresenta il tuffatore a Paestum. Sospeso tra l’acqua e l’aria la figura straordinaria ci dice la condizione di sospensione dell’uomo. Il mondo classico dunque trovava simboli e figure per indicare la condizione della vita e la morte.

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Forest però inventa un nuovo simbolo, il gatto (in Il gatto di Schroedinger, Del Vecchio, 2014). La letteratura, la nuova concezione di essa, nasce da lì.

Se un gatto sta in un tunnel chiuso col cibo avvelenato, è vivo o morto? E’ vivo e morto, è la risposta. Ossia è possibile non la disgiunzione, ma la congiunzione: tutto è possibile.

La letteratura è il regno del possibile, anzi dei possibili. Così dopo la morte tutto è possibile, ci sono tutti i possibili. Dopo la morte di Pauline e di tutti i bambini…

La triade morte-pensiero-letteratura crea simboli che assurgono a nuovi significati.

Lo scrittore francese inventa una scrittura mobile dove tutto diviene davvero possibile, anche la vita dopo la morte, anche la resurrezione.

Lo spazio letterario si amplia e compensa dei limiti biologici,
dei confini imposti all’esistenza.
E’uno spazio diverso da quello delle religioni che offre una religione laica per così dire.

Nel mondo classico la vita è sospesa come nell’immagine del tuffatore, ma nel mondo di Forest essa, nella letteratura, realizza la realtà oltre e diversa.

Carmelina Sicari

LINKS PER APPROFONDIMENTI:

 Philippe Forest a Mantova

Philippe Forest. Il mio mondo visto dal gatto.

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Carmelina Sicari
Carmelina Sicari è stata Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria. Si occupa da tempo di letteratura contemporanea e di semiotica con opere su Pirandello e sull'Ariosto. Ha collaborato a molte riviste letterarie tra cui Studium, Persona, Dialoghi… Ha all'attivo numerose pubblicazioni su La canzone d'Aspromonte, Leopardi e il Novecento letterario. Continua a sostenere nel presente il Movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice.

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