Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.

Vi ringrazio tutti. Ho ricevuto messaggi di solidarietà e di vicinanza molto belli in questi giorni. Anche la nostra redazione. Ad alcuni ho risposto, ma questa mattina mi sono venute fuori queste parole, parole semplici, in italiano, la mia lingua del cuore e non la mia lingua madre, che vi rivolgo direttamente per condividere con voi, coralmente ed umanamente insieme, i miei pensieri, ciò che sento nella mia pelle e nell’anima, perchè non ho la forza di rispondere a tutti personalmente. In questi giorni, non è il tempo per le analisi.

Son ancora sconvolta. Mi risulta difficile lavorare ad Altritaliani, pubblicare nuovi articoli. Tutte queste vite innocenti inutilmente e ciecamente troncate, tutte queste famiglie ferite…. tanto inutile ed incommensurabile dolore che nulla potrà mai placare del tutto. Il senso di sollievo per lo “scampato” pericolo dei miei cari si mischia a un senso di gelo, quasi di colpa, per il dolore degli altri.

 Peace for Paris (Paix pour Paris), il disegno simbolo di solidarietà concepito da Jean Jullien

La situazione è cosi complessa, così carica di tanta emozione. Gestire e comprendere ancor prima, forse, tutti i processi in corso è e sarà molto difficile.

Per molteplici fattori legati alla sua storia, ai suoi antichi valori imprescindibili di libertà ed eguaglianza, alla sua civiltà, al suo modo di vivere, alle sue relazioni passate e presenti con il Medio Oriente, la Francia è un bersaglio ideale per i terroristi che vorrebbero far esplodere la nostra sempre antesignana società – forte e fragile, ad un tempo.

I kamikaze, gli assassini, nostri ‘figli’ da generazioni, peraltro, cresciuti qui che è pure la loro terra. Ha l’umanità ancora un senso ed hanno un senso le radici di una cultura ‘accogliente’ da sempre?

Oltre ad uno scontro di civiltà tra Oriente ed Occidente, tra il bene e il male, sussiste chiaramente uno scontro capitalistico nel controllo di economie di guerra (armamenti pesanti e leggeri) e lo sfruttamento ed il traffico scellerato di risorse, a partire dal petrolio. Non riconoscerlo, sarebbe ‘naïf’.

Ma di guerre sono stanca e come me, molti in questo paese. La religione non deve essere uno spartiacque tra Francesi – una volta di più Uguali tra loro – non deve spezzare la convivenza nel paese. La coesione nazionale è essenziale e lo è anche quella europea. Dobbiamo lavorarci, trovare risposte tramite il pensiero, la filosofia, la cultura, il dialogo, la formazione e l’integrazione. All’odio non si risponde con l’odio e la vendetta, la violenza può solo generare violenza. Mi rifiuto di credere all’idea di ‘guerre utili’.

Tutti i terrorismi e fanatismi, gli integralismi ed i populismi sono per me spaventosi.

Amici che mi leggete, bisogna riprendere la vita di tutti i giorni – pure nella paura di altre possibili repliche della barbarie della notte di venerdì 13 Novembre 2015, così come abbiamo fatto finora, con i nostri sacri ed umani valori, quelli del laicismo, della libertà, della solidarietà, della pace.

Dobbiamo uscire dalle nostre case, tornare alla normalità e vivere la Città, la bella e amata Parigi, sempre all’avanguardia, sempre prima nella cultura e nella libertà, con le sue strade in cui tanto amiamo passeggiare, con i suoi bar e caffè, i suoi ristoranti; dobbiamo ancora incontrarci, portare i nostri figli a scuola, andare al supermercato, vedere spettacoli, come prima, come sempre. Oggi regna ancora un’atmosfera gelida. Dobbiamo farci coraggio l’un l’altro e cercare di allontanare la paura

Non sarà facile, ma dobbiamo farcela.

Per ritrovare il sorriso, la felicità, per il futuro nostro e dei nostri figli.

