Lombardi e il fenicottero, un libro di Carlo Patrignani

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Il libro ‘Lombardi e il fenicottero’ di Carlo Patrignani, per le edizioni ‘L’Asino d’oro’, brillante e dinamica casa editrice diretta da Lorenzo Fagioli e Matteo Fago, è una miscela ben amalgamata di storia, politica e giornalismo ma con una lettura ‘profonda’ dei movimenti che hanno permeato e condizionato gli avvenimenti in se: dal nazifascismo alla Liberazione, dal mito dell’Urss quale paese del socialismo realizzato al crollo del Muro di Berlino, dalle false teorie di liberazione dell’uomo del biennio ’68 -’69 alla possibilità reale di ‘trasformazione’ non del mondo ma degli esseri umani.

E’ come gettare un enorme fascio di ‘luce’ sulla realtà e per farlo l’autore passa dall’esperienza di vita vissuta con Riccardo Lombardi negli anni ’70 a quella con lo psichiatra dell’Analisi Collettiva, Massimo Fagioli dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Ed è proprio Fagioli e la sua risposta alla domanda, Ma lei è comunista? “Mai stato, all’epoca stavo con il socialismo di sinistra di Lombardi”, il ‘motore’ del libro, l’asse portante della rivisitazione di una storia data per acquisita che rivela invece inganni e frodi. Cosi’ l’opposizione di Lombardi alla pratica del ‘catto-comunismo’ studiata e attuata dal cinico e freddo Palmiro Togliatti a partire dal voto favorevole all’art.7 della Costituzione per arrivare al ‘compromesso storico’, in nome della pace religiosa e del ruolo della Chiesa, diventa il rifiuto del binomio ‘comunismo e cristianesimo’ ostacolo ad ogni possibile ‘trasformazione umana’ teorizzata da Fagioli.

La distanza di Lombardi dal marxismo di cui salva il concetto di ‘alienazione’, senza il quale qualsiasi teoria economica diventa ‘sterile’, dal freudismo e dai maitre a penser del ’68 (Sartre, Foucault, Deleuze) le cui tesi sono ‘aberranti’ per finire alla poco convincente impostazione di Franco Basaglia sulla chiusura dei manicomi, diventano inganno e falsità per Fagioli perché impediscono qualsiasi ‘ricerca’ sulla realtà umana.

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Prima del film Una vita difficile: Riccardo Lombardi colto all’uscita del cinema con la moglie 1961. Foto Archivio storico Luce.

Allo stesso modo l’aspirazione di Lombardi ad una “società ricca, perché diversamente ricca”, ad una “riduzione dell’orario di lavoro per avere una migliore qualità della vita, piu’ tempo per sé e per l’amore”, diventano per la ricerca sulla realtà umana di Fagioli netta distinzione tra “bisogni ed esigenze”, ossia “appena completata la soddisfazione fondamentale dei bisogni, venti gradi di temperatura, quel certo numero di vestiti, quella casa, bisogna passare immediatamente alla ricerca della vera realizzazione degli esseri umani che è il rapporto interumano, è ricerca nell’ambito del rapporto interumano, è sessualità, non intesa come scarica e bisogno”. Poi l’onestà, la coerenza, il rigore e la non rassegnazione di Lombardi che ne hanno fatto un personaggio scomodo ed ingombrante, solitario e testardo, diventano l’onestà, la coerenza, il rigore scientifico della ‘teoria della nascita’, vale a dire la possibilità di una cura e guarigione dalla malattia mentale, formulata sin dai primi anni ’70 dallo psichiatra Fagioli, personaggio altrettanto scomodo e ingombrante, solitario e testardo ma la cui teoria e prassi non sono più soggette ad annullamento e negazione.

Ricco di ricerche d’archivio, di interviste, il libro, meglio il romanzo di fantascienza, di come un’altra storia sarebbe stata possibile, ci regala una figura femminile molto colta e sensibile, ma oscurata e messa da parte, che pure ebbe un ruolo non marginale nella Resistenza e nella Liberazione, il ‘fenicottero’ comunista, Ena Viatto, la donna che fu accanto, senza mai perdere se stessa, per 52 anni, all’Ingegnere, ‘non comunista ma amico degli antifascisti’.

Marco Rathenau

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Ena Viatto all’età di 22 anni. Foto riprodotta all’Archivio Centrale dello Stato.

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