L’esclusione civile e morale ne “Gli occhiali d’oro” di Giorgio Bassani

Quello di Fanny Gomer (studentessa dell’Université Sorbonne Nouvelle-Paris 3, candidata al CAPES), curato da e con prefazione di Sarah Amrani (Professoressa associata di Lingua e Letteratura italiana all’Université Sorbonne Nouvelle-Paris 3) sul romanzo breve di Giorgio Bassani “Gli occhiali d’oro” è un lavoro frutto di un anno di approfondita riflessione che verte sulla rappresentazione della separazione e dell’emarginazione nella narrativa di Giorgio Bassani. L’autrice indaga particolarmente sulla problematica dell’esclusione civile e morale, oggetto del secondo libro del ciclo del romanzo di Ferrara. Un racconto esemplare, dal punto di vista degli interrogativi bassaniani, sulle dinamiche non solo politiche, ma diremmo socioculturali, se non addirittura umane che sono all’origine dell’esilio interiore dei personaggi dell’autore e del dramma, che declinato nel suo universo finzionale è particolare ed universale allo stesso tempo.

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PRESENTAZIONE DEL SAGGIO

L’esclusione ne Gli occhiali d’oro: due percorsi convergenti
di Fanny Gomer

Il saggio ha per argomento precipuo la tematica dell’esclusione nel racconto Gli occhiali d’oro (1958) di Giorgio Bassani, secondo libro de Il romanzo di Ferrara (1980 per l’edizione definitiva). Esso mira più precisamente ad analizzare il modo in cui i due protagonisti dai destini incrociati, ossia il medico veneziano Athos Fadigati ed il giovane io narrante anonimo, sono stati esclusi dal consorzio civile della propria città, città di elezione per il primo e città per così dire “materna” per il secondo: Ferrara, per l’appunto.

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L’analisi si sofferma in un primo tempo sul meccanismo di emarginazione messo in atto da una forma di potere molto particolare: quello impersonato dal ceto borghese ferrarese negli anni a ridosso della promulgazione delle leggi razziali: anni di trapasso che vedono l’io narrante de Il romanzo di Ferrara vivere l’esperienza all’origine del suo impegno poetico nonché civile, di intellettuale e artista. Non l’esperienza della guerra in quanto tale, bensì l’esperienza della separazione ad essa antecedente. La vicenda di Fadigati, narrata proprio dal narratore omodiegetico, rappresenta le diverse reazioni della città prima e dopo che essa venga a conoscenza dell’omosessualità dell’odontoiatra.

Esaminando i fatti narrati risulta che l’opinione della città viene espressa tramite la terza persona plurale, “loro”, in realtà un’entità indefinita, un insieme di occhi e volti di cui non si conosce nulla di preciso, se non la provenienza sociale. Si tratta infatti di borghesi della stessa identica estrazione socioculturale del medico e del narratore. Ora, questa “élite” che funge da vox populi all’interno di un vero e proprio tribunale sociale detta i codici morali da rispettare in città e decide chi può far parte o meno del gruppo, o meglio dell’“ambiente”, per usare una definizione dell’ “establishment cittadino” secondo Fruttero&Lucentini ne (La donna della domenica).

Anche se prevale incontrastata e indefinita questa nebulosa anonima un nome si distingue, quello della signora Lavezzoli. Attraverso la sua figura specifica viene formalmente pronunciata la sentenza: il giudizio di rifiuto e di condanna dell’intera città rivolto sia contro Athos Fadigati per le sue inclinazioni intime, sia contro il giovane narratore per la sua appartenenza alla comunità israelitica.

Dato che la maggior parte del romanzo si svolge a Ferrara e i personaggi sono tutti o quasi tutti ferraresi ci si aspetterebbe che tale vox populi esercitasse il proprio potere soltanto dentro le mura della città estense. Invece per qualche capitolo la narrazione si sposta in un altro luogo, luogo di villeggiatura dei ferraresi benestanti, vale a dire a Riccione.

Gli occhiali d'oro, film di Giuliano Montaldo con Ph. Noiret

La nozione di “spazio” diventa essenziale, alla luce di queste considerazioni, per capire secondo quali modalità prende forma l’emarginazione morale e sociale, poiché essa non può, nel nostro caso, essere dissociata dall’emarginazione spaziale. Questo si verifica in un primo tempo con Athos Fadigati. Egli è sotto il costante sguardo inquisitorio della gente, sia a Ferrara che a Riccione, e, in breve, il medico non frequenta più i posti affollati nei quali si soleva incontrarlo ma si limita a passeggiate notturne. Per il narratore, invece, Ferrara – città dal “volto materno” – cambia in tutto e per tutto. Egli non guarda più alla sua città come prima e ogni minimo luogo (il cimitero ebraico ad esempio) assume un significato nuovo che gli fa provare solo avversione a stare in mezzo agli altri, a tutti gli altri, in piena campagna sulla “razza”.

Ferrara ed i suoi abitanti esercitano evidentemente un potere, talora assecondato dal potere politico, talora completamente autonomo nelle sue espressioni di disprezzo: un potere che si estende oltre i bastioni della città e si impadronisce della mentalità di tutti i Ferraresi, ovunque siano, scagliandosi contro chi viene indicato come diverso e per estensione non degno di vivere dentro le mura di una “città di provincia” che per irreprensibile si spaccia.

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Il necessario esilio interiore dell’eroe bassaniano, Sarah Amrani – L’esclusione civile e morale ne Gli occhiali d’oro, Fanny Gomer

Sarah AMRANI
Université Sorbonne Nouvelle-Paris 3

PREFAZIONE
Lontano e vicino: il necessario esilio dell’eroe bassaniano

***

Fanny GOMER
Université Sorbonne Nouvelle-Paris 3

L’esclusione ne “Gli occhiali d’oro”: due percorsi convergenti

SOMMARIO

PROLOGO

1. Il meccanismo dell’esclusione sociale e morale

• Ferrara: la scoperta del « vizio »

• Riccione: il momento di verità

• Il ritorno a Ferrara, ovvero alla realtà: il vero volto della condizione umana

2. Geografia dell’esclusione

• La doppia vita di Fadigati

Hic et nunc ovunque e per sempre (il treno e la spiaggia)

• Le strade di Ferrara: una protezione illusoria

EPILOGO

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