Intanto lasciateci piangere ancora un po’. Davanti al Petit Cambodge, al Carillon, a Casa Italia, in place de la République, davanti al Bataclan. Lasciateci portare fiori, messaggi, biglietti, lumini.

Michèle / Evolena, coordinatrice di Altritaliani

Settembre 2014

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Evolena
Michèle Gesbert est née à Genève. Après des études de langues et secrétariat de direction elle s'installe à Paris dans les années '70 et travaille à l'Ambassade de Suisse (culture, presse et communication). Suit une expérience associative auprès d'enfants en difficulté de langage et parole. Plus tard elle attrape le virus de l'Italie, sa langue et sa/ses culture(s). Contrairement au covid c'est un virus bienfaisant qu'elle souhaite partager et transmettre. Membre-fondatrice et présidente d'Altritaliani depuis 2009. Coordinatrice et animatrice du site.

11 Commentaires

  1. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Cara Michèle, non posso che essere d’accordo con ogni tua parola. Io credo che, per quanto possiamo immedesimarci, noi che non abbiamo vissuto quell’orrore ne abbiamo ancora un’idea imperfetta. Sarà perfetta quando davvero noi, francesi, italiani, europei, riusciremo a fare una politica di pace profonda, coerente e consapevole. Quando riusciremo a insegnare la pace nelle scuole, quando non armeremo in nessun modo – con parole, idee, fucili, politiche, mire, intenzioni – le mani dei killer. Hai ragione, nessuna guerra è giusta, nessuna guerra è mai stata giusta. Dobbiamo partire da noi, come sempre anche nel quotidiano, se vogliamo che questa pazzia, questa violenza finisca. Continuiamo a vivere, come dici, è l’unica cosa da fare, come dici. Insieme al tenere stretta la nostra utopia.

  2. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Cara Michèle,
    Bello, il suo testo. Mi hanno colpito alcune frasi tra le quali:
    « Mi rifiuto di credere all’idea di ’guerre utili’. »
     » Tutti i terrorismi e fanatismi, gli integralismi ed i populismi sono per me spaventosi. »
    Stasera, come spesso, andrò, allo spettacolo perché, per me, senza cultura, non c’è umanità…
    È il mio modo (irrisorio, lo so, ma…) di rispondere all’assurdità.
    Geneviève P

  3. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Gentile Michéle
    ho letto il Suo articolo e con ogni parola del Suo scritto accorato
    scendevano le lacrime. Sono desolata! c’è solo il pianto in silenzio per
    le vite innocenti stroncate cosi ferocemente.
    grazie al Cielo c’è ancora chi ha il coraggio di scrivere e di urlare :
    ‘Basta!’
    Siamo vicini al dolore di Parigi, perchè è un dolore dell’Umanità intera.

  4. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Votre article est très émouvant et reflète bien ce que nous ressentons tous, face à ces atrocités, sans pouvoir l’exprimer comme vous venez de le faire si justement.
    Amitiés
    Anne-Marie

  5. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Condivido ogni riga, ogni parola, ogni lacrima di questo bellissimo articolo.
    E nel vedere le persone reagire in modo così bello e umano a questo ennesimo, orrendo delitto, io coltivo la speranza che si possa trovare e far nascere un pensiero più forte delle logiche del profitto e della violenza sua generatrice per spezzare questa oscena e catastrifica catena. Siamo tutti, troppo stanchi.
    Sono vicina al popolo Francese che all’indomani della tremenda ferita al cuore infertagli ha avuto la forza di reagire e di cacciare i neonazisti dalle piazze, stringendosi e difendendo i fratelli musulmani.
    Grazie.
    Marina

