Van Gogh. Tra il grano e il cielo – Vicenza, Basilica Palladiana

“Tra il grano e il cielo” è il titolo della mostra dedicata a Van Gogh negli spazi ampi e meravigliosi della basilica Palladiana di Vincenza. 129 opere – dipinti e disegni – molti dei quali provenienti dal Kröller-Müller Museum in Olanda, per la più grande esposizione italiana sull’artista, sul suo cammino, artistico e biografico, nei suoi luoghi. Fra pochi gioni al Cinema, un film-evento: “Loving Vincent” (in Francia “La passion Van Gogh” dall’11 ottobre), il primo lungometraggio d’animazione interamente dipinto su tela.


Vincent van Gogh, Campo di papaveri, 1890, L'Aia, Gemeentemuseum prestito del Cultural Heritage Agency of the Netherlands

Inutile dirlo: Marco Goldin ha fatto ‘centro’ un’altra volta.

E l’ha fatto con una mostra davvero unica, studiata al micron, preparata da mesi o forse anni, come tutti i suoi lavori espositivi che stan divenendo sempre più multidisciplinari e multimediali.

Stavolta il magnifico soggetto è l’olandese Vincent van Gogh, studiato, sviscerato, ‘manipolato’ – con cognizione di causa, come ha ammesso lo stesso Goldin nella splendida lectio magistralis di presentazione, in occasione del vernissage dedicato alla stampa.

Vincent van Gogh, Il ponte di Langlois a Arles, Colonia, Wallraf-Richartz-Museum & Fondation Corboud © Rheinisches Bildarchiv Köln. Manifesto della mostra.

La sua esistenza, il suo lavoro, le sue sofferenze, praticamente durate tutta la vita – non ebbe mai molta fortuna e non fu mai molto aiutato da mecenati o galleristi come furono, tanto per fare un esempio, Les Italiens de Paris, Boldini o De Nittis o Zandomeneghi, a parte il fratello Théo, pure mercante d’arte, testimone il loro mitico ed imprescindibile epistolario, vero fil rouge della mostra – furono improntati da grande cultura e religiosità.

Nella esibizione curata da Goldin il suo percorso esistenziale è un vero storytelling, il racconto reale però di una breve ma intensissima e ricca vita.
Fin dai primi ‘segni’-disegni – il tratto grafico, monocromo, persino quello preparatorio, è a volte molto più pregnante dell’opera a colori, è l’impronta digitale dell’autentico artista: la ‘sua’ arte è meravigliosa, dialogante con lo spettatore che fruisce di quel miracolo di tecnica.

Vincent van Gogh, Il seminatore, 1882, Amsterdam, Kunsthandel P. de Boer

Un tipico esempio è Il seminatore, prima, appunto segno su carta, essenziale, unico, per nulla ‘inferiore’, come temeva Vincent all’originale di grande spiritualità di Millet, suo ispiratore per tutta la vita.

Vincent van Gogh, Il Seminatore, 1890 (da Millet)

Bellissimo è anche l’olio di 8 anni dopo, in cui è intrisa una vita narrata e resa eterna per sempre nel ‘semplice gesto della seminagione’ realizzato coi tratti del pennello straordinario di Van Gogh – in mezzo, testimone d’amore artistico – proprio l’originale di Jean-François Millet, il pittore-contadino che, probabilmente, ancora a detta di Goldin, lui non vide mai.

Poi via via nelle sale il dipanarsi delle tele, di quegli oli che testimoniano il suo amore per la natura, per la vita, la visione panteistica di Van Gogh della realtà, del paesaggio…i papaveri, le gocce di una pioggerellina che cade e spezza con delicatezza la sagoma del paesaggio, che divengono un tutt’uno con esso e con la forza dell’anima…pura poesia visiva, dunque e forse, non a caso, lui, davvero colto e pieno di lirismo visivo amava Walt Whitman e le sue poesie, le più note raccolte nel suo labor limae di una vita, la silloge Leaves of Grass – Foglie d’erba e poi le Japonaiseries che non avevano affascinato solo Monet, Gauguin e Toulouse-Lautrec.

Vincent van Gogh, Vigneto, 1888, olio su tela, Otterlo, Kröller-Müller Museum

Lavoro dunque di grande cultura e variegatezza, questa imperdibile mostra dedicata a Van Gogh, in cui – come si diceva – anche Goldin ha ‘speso’ tanto del suo iter esperienziale e professionale: oltre alle legende – prefazione ad ogni sala, il critico ha realizzato tours di presentazione in varie città italiane ed un docu-film dedicato all’artista olandese che arriverà nelle sale italiane nella primavera 2018, intitolato VAN GOGH. TRA IL GRANO E IL CIELO. I CAPOLAVORI DEL KRÖLLER-MÜLLER MUSEUM, una produzione firmata 3D Produzioni e Nexo Digital.

Il film, che vedrà la partecipazione straordinaria dello stesso Goldin, getterà un nuovo sguardo su Van Gogh, attraverso il lascito della più grande collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), che ai primi del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni conservati oggi al Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda.

Catalogo Linea d’Ombra.

Maria Cristina Nascosi Sandri

« Van Gogh. Tra il grano e il cielo » – Basilica Palladiana di Vicenza – dal 7 ottobre all’8 aprile 2018 – orari: lun /giov: 9-18; ven/dom 9-20. Info e prenotazioni: www.lineadombra.it; biglietto@lineadombra.it

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CINEMA

Loving Vincent (La Passion Van Gogh) al Cinema, fra pochi giorni…

125 artisti e quattro anni di lavoro per realizzare Loving Vincent, il film d’animazione che racconta l’arte di Vincent van Gogh attraverso i suoi dipinti più celebri. Un lavoro lungo e accurato con ogni singolo fotogramma dipinto a mano, e ogni secondo di film che contiene almeno dodici tele.

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Per tutti gli amanti del grandissimo artista olandese, si potrà vedere tra pochi giorni al cinema il film-evento Loving Vincent (in Francia, La Passion Van Gogh), il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Realizzato elaborando le tele dipinte da un team di 125 artisti, il film è composto da migliaia di immagini, create nello stile di Vincent van Gogh (1853-1890), da pittori che hanno lavorato anni per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto.

Opera dello studio Breakthru productions – vincitore dell’Oscar per il cortometraggio animato Pierino e il lupo – il film racconta, attraverso 120 quadri e 800 documenti epistolari, la vita dell’artista olandese fino alla morte misteriosa, avvenuta a soli 37 anni e archiviata come caso di suicidio. Ma le cose andarono davvero in questo modo? Una troupe d’eccezione ha dato vita a un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura e che sta appassionando ancor prima dell’uscita.

La regia è di Dorota Kobiela & Hugh Welchman, la produzione è inglese.

Maria Cristina Nascosi Sandri

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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