‘A monnezza de Roma, di Jean-Noël Schifano*

Napoli e il Vesuvio simboli di un sud Italia che dall’Unità ad oggi non ha avuto più pace. Mentre a Pompei crolla la casa dei gladiatori, malgrado le vane promesse di Berlusconi e Bertolaso, l’immondizia, e non solo quella partenopea, cresce.

Cento cinquant’anni dopo, per festeggiare l’infame degradazione che la pretesa Unità d’Italia ha voluto infliggere al Sud e alla città capitale, Napoli, per mortificare di più la civiltà napoletana, e inselvatichire di più la tanto infelice, da cento cinquant’anni, Campania Felix, ecco che l’Italia bunga bunga dell’Escort Cavaliere Caesar di Cascabello vuole avvelenare le falde del Vesuvio – dopo gli italici avvelenamenti delle campagne tra Caserta, Capua e Castel Volturno – questo ground zero della Storia contemporanea dell’attuale Brutto Paese.

Se, come l’ha dichiarato il braccio guerriero dell’Escort Cavaliere Caesar di Cascabello, « l’eruzione del Vesuvio non sarebbe une tragedia », con tutto il disprezzo del bravo leghista e la suprema inciviltà di capo della cosidetta protezione civile armata contro i civili, si capisce allora che questa gente, tanta povera prima dei suoi misfatti e crimini storici, che ha storicamente rubato durante cento cinquant’anni quasi tutte le ricchezze del Sud, vuole andare oltre, e neronizzare Napoli sotto la monnezza, la Campania tutta e tutto il Sud.

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Discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio ©Eric Valmir

Napoli e il Sud non hanno ancora trovato il tempo di civilizzare il Nord Italia. Tutto il Nord terrone, attualmente arcoriano e bungabunghista, ha solo sfruttato selvaggiamente il sud di Roma – Roma capitale dello stato di un paese straniero nato con Mussolini nel 1929, il Vaticano e che, tanto per dirne una che ognuno puo verificare, porta il « reato di emigrazione » nella sua costituzione – ha solo sfruttato in particolare Napoli odiata – anche quando i rubicondi rubacuori cantanti fanno finta di amarla – odiata per la sua tremillenaria intelligenza e ribellione, per la sua civiltà greco-spagnola, selvagiamente sfruttato Napoli e il Sud, dalle banche alle costruzioni navali, dalle ferrovie alle opere d’arti.

Tutto è stato falsato e maledetto con questa falsa e maldetta Unità, e di ciò soffre la pretesa Italia unita di oggi. Napoli la zona vesuviana, e Terzigno e il Museo all’aperto, unico al mondo, sul Vesuvio, creato con la lava stessa del vulcano, e tutti i comuni vesuviani sono aggrediti dall’armata privata della Protezione civile. Come se fosse rinato il generale Bixio che volesse « abbrucciare vivi » i nuovi « briganti », contadini e operai e studenti e professioni liberali e artigiani, del XXI secolo.

L’Aquila è diventata tomba per tanti infelici morti vivi.

La nostra città capitale Napoli con i comuni vesuviani è tormentata oggi, come raramente lo è stato, e, straziata e straziante, resiste e resisterà con tutte le sue forze. Tutte. In tremila anni ne ha visto di questi « protettori » con spade o manganelli…

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©Eric Valmir

Conosco bene il popolo che mi ha adottato, conosco bene la Nazione napoletana : mai si farà seppellire sotto ‘a monnezza di Roma. E meno ancora sotto ‘a monnezza di Milano.

Jean-Noël Schifano

*Civis Neapolitanus

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Pubblicato in partenariato con il portale napoletano Ilmondodisuk

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