Una legge elettorale perfetta non c’è, meglio il doppio turno di collegio.

« E tu che cosa proponi ? », mi scrive un amico carissimo dopo aver letto il recente testo, qui pubblicato a proposito di leggi elettorali. Avevo già l’intenzione di sottoporvi qualche altra considerazione, questa volta « in positivo », e il pungolo dell’amico cade dunque a fagiolo.

Fatta la premessa che il sistema elettorale perfetto non esiste, occorre dunque scegliere la migliore combinazione tra i fondamentali obiettivi della rappresentatività del corpo elettorale e della governabilità del paese, con l’aggiunta di un elemento troppo spesso sottovalutato : la semplicità della pratica elettorale. Un sistema elettorale deve entrare nel DNA della gente. Più un sistema elettorale sarà complicato e meno possibilità avrà di rivelarsi democratico nella sua applicazione concreta. Il Mattarellum era una buona legge elettorale, ma aveva il difetto di combinare in sé due metodi elettorali radicalmente diversi, come il proporzionale e il maggioritario a un solo turno.

Anche il successivo Porcellum combinava (in questo caso malamente) due metodi diversi, trattandosi di un proporzionale con soglia di sbarramento e sostanzioso premio di maggioranza.

In realtà il metodo migliore (ossia il meno peggio) mi sembra quello francese, modificato su un punto di rilievo di cui mi riservo di dire qualche parola in seguito. I membri dell’Assemblea nazionale transalpina (577) sono eletti col sistema maggioritario a due turni in altrettante circoscrizioni.

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Il « doppio turno di collegio » (che ha tra i suo vantaggi quello di costringere le forze politiche a cercare alleanze prima del voto) ha consentito in Francia l’alternanza parlamentare tra schieramenti contrapposti : nel 2012 ha vinto la sinistra, nel 2007 e nel 2002 aveva vinto la destra, nel 1997 la sinistra (portando alla coabitazione istituzionale con un presidente della Repubblica di segno politico opposto), nel 1993 la destra, nel 1988 la sinistra, nel 1986 la destra, nel 1981 la sinistra e nel 1978 la destra.

Il « doppio turno di collegio » avrebbe altri vantaggi evidenti, uno dei quali risiederebbe nella semplicità e nella somiglianza col metodo utilizzato con buoni risultati in occasione delle amministrative. Perché non basare il meccanismo elettorale su circoscrizioni, ciascuna delle quali elegge il proprio deputato ? Un altro vantaggio è che questo sistema rafforzerebbe il rapporto tra deputato e territorio. Il
«doppio turno di collegio» esprime (e al tempo stesso « ritocca ») la volontà popolare. La esprime perché ogni deputato avrà avuto la fiducia degli elettori della sua circoscrizione. La ritocca perché un partito privo di « roccaforti » e di alleanze rischia di avere poco o nulla sul piano della sua effettiva presenza parlamentare, pur disponendo di una non trascurabile presenza nazionale. In realtà questo sistema spinge alla nascita di coalizioni, la vincente delle quali dovrebbe poi avere le carte in tavola per governare.

Problema : il sistema dei ballottaggi è facile ed efficace in un contesto bipolare, ma può andare in tilt in un sistema tripolare (che nella Francia attuale è destra-sinistra-Fronte nazionale, mentre in Italia sarebbe oggi centrodestra-centrosinistra-M5S).

In Francia il meccanismo tiene perché è accoppiato a un sistema semipresidenziale, in cui il capo dello Stato è eletto direttamente dal popolo e non è un semplice arbitro. La riforma costituzionale francese del 2000 (approvata per via referendaria) ha rafforzato il legame tra presidente e Assemblea, che hanno ormai la stessa durata quinquennale. Si vota prima per il presidente e subito dopo per l’Assemblea nazionale per cui il neoeletto inquino dell’Eliseo avrà buon gioco a chiedere al popolo – per gestire il paese – una maggioranza parlamentare coerente con la sua linea politica. Questo condiziona il tripolarismo a vantaggio dello schieramento vincitore delle presidenziali.

In Italia – dove il presidente della Repubblica non viene eletto a suffragio universale e dove non ha comunque i poteri del suo collega transalpino – il
«doppio turno di collegio» potrebbe portare a conseguenze negative senza un’importante modifica rispetto al meccanismo in atto in Francia.
In effetti al secondo turno nelle circoscrizioni transalpine possono accedere più di due candidati. Chiunque abbia ottenuto al primo turno il voto del12,5 per cento degli iscritti alle liste elettorali può partecipare al secondo.

Nell’Italia attuale si rischierebbe così un gran pasticcio. In Italia, come accade per i sindaci, l’accesso al secondo turno andrebbe riservato esclusivamente ai candidati arrivati ai primi due posti. Dunque non si tratterebbe di copiare la Francia, ma di creare un «doppio turno di collegio» all’italiana.

Basterebbe questo a risolvere ogni problema ? No, ma sarebbe un bel passo avanti. Anche così la governabilità nazionale potrebbe non scaturire con assoluta certezza dalle urne, la sera stessa del voto, ma il passo avanti sarebbe importantissimo. La svolta verso il « doppio turno di collegio » (all’italiana) non basterebbe a garantire la governabilità, ma senza dubbio la favorirebbe in modo molto chiaro, trasparente e democratico. Questo è il punto. Appunto.

Alberto Toscano

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Alberto Toscano
Alberto Toscano est docteur en Sciences politiques à l’Université de Milan, journaliste depuis 1975 et correspondant de la presse italienne à Paris depuis 1986. Ex-président de la Presse étrangère, il est l’un des journalistes étrangers les plus présents sur les chaînes radio-télé françaises. A partir de 1999, il anime à Paris le Club de la presse européenne. Parmi ses livres, ‘Sacrés Italiens’ (Armand Colin, 2014), ‘Gino Bartali, un vélo contre la barbarie nazie', 2018), 'Ti amo Francia : De Léonard de Vinci à Pierre Cardin, ces Italiens qui ont fait la France' (Paris, Armand Colin, 2019), Gli italiani che hanno fatto la Francia (Baldini-Castoldi, Milan, 2020), Mussolini, "Un homme à nous" : La France et la marche sur Rome, Paris (Armand Colin, 2022)

1 COMMENTAIRE

  1. A difetto di una legge elettorale perfetta, meglio il doppio turno di collegio.
    Caro Alberto,
    d’accordissimo … anzi, é proprio un’ottima idea, questa del doppio turno con due soli candidati al secondo.
    Sarebbe da estendere a tutte le elezioni: municipali, regionali e legislative.
    Ora, visto che ci impegna a scompigliare le carte in tavola, aggiungerei anche la condizione di poter eliminare la clausola del primolista bloccato (per volontà di loro maestà, i segretari di partito), permettendo così all’elettorato di esprimersi pienamente.
    E’ quanto si vede spesso alle primarie, dove i favoriti arrivano dietro gli out-siders : Vox populi, vox dei !

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