Straferrara, altri 85 di questi anni, un traguardo ferrarese

La compagnia teatrale STRAFERRARA compie 85 anni. Un traguardo tutto Ferrarese. Ce ne parla Maria Cristina Nascosi Sandri, che nel 2001-2002 aveva già pubblicato un testo per celebrare la lunga vita della compagnia dal titolo “I settant’anni della Straferrara »

Che cosa si può dire di una compagnia teatrale dialettale come la Straferrara che quest’anno compie 85 anni ed è forse, se non la più vecchia, una delle più datate ed eccellenti di tutta Italia?

Molto si potrebbe raccontare, affabulare, addirittura.

La sua storia, nel tempo, nata già da una professionalità ed una bravura, in quel lontano 14 agosto 1931, che vanno oltre le vicende estensi degli anni tra le due Grandi Guerre – si allaccia compiutamente con quella di Ferrara, tanto da costituirne, a pieno titolo, parte integrante ed imprescindibile.

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Per mera semplificazione – ma il percorso è ben più vasto, peculiare ed articolato – si può dire che la compagine sorge da una prima Filodrammatica « Città di Ferrara », sorta nel 1912 – l’anno di nascita di Michelangelo Antonioni che, più avanti, molto ‘attingerà’ dal loro lavoro – e da un ‘successivo’ « Gruppo Estense », nel 1916, in cui già è presente Ultimo Spadoni. Poco tempo dopo, per l’aumentato numero dei componenti, il « Gruppo Estense » prese il nome di « Società Filodrammatica Estense ».

Molte commedie del teatro professionale venivano ridotte ed adattate per il teatro dialettale da autori come Nando Bennati, medico eclettico, ma, come nella migliore tradizione umanistica, giornalista, musicista ed autore, noto anche con lo pseudonimo di Galeno o come Nino Bannenta che si esercitava su testi di Selvatico, Testoni, Novelli e Gallina.

Dal 1923 ebbe inizio una vera e propria produzione di commedie in lingua dialettale tota nostra per il teatro ferrarese ad opera di Alfredo Pitteri, che cominciò con Adio, Rusìna, rappresentata il 23 marzo 1923, al Teatro del Soldato.

A Pitteri, di cui quest’anno ricorre il 40° dalla scomparsa, la Straferrara deve molto.

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Dimenticato da tempo, val invece la pena di ricordare che il suo geniale eclettismo, l’aveva portato, fin da giovane ad essere un protagonista della scena intellettuale italiana.

A soli 18 anni aveva fondato una rivista culturale su cui scrissero De Pisis, Filippo Tommaso Marinetti, aderendo al Futurismo e poi, più avanti, la sua bibliografia che consta di almeno 85 commedie, fece ‘gola’ persino ad Eduardo.

Pitteri, classe 1902, insieme con la moglie, Norma Masieri ed un altro manipolo di grandi attori ed attrici, fu tra i sottoscrittori dell’atto di fondazione della Compagnia Straferrara – uscita, in parte, dalla costola della Filodrammatica Estense – costituita dal cav. Ultimo Spadoni e fu il primo a scrivere opere drammaturgiche originali a Ferrara.

Infatti, fu proprio con la commedia, tuttora spesso rappresentata, Pàdar, fiòl e Stefanìn, preceduta, come era allora consuetudine, dall’atto unico più sopra citato, Adio, Rusìna, che il sodalizio uscì ufficialmente allo scoperto il 14 agosto 1931, al Teatro dei Cacciatori di Pontelagoscuro.

Ma, per rientrare nel seminato, si dirà che la storia di questa bella associazione prosegue negli anni ininterrottamente senza mai fermarsi, neppure in tempo di guerra, sotto le bombe, come vien esposto nel loro testo biografico I settant’anni della Straferrara, scritto nel 2001 – 2002 da chi redige questo pezzo.

