Alla ricerca del tempo perduto: La Maison Tofani a Sorrento

La Maison Tofani a Sorrento, struttura di private abitazioni del Settecento, ormai residenza-albergo di prestigio, è una vera e propria oasi di pace nel centro storico di Sorrento, a pochi passi da Piazza Tasso, dal Museo Correale, e dal Duomo, un angolo di armonia nel caos odierno.


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Uno spazio nel cuore antico di Sorrento, un ultimo avamposto dell’anima come pochi, che ti porti dentro soprattutto quando sei costretto ad allontanartene, per ripartire dopo una vacanza se pur breve ma esclusiva.

Un rifugio intimo ed accogliente fuori mano dai clamori del turismo di massa, pur nella centralissima via san Cesareo, l’antico corso di un angolo del mondo tra i più suggestivi del Grand Tour, a due passi da piazza Tasso.

Arrivo a Sorrento alla ricerca del tempo perduto, recuperato in modo magistrale da chi ha radicato nell’animo il gusto e la conservazione del bello.

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Al civico 34 della fantasmagorica stradina, dall’imponente portale, s’affaccia la Maison Tofani, una residenza esclusiva per chi, pur nel breve arco d’una vacanza, pretende d’essere avvolto dalla rarefazione dell’atmosfera del tempo che fu.

L’inarrestabile entusiasmo dei committenti e l’esclusiva posizione dell’immobile, situato in una delle zone più belle del Centro storico, hanno consentito di trasformare una struttura di private abitazioni del Settecento in una residenza-albergo di prestigio, dove tempo ed energie d’ogni genere sono stati eletti ad imperativo in un recupero difficile, avvenuto grazie anche all’Alta Sorveglianza della Soprintendenza ai Beni architettonici e artistici di Napoli e provincia che ha seguito la complessa opera di restauro, diretta da Giansalvo Fiorentino.

Al primo piano mi accoglie Maria d’Esposito, proprietaria e gerante della Casa, per una ricognizione alla scoperta della rinnovata struttura e del corollario che offre a chi sceglie di ritemprarsi alla Tofani.

Elegante nel portamento, m’invita all’attraversamento della residenza tra sale, saloni, angoli ed anfratti, soffitti affrescati e passaggi segnati da porte riconsegnate all’antico splendore dopo un’opera accurata di restauro.

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Le peculiarità architettoniche dell’edificio ne denunciano il carattere nobiliare e la facciata si distingue per il suo portale in tufo pipernoide e per i balconi racchiusi entro eleganti stucchi settecenteschi, una storia, quella del prestigioso stabile, iniziata nel 1537, da una delle più antiche e aristocratiche famiglie di Sorrento, quella dei Mastrogiudice. Le enormi tele dipinte che decorano i soffitti di due stanze hanno lo scopo di ingrandire lo spazio reale, tra angioletti seduti quasi in bilico, personificazione delle Virtù Cardinali ed episodi desunti dalle Metamorfosi di Ovidio che si coniugano con il racconto principale, costituito dalla rappresentazione allegorica dei continenti allora conosciuti. L’altro tesoro d’arte da godere le porte che intervallano gli ambienti del primo piano, realizzate in legno dipinto e costituite da due pannelli con personaggi appartenenti alla cultura popolare e figure dai costumi dalla forgia orientaleggiante. Una cornice ideale per il turista alla ricerca di un soggiorno raffinato.

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Ma il viaggio continua per coniugare l’accoglienza con l’aspetto dell’incanto ambientale legato al mare. E giù, attraverso l’avvitamento dell’antica strada fino a Marina piccola, dove ormeggiata fa bella mostra di sé l’Aquilone, una ’42 del cantiere Uniesse, elegante imbarcazione in bianco e blu, per un itinerario suggestivo alla scoperta della bellezza, dei sapori e dei colori di una terra che si prolunga tra acque cristalline ed incontaminate fino agli isolotti dei Galli, a Punta della Campanella e Capri, con colazione a bordo a base di pesce dopo un tuffo in un mare che ti riconsegna alla storia e al mito. Il ritorno al tramonto con il sole che riversa in mare il rossore serale, il tempo di ritemprarsi e la scelta da effettuare tra la Lanterna e L’Abate, i ristoranti della Maison, tutti sistemati nelle vicinanze, per affidare al palato i sapori di una terra senza pari. Alla fine tra le strade e stradine di Sorrento ad assaporare la leggera brezza che ti scava il viso e ti restituisce la frizzante frescura d’una notte agostana.

Peccato! Domani si parte. Domani è un altro giorno.

Raffaele Bussi

Per saperne di più sulla Maison Tofani a Sorrento

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).