Lettera aperta a Andrea Cavallari. Arrivederci e a presto signor Console!

Andrea Cavallari, Console generale d'Italia a Parigi

Il Console Generale d’Italia a Parigi, il signor Andrea Cavallari, ha lasciato dal 14 dicembre la sua funzione. In tutti questi anni di vita all’estero, ne ho visti passare di Consoli: alcuni timidi e riservati, altri più festaioli ed esuberanti, altri freddini e opachi…

Quattro anni fa, quando arrivò il nuovo Console, subito iniziarono a spargersi voci insolite e quasi inquietanti : “Ma sai che questo viene davvero a vedere le varie manifestazioni? » – « Ma questo quì s’interessa davvero a quello che fanno gli italiani in Francia… Fa un mucchio di cose ! »

Decisi quindi di scriverti, caro signor Console. Una lettera in cui ti invitavo al mio spettacolo “Moi, Caravage”. Sono un grafomane e mi piace scrivere: ho scritto a tantissima gente. Il più delle volte restando senza risposta. Spesso gli esseri meno importanti, meno intelligenti e meno “veri” non rispondono. Potrei fornirne una lunghissima lista. Tu, il nuovo Console, Andrea Cavallari, pochi giorni dopo chiamasti la produzione del teatro e prenotasti due posti per il mio spettacolo. La mia produttrice era in visibilio: “Che onore, il Console al nostro spettacolo”. Io ero ovviamente contento ma l’esperienza mi aveva insegnato che questo genere di prenotazioni viene spesso annullata, su pretesto di un impegno improrogabile dell’ultimo minuto… Tu, Andrea Cavallari, invece sei venuto a vedere lo spettacolo. Non conoscevo il tuo volto – non avevo fatto ricerche su Google. Terminata la rappresentazione seguii, senza un entusiasmo esagerato la mia produttrice che, sempre in visibilio, mi accompagnava al foyer del teatro, dove c’era il Console che voleva salutarmi. Mi aspettavo di veder un signore distinto e un po’ inamidito. Scoprii invece un uomo certo distinto ma dinamico, sorridente, semplice, alla mano, cordiale, sincero ed espansivo: tu, Andrea, il nostro nuovo Console ! Che stupenda sorpresa.

Caterina Cavallari

E al tuo fianco, non una bambolina di rappresentanza, ho una figura grigia e depressa ma una bomba di energia, una specie di folletto scatenato e travolgente: la tua signora, Caterina Cortese, la nostra nuova Consolessa.

Quella sera parlammo a lungo, con entusiasmo e sincerità. Ci scambiammo i numeri telefonici, come spesso si fa. E dopo questo primo incontro ho avuto la fortuna d’incontrarvi di nuovo, in contesti disparati – pubblici e privati. Ogni volta ne uscivo piacevolmente stupito dalla vostra semplicità, dalla vostra cordialità, dalla vostra generosità.

Ho sempre immaginato i diplomatici noiosi, imbavagliati da un protocollo asfissiante e, in una parola “finti”. Per divertirmi e infastidire certe persone dico spesso « Ho molti difetti, ma non sono diplomatico ! »

Con voi, Andrea e Caterina, ho scoperto due persone straordinarie proprio perché vere, semplici, generose. Mi macherete. Ci mancherete. E vorrei dirvi un grazie enorme per tutto quello che avete fatto per noi, italiani a Parigi. Sono triste che partiate e sono anche molto, ma molto incavolato. Perché ci avete abituato troppo bene…

Mai, da quando sono a Parigi, avevo avuto modo di capire quale sia il vero ruolo, la reale funzione di un Console. Essere presente, essere all’ascolto, essere disponibile e non solo nei casi tragici e nelle sciagure (che purtroppo non sono mancati in questi ultimi anni), o nelle situazioni assurde (un connazionale esasperato che si schianta in macchina contro il cancello dell’Eliseo). Il console ci rappresenta, tutti noi, espatriati, noi sradicati, noi italiani che abbiamo qualcosa in meno certo, ma anche qualcosa in più che ci viene proprio dal vivere all’estero.

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Il Console deve rappresentare il meglio dell’Italia, del popolo italiano: la disponibilità, le gentilezza, la cultura ancestrale mescolata alla praticità e alla semplicità, la generosità, la cordialità… E si dovrebbe poter rivolgersi al Console senza tanti fronzoli, in tutta semplicità, per chiedere un consiglio, un suggerimento… un aiuto. Si dovrebbe poter parlare ad un console come ad un amico, ad un fratello, ad un consigliere fidato… Con te Andrea tutto questo è stato possibile. Grazie. E grazie anche a te Caterina : altrettanto disponibile e sorridente, altrettanto generosa e cordiale, e ancora più pimpante ed esplosiva. (Ma cosa prendi al mattino ? Caffè e dinamite ?) Si dice spesso che dietro ad un uomo eccezionale c’è sempre una donna eccezionale. Nel vostro caso non ho avuto l’impressione che uno dei due fosse davanti all’altro. Entrambi, in modo diverso, insieme, affiancati sempre, ci avete dato tantissimo. Grazie e un grande augurio.

Cesare Capitani
Auteur, comédien et metteur en scène

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2 Commentaires

  1. Lettera aperta a Andrea Cavallari. Arrivederci e a presto signor Console!
    Caro Cesare, hai scritto una lettera bellissima al nostro console. Dietro ognuna delle tue belle parole c’era il silenzioso contrappunto delle mie, come un’eco.
    Condivido, mi associo. E auguro tutto il bene al nostro Console e a Caterina, due persone meravigliose.
    Romano

    • Lettera aperta a Andrea Cavallari. Arrivederci e a presto signor Console!
      Come mamma di due allievi della sezione italiana del lycée/collège Balzac, anch’io condivido, mi associo ed esprimo molta gratitudine al « nostro » console, sempre presente, attento ed affettuoso. Ci mancherà molto.
      Franca

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