  6. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    In questo momento di dolore e smarrimento, siamo tutti vicino ai cugini francesi. Le grandi potenze usa, urss, cina non si sono rese conto dei venti di guerra. Non hanno avvertito dolore per le migliaia di profughi morti in mare per scappare da questo assurdo conflitto, tra religioni ed interessi economici. Il nemico può essere della porta accanto. Uccidere nel mucchio, uomini, donne, bambini, connazionali è una vera follia. La Francia, tutti i Paesi liberi del mondo hanno aperto le braccia a musulmani ed altri popoli,senza distinzione di razza o di credo. Purtroppo, oggi viviamo nella diffidenza e nella paura. Molti fedeli hanno deciso di non partecipare al Concilio. Evento che vuole essere un segno di pace e conciliazione. Speriamo che la parola di Francesco sortisca qualche effetto nel cuore della gente e i nostri governanti intervengano con decisione e fermezza.

    Abbracci a Voi tutti.

  7. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Scrivo dopo un po’ di silenzio, per assorbire il colpo di quanto avvenuto. Le tue sono parole giuste, sincere, sofferte.

    So che si riuscirà a superare la paura e ad andare avanti, come sempre. Però la rabbia e la tristezza per le perdite subite resterà per sempre e dobbiamo reagire nel modo più giusto e razionale proprio in nome delle vittime, dei feriti occidentali, ma anche per tutti coloro che muoiono in parti del mondo a noi lontane, dove una carneficina di giovani magari ha un peso diverso, ma uccisi da inqualificabili terroristi.

    La nostra dovrà essere una guerra di idee; intellettuale e culturale, contro le nuove farneticanti ideologie nazi-integraliste. Perche’ possano vincere le sane culture e religioni multietniche portatrici di principi e ideali comuni. Perché la Terra dove viviamo sia sempre un luogo popolato da giovani che amano la vita e le sue cose belle, e non un mondo di ignoranza e di intolleranza.

  8. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse. Saremo noi, di Gabriele De Masi
    Saremo noi

    Porteremo i gigli in discoteca

    a ricordare chi ha smarrito la strada,

    saremo noi il vostro volto incontrato

    davanti alle fiammelle dei lumini,

    stringeremo mani con forti abbracci,

    luci intrecciate nel traffico,

    a tracciare un nuovo cammino

    silenzioso, di pace.

    Gabriele De Masi

  9. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Merci Michèle, grazie per la sensibilità e l’emozione profonda ch si sprigionano dal tuo bel testo; On partage, on est solidaires et on s’interroge…Amitiés. maria

  10. Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
    Non possiamo rinunciare ai nostri valori,di Gae
    Carissima,
    anch’io ho l’animo pieno di profonda tristezza e mi sembra d’essere ammalata,tanto è grave lo stato di profondo sconforto in cui sono caduta.Sul momento mi è venuta meno l’energia sufficiente per controbattere ed articolare ragionamenti possibili. E’ stato tutto assurdo, come se all’improvviso il corso della storia,giusto nei films di fantascienza, si fosse capovolto ed arrestato all’anno mille ,quando la paura della fine colse di sorpresa i viventi.Qui lo stesso: tra le luci brillanti d’un fine settimana normale, s’è fatto strada il turbinio d’una strage irrazionale e sanguinosa che ci ha tutti processati, colpevoli di aver creduto nel progresso.
    Reagiamo! Torniamo a vivere,strappiamo le nostre vite all’orrore,ma teniamo presente soprattutto che l’odio e la vendetta non risolveranno il problema.
    Facciamoci promotori di pace e lasciamo alle diplomazie il compito di dialogare e di rappresentare il nostro sdegno. La nostra rivoluzione ora sia quella della ragione contro l’assurda tracotanza della violenza!

    • Stanca di guerre… De guerre(s) lasse.
      Grazie Michèle,
      per quanto scrivi, vi sono tanto vicina. Condivido pienamente i tuoi pensieri e, pur se costernata e profondamente colpita dai fatti accaduti, cerco di vivere la quotidianità con forza e speranza, unendomi alla preghiera del nostro Francesco per la pace, la speranza e la solidarietà di tutti noi contro la violenza, contro il Male.

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