Elogio alla sigaretta.

Finalmente Agosto, e io che mi chiamo Veleno, posso toccare un tema scottante, senza che ci siano troppi lettori indiscreti.

Oggi vorrei parlare di fumo e sigarette, ma in realtà è un modo, come sempre, per parlare di noi.

Ormai il salutismo vero e spesso falso, ci ha preso la mano rendendoci degli schiavi. Nessuno fuma e chi fuma è visto con diffidenza, con astio, come uno che allora… non vuole proprio capire.
Gino Cervi nel Commissario Maigret

Eppure, nel fumo io ci trovo tanta poesia, le foto di Cartier Bresson dei café parigini con uomini che leggevano il giornale davanti ad una tazza di caffè, assorti nei propri pensieri o ridendo con formidabili donne mentre loro e la sigaretta si riflettevano negli immancabili specchi sempre eleganti.

La rabbia, la frustrazione erano sputate via con il fumo di una sigaretta rabbiosa, la tenerezza e la rilassatezza del dopo-amore vagava nella stanza come una nuvoletta incantata, l’ansia di un’attesa piccola e/o grande per la moglie che partorisce, per un esame imminente a scuola o all’università, era celata dall’ennesimo mozzicone buttato via con il braciere ancora ardente.

E la poesia della TV di un tempo? Quando Moravia interloquiva d’amore e di libri fumando la sua cicca fino in fondo, lasciando le ceneriere fumanti, arrivando dal piccolo schermo a tanti italiani che anche cosi si acculturavano. E Pannella? In tempi più recenti? Nei suoi eterni scioperi della fame sempre più smunto e puntuto, incalzava i suoi interlocutori sparando via il fumo dalla bocca larga e serrata con grinta ed ironia.

Il cinema. Bogart e tanti altri, ma Bogart soprattutto cosa sarebbe stato senza il suo mozzicone in bocca, come avrebbe potuto sedurre Lauren Bacall e noi altri senza la sua inesauribile sigaretta tra le labbra?

Oggi gli eroi sono tutti vincenti e pieni di sani principi…. Ma voi ve lo immaginate un commissario Maigret senza pipa? O il nostrano commissario Sheridan interpretato da Ubaldo Lay (il Bogart di no’altri) senza la sua eterna sigaretta?

Va bene, il fumo fa male e fa morire, ma anche pensare solo alla dieta e alle cinque verdure da mangiare al giorno e fare la corsa respirando l’aria intossicata della città, zeppa dei più orribili gas fa morire e non solo di noia…

Un tempo al cinema le colonne di fumo delle sigarette erano poesia, come ricordavano Scola con Splendor e Tornatore con Nuovo cinema paradiso. Oggi ci sono solo i pop corn, che accompagnano e a volte disturbano la visione dei nostri film preferiti.

Nelle sezioni di partito si parlava quando si voleva e si fumava sempre, quei, spesso seminterrati diventavano autentiche e vissute camere a gas, ma nessuno si lamentava e chi non fumava era visto come un povero stron…. Adesso guai a parlare più di cinque minuti (i tempi sono televisivi) e a fumare, naturalmente…

Oggi esistono, pensate, donne e uomini che rifiutano di fare l’amore con chi fuma. Niente da dire i tempi sono ahimè cambiati e in peggio.
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Vado in galera per questo elogio? Non so. Ma io sono Veleno e se il fumo è veleno, beh…allora, cosa volete, difendo solo la mia categoria, la mia ragione sociale.

Mentre oggi tutti si dichiarano liberali, la realtà è che la nostra civiltà occidentale (e quindi italiana) diventa sempre più moralista, repressa. Vietato fumare, addirittura lo vietano anche in alcuni parchi pubblici, telecamere dappertutto, un modo per spiarci e controllarci, autovelox che verificano la nostra velocità, ma come si fa oggi ad avere un amante in santa pace, senza essere spiati da tutti? Obbligo del casco sulla moto e tra poco sulla bici, obbligo della cintura di sicurezza in auto, obbligo di avere un giubbotto fosforescente di notte, e tanti altri divieti più o meno analoghi. Menomale che siamo liberali mi chiedo se fossimo nazisti quali altri obblighi avremmo.

Ma torno al fumo, perché il suo divieto a qualche cosa di ipocrita ed immorale. Vietato fumare (addirittura a Parigi si arrivo’ all’incredibile di una proposta per multare chi gettava la sigaretta per strada e dove bisogna buttarle…per cielo? Ma mentre si vieta, lo stato le produce e le fa pagare sempre più care, si dice per dissuadere dal fumo, ma in tanto, si sfrutta il vizio (perché il fumo è un piacevolissimo vizio, come il fare sesso, il mangiar bene e il bere meglio) per fare più grana e quindi i fumatori danno, volenti o nolenti, una bella mano al bilancio del paese.

Questa l’ipocrisia, ma è anche immorale, perché si vuole impedire alla gente di essere come vuole. Dietro i mille business, nati con la pretesa di combattere il fumo (sigarette elettroniche, mille farmaci e addirittura la nascita di una figura medica che va pagata, perché l’assistenza medica rimborsa ben poco, il famoso tabaccologo), c’è l’intento di costruire una società sempre più manipolata e omologata.

Oggi siamo al limite di persone costrette a fumare fuori al balcone, interdetti da mogli o mariti, o addirittura a scendere da casa, per esprimere questa libertà. Mio Dio ma come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto di inciviltà?
Humphrey Bogart

Cosa deve temere il fumatore? La morte! Ma scusate, possiamo mangiare verdure a non finire e correre maratone interne e pagare mille palestre e piscine, alla fine si muore comunque, e aggiungo menomale sennò come direbbe Woody Allen : “Se diventassi eterno, chi lo sentirebbe il mio padrone di casa!”

Per cui, come diceva Troisi in un suo film ad un ragazzo troppo ingessato dalle regole materne: “iesc, arrobbe, tuocc ‘e femmene” (esci, ruba, tocca le donne), per dire “vivi”! Io non dico questo; ma almeno fateci fumare liberamente, perché anche se non ci credete si muore lo stesso ed io tra l’ipotesi di morire a settanta anni libero o a novanta ma oppresso preferisco la prima.

W il fumo (per me di tabacco) ed evviva la libertà.

Veleno

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1 COMMENTAIRE

  1. Contro la sigaretta
    Ridurre il fascino di Humphrey Bogart alla sigaretta che ha in bocca o tra le dita mi sembra molto esagerato. Sarebbe evidentemente ridicolo imaginare Bogart senza la sigaretta pero ci provo : il suo fascino, per me, rimane intatto.
    Per di piu dire che la sigaretta contribuisce alla ammirazzione che proviamo per questo attore non è molto gentile per il povero Bogart. Ridurre un essere umano a la sigaretta che fuma (o non fuma) mi sembra un atteggiamento non molto rispettoso della complessita di un essere umano. Soprattutto se l’essere umano è un attore.
    Nel film « Casablanca » Bogart fuma ? Quante sigarette ? Non ci avevo mai pensato ! E non ho l’intenzione di pensarci !

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