L’America’s Cup a Napoli e lo scoglio della scogliera.

Sì alle regate di Coppa America. Tre mesi per costruire e rimuovere la scogliera sul Lungomare a via Caracciolo.

NO628--190x130.jpgL’idea di sistemare in appena quaranta giorni due scogliere lunghe ottanta metri, alte tre e profonde anche dodici nel fondo marino, e inoltre di toglierle via due mesi dopo, sarebbe considerata ovunque degna di ricovero in ospedale psichiatrico. Ma non a Napoli: la vicenda sta già conquistando le pagine dei giornali nazionali e manca poco al superamento dei confini, visto che si tratta di un’opera che dovrebbe consentire lo svolgersi delle regate di selezione per la famosa fantastica fascinosa “America’s Cup”, la più internazionale delle gare con barche a vela.

NOde_magistris4--190x130.jpgAl fine di ospitare quaranta giorni di regate l’amministrazione “rivoluzionaria” del sindaco ex magistrato (eletto al grido di “scassiamo tutto”) prevede proprio di far raddoppiare sui due lati la scogliera esistente (da fine ‘800) a protezione del famoso Lungomare ad arco che va da Posillipo al Castel dell’Ovo. Quello stampato su miliardi di cartoline. Quello cantato da migliaia di canzoni. Quello immortalato in romanzi novelle e reportage. Quello delle passeggiate infinite di abitanti e visitatori.

Per sistemare i nuovi tratti di scogliera dovranno arrivarvi 80 colossali camion al giorno e scaricare su una piattaforma galleggiate munita di enorme gru milioni di tonnellate per circa 50mila metri cubi di massi di tre diversi volumi e peso: da 50 chili a sette tonnellate. Il tutto proveniente dalle cave di Caserta e Benevento, su autostrade esterne e strade interne alla città già normalmente affollate e spesso bloccate.

NOant34.jpgSul lungomare non ci sarà più posto per gli esseri umani, non si potrà transitare né a piedi né su automezzi: è quella l’unica grande strada che unisce l’est e l’ovest della città, non ha alternative capaci di sopportare tanti transiti di mezzi pubblici e privati, che sono soprattutto di lavoro nei giorni feriali. Tranne un’autostrada urbana a pagamento, la Tangenziale, che già è totalmente intasata e consente solo la velocità del passo d’uomo in parecchie ore della giornata.

Dopo la sistemazione delle scogliere supplementari il lungomare sarà popolato dagli hangar dei grandi scafi a vela e dalle gru che li devono mettere in acqua e riportarli poi all’asciutto. Le gare, dureranno appena dieci giorni ad aprile, ma si favoleggia che apporteranno turismo e lavoro per cinquemila persone. L’investimento è di 50 milioni. Dopo, per togliere la scogliera “provvisoria” (concetto decisamente mai immaginato in Ingegneria essendo la scogliera un’opera da sempre inamovibile, destinata più o meno all’eternità) torneranno 80 grandi camion al giorno per riportare (dove ?) i milioni di tonnellate da prelevare dal mare (operazione ovviamente più difficoltosa della posa). L’intera operazione sarà interamente da ripetere nell’aprile del 2013, per un’altra selezione di gare, sempre dell’America’s Cup.

C’è già forte la protesta nella città, non solo da parte degli urbanisti e degli ambientalisti. Perché “scassare tutto” ci avevano detto che significava rompere col passato, con la vecchia politica, col decisionismo e le spese folli. Ma forse i napoletani avevano capito male.

Eleonora Puntillo

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