150 – Dumas e il sogno dei Mille

Un commosso tributo all’impresa garibaldina per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Lo spettacolo parte dalla testimonianza di Alexandre Dumas, che ha seguito via mare la spedizione dei Mille. In un clima notturno festoso, lo scrittore francese incontra un ex soldato borbonico e insieme ricompongono il mosaico della grande speranza unitaria.

«La spedizione delle camicie rosse fu un grande sogno, grazie al quale ora possiamo celebrare l’Unità d’Italia», così il regista Maurizio Scaparro racconta l’origine della pièce “Il sogno dei Mille”, in scena a Napoli. L’adattamento è di Roberto Cavosi da “Les Garibaldiens” di Alexandre Dumas.

La storia si svolge a Napoli, come partenopei sono i tre attori, fatta eccezione di Giuseppe Pambieri che interpreta lo stesso Dumas. Lo scrittore francese ripercorre il viaggio di Giuseppe Garibaldi fino al suo arrivo a Napoli. La città è in festa, in occasione di Piedigrotta, risuona di balli e canti

G. Pambieri, V. Nemolato, Cristina Vetrone, M. Maione - Il sogno dei Mille ©Fabio Donato

mentre l’autore dei “Tre moschettieri” è chiuso tra i suoi pensieri, nello studiolo travolto dalle carte del suo diario. «Dumas amava visceralmente l’eroe dei due Mondi – racconta l’attore varesino – nell’impresa folle e disperata, in cui nessuno credeva, divenuto poi un fantastico e realizzato sogno».

Giuseppe Pambieri ne Il Sogno dei Mille ©Fabio Donato

Sul filo del romanticismo è il rapporto che Dumas, grande affabulatore, instaura con un ragazzo Angelino (Vincenzo Nemolato di Scampia), reduce dalla battaglia di Palermo, nelle file dell’esercito borbonico. Su di lui esercita una sorta di plagio positivo, convincendolo a intraprendere l’impresa garibaldina, parole che sanno di libertà e giustizia fanno breccia nel cuore del napoletano e, stretta la camicia rossa, si allontana silenziosamente.

Giuseppe Pambieri e Vincenzo Nemolato - Il sogno dei Mille ©Fabio Donato

La scena si chiude con la morte di Angelino, ucciso in battaglia e salutato da lontano dal suo mecenate. La narrazione si dispiega tra le suggestioni e i ricordi di un simbolo qual era Garibaldi e il fascino che egli sapeva suscitare nella gente.

Le musiche evocative dell’epoca, adattate ai testi originali da Stefano Valanzuolo e Valentina Pesce, sono interpretate da Cristina Vetrone e Michele Maione.

«Il teatro è forse l’ultimo sogno di una società civile – spiega Scaparro –. È un modo, il nostro, di festeggiare i 150 anni di Unità, anche se ultimamente ci interessa un’unione più grande, quella europea. Un’Europa caratterizzata da tante diversità culturali, religiose e di razza, tali da renderla unica. Per questo abbiamo deciso di dedicare la prima dello spettacolo al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per i messaggi di unione che ci ha trasmesso in questi giorni. Non me ne voglia Umberto Bossi , ma vorrei anche ricordare che fu un bergamasco il primo a gridare “Viva l’Italia”».

Da sinistra, Giuseppe Pambieri, Luca De Fusco e Maurizio Scaparro alla presentazione del Grenoble, Istituto francese di Napoli.

Di un’opera attualissima e comunicativa ne parla Luca De Fusco, direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia, e aggiunge: «Tutto ciò che so del teatro l’ho appreso da Maurizio Scaparro, è un essere nel mondo. Il teatro lo accompagna ovunque. Questo lavoro teatrale ne è un esempio, ripercorrendo l’Italia di ieri racconta quella di oggi, la nostra storia».

Dopo Napoli, sarà la volta di Firenze e poi lo spettacolo sarà registrato per Rai Cinema.

www.napoliteatrofestival.it

Violetta Luongo

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