Gli italiani si sono svegliati

27 milioni d’italiani al voto, ampiamente raggiunto il temuto quorum. Vittoria degli italiani (anche di quelli all’estero). Schiaccianti le vittorie dei 4 Si’. Voto politico, sbaglia chi dice il contrario. Una nuova stagione politica si apre.

Raggiunto il quorum il tutto è fatto. Anche il referendum segna una nuova tappa di questa primavera italiana, fatta in primo luogo di donne che lottano per la loro dignità, di giovani che non accettano di non avere un futuro. L’Italia si è svegliata dopo gli anni dei grandi inganni berlusconiani. E’ inutile negarlo, il voto era ed è politico. E sbaglia chi come Di Pietro vuole ridimensionare questo dato.

La bocca della verità, Roma

Era ed è un voto politico perché in generale indica un malessere crescente dei cittadini contro una politica che aldilà dei privilegi di caste e leggi ad personam, non è capace, pur avendo avuto grandi numeri, di governare questo paese. In particolare, perché con questi quattro si’, i cittadini hanno voluto indicare una strada su cui bisognerà approfondire. In primo luogo che sull’acqua si deve capire, come su altri servizi, che la legenda che la privatizzazione paga sempre e comunque in termini di chiarezza, trasparenza ed efficienza, è appunto una leggenda, che certe decisioni vanno condivise con la gente.

E non si può pensare che i cittadini siano solo consumatori inebetiti che devono ingoiare qualsiasi cosa, incluso i disservizi e gli affarismi dell’attuale classe governante.

Sul nucleare, dove ancora non esiste una soglia certa di sicurezza, la politica deve orientarsi su altre ed alternative fonti energetiche nell’ambito di un piano che ancora non è stato prodotto. Sulla legalità. Gli italiani amano la loro Costituzione ed in particolare quel principio che impone l’uguaglianza per tutti i cittadini davanti alla legge. Quatto leggi del governo, importantissime, specie le prime tre che indicano un modello per la società futura, e quindi non si può dire che questo non è un voto politico.

Di Pietro, poi, sbaglia quanto insiste sul cappello al voto che vorrebbero mettere i partiti del centrosinistra in primis il PD. E’ vero che l’IdV al merito con molti comitati di cittadini, di aver raccolto le firme per il referendum, ma non crediamo che questo vecchio vezzo della sinistra, di iniziare subito polemiche interne, vada perseguito. Del resto tra i tanti che hanno votato per il si’ e garantito il quorum, ci sono moltissimi elettori del PD e lo stesso partito si è impegnato per il successo referendario. Successo che, va detto, è in primo luogo non dei partiti ma dei cittadini che si riappropriano della politica nel modo più alto.

Deve riflettere la destra e il PdL. Che ha sbagliato dall’inizio non difendendo sul campo le proprie leggi, proponendo, come sarebbe stato ovvio, il voto per il no. Come al solito, i berluscones cercavano solo un modo per non perdere e quindi prima hanno lasciato libertà di voto ai propri elettori (scelta surreale, visto che loro avevano prodotto queste leggi), poi la vile idea del non voto, vecchio escamotage di socialista e democristiana memoria.

Anche questo come la nomina di Alfano a segretario scelto da Berlusconi, evidenzia la pochezza politica di un partito che non c’è, e che soccomberà con l’uscita di Berlusconi.

Per questo i finiani di Futuro e Libertà devono tenere duro, perché il futuro della destra europea e liberale è nelle loro mani.

Un grandissimo valore hanno avuto i siti e i blog, insomma la rete, che si è fatto carico dell’informazione sui referendum, che solo nell’ultima settimana e non certo per merito di RAI 1 e RAI 2, ha avuto qualche spazio.

Questo dà ancora di più il senso di come stia cambiando l’Italia e gli strumenti di comunicazione politica tra le persone. Siamo felici che anche il nostro progetto e il nostro laboratorio di Altritaliani, abbia sia pure in minima parte potuto dare il suo contributo. Una rete che deve creare sempre più occasioni d’incontro e dibattito, una cosa a cui noi crediamo molto. Ma anche gli italiani all’estero hanno dato il loro contributo, partecipando in buon numero, attivandosi con la rete verso amici , parenti e conoscenti.

Questa è la vittoria della partecipazione dei cittadini che chiedono cose concrete ed un futuro che li veda coinvolti e non più spettatori delle decisioni di un rais che non vuole proprio capire che la sua stagione è finita.

Nicola Guarino

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Nicola Guarino
Nicola Guarino, nato ad Avellino nel 1958, ma sin dall’infanzia ha vissuto a Napoli. Giornalista, già collaboratore de L'Unità e della rivista Nord/Sud, avvocato, direttore di festival cinematografici ed esperto di linguaggio cinematografico. Oggi insegna alla Sorbona presso la facoltà di lingua e letteratura, fa parte del dipartimento di filologia romanza presso l'Università di Parigi 12 a Créteil. Attualmente vive a Parigi. E’ socio fondatore di Altritaliani.