Alcuni episodi in merito, tra il tragico e l’esilarante, vi son ampiamente riportati, a prova di una professionalità davvero fuori dal comune.

dal_libro_straferrara_di_m.cristina_nascosi_-_ultimo_spadoni_giuseppe_simoni_beppe_faggioli_e_olivo_ardizzoni_in_arte_zurzin_nel_film_oclla_paternicilinaoco_di_adolfo_baruffi.jpgUltimo Spadoni, Giuseppe Simoni, Beppe Faggioli e Olivo Ardizzoni, in arte Zurzin, nel film “La paternicilina” di Adolfo Baruffi (Foto tratta dal libro di Maria Cristina Nascosi “I settant’anni della Straferrara” del 2001-2002).

Quando poi, dal 1967 Beppe Faggioli, insieme con la moglie Cici Rossana Spadoni, figlia del fondatore ed eccezionale attrice e caratterista lei stessa, prese le redini della compagnia che Spadoni gli aveva affidato, un nuovo impulso, un rinnovamento davvero notevoli per i tempi ed il tipo di drammaturgia condotto, trovarono grandi spazi e pur se non molti, premi e riconoscimenti.

Anche Ferrara ha apprezzato, seppur lacunosamente e, di sicuro, non quanto avrebbe meritato, l’opera davvero unica della Straferrara: nel 1976 la compagnia ha ricevuto dalla Camera di Commercio locale il premio Masi – Recchi per “l’alto contributo dato alla valorizzazione del patrimonio linguistico ferrarese, mantenendo in essere un teatro dialettale provinciale”. E, tra gli altri, l’Associazione Stampa di Ferrara ha attribuito nel 1996 a Beppe Faggioli un premio alla carriera, la cui motivazione evidenzia, fra l’altro, che “…ha saputo trasmettere anche alle giovani generazioni la passione per questo genere di teatro, tanto che alla vecchia e gloriosa Straferrara si sono affiancate in città e in provincia alcune compagnie composte in massima parte da attori giovani”.

Ed infatti Beppe, anima della compagnia, come piace a Cici ed alla Straferrara tutta venga nominato e ricordato, è stato un ottimo didatta, oltreché uno degli ultimi capocomici della storia del teatro italiana, si può dire.
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Pur nella continuazione dell’opera del suocero, Beppe si è sempre adoperato affinché gli attori arricchissero i loro ruoli e la loro professionalità anche in campo cinematografico, televisivo e teatral-nazionale.

Lui stesso lavorò al Comunale di Ferrara nel 1999, recitando, lui anche autore, nel Falstaff, in una produzione-lirico teatrale internazionale, diretta dal regista inglese Jonathan Miller e da Claudio Abbado alla direzione della MCO – la Mahler Chamber Orchestra.

Lui, Cici, le attrici e gli attori, negli anni, han recitato con registi ed attori di fama come Antonioni, Franco Rossi, Vancini, Vittorio De Sica, Nino Manfredi, Gigi Magni, per non citarne che alcuni.

Poi, da quando è mancato – 3 anni a settembre – Cici, nata dietro le quinte, bimba prodigio che a tre anni recitava in una propria compagnia opere di Eligio Possenti o Dario Niccodemi, prosegue in questa grande opera teatrale che è un continuum e che si chiama Straferrara, portatrice-testimone di una tradizione tuta frarésa che, si spera, non venga mai dimenticata.

Ed il 16 agosto presenterà alla Rivana, per un primo anticipo di festeggiamenti per gli 85 anni, una commedia di Beppe, « El lu…. », per proseguire ufficialmente e prestigiosamente nell’àmbito della XXXIII Settimana Estense, quando venerdì 23 settembre si terrà nella Sala Conferenze della Camera di Commercio una performance nella performance, un’intervista ‘possibile’ a tutta la compagnia, tenuta da chi scrive.

Last but not least, il 5 gennaio 2017 in una commedia che comprenderà la presenza di tutti i componenti, per preciso ed affettuoso desiderio di Cici Rossana Spadoni Faggioli, e di cui, per scaramantica e teatrale abitudine non si rivela qui il titolo, la Straferrara chiuderà, al Teatro Comunale di Ferrara, i festeggiamenti ufficiali dei primi 85 anni di carriera.

Per aprire ufficialmente i prossimi 85…

Maria Cristina Nascosi Sandri

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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