Dietro la tonaca di Di Maio.

Il Movimento 5 Stelle è in ascesa, lo dicono i sondaggi. Occorre farsi delle domande su di loro che predicano da sempre una democrazia diretta, ma che faticano ad avere una democrazia interna. Ci si puo’ fidare di un partito che, al di là dei volti rassicuranti di Di Maio, Appendino e Raggi, è retto da un’impresa, la Casaleggio Associati? E’ credibile un movimento che non ha mai avuto un congresso, e dove ogni dissidenza è punita severamente dal « garante » Grillo? Ma se arrivano al potere siamo certi che saremmo liberi?

Gli italiani sembra che oggi guardino con favore ai grillini. Ma c’è da fidarsi di un partito liquido che cambia opinione settimanalmente a seconda dei sondaggi e degli umori del sistema Grillo e Casaleggio associati? Davvero Renzi è il male assoluto? oppure ancora una volta gli italiani si stanno facendo condurre per mano nel baratro dei loro errori? Chi è che vuole davvero cambiare il Paese?

C’è qualcosa di strano e che turba nella condotta e nella liquidità del 5 Stelle. Da che sono diventati prossimi al potere, conquistando città importanti come la capitale o la ex capitale Torino, i grillini hanno smesso l’abito contestatario e finanche populista e si presentano con l’abito buono e rassicurante delle Appendino, Raggi e Di Maio.

Con le dovute differenze, è come quando il Duce, agli albori della dittatura, si presentava in doppio petto, magari a manifestazioni religiose, lui che era ateo, e non con il fez e la camicia nera e i pantaloni militari.

Oggi, sembra, da alcuni sondaggi, che gli italiani abbiano più fiducia in Grillo e Di Maio che in Renzi e il PD. Alla base di cio’ vi è un racconto dell’attuale premier che viene spesso paragonato ad un novello Berlusconi. Si sente spesso questo paragone a fianco a locuzioni del tipo: “l’uomo solo al comando” che viceversa evocano epopee sportive.

Eppure, il paragone è decisamente improprio. La scalata di Berlusconi aveva una premesse che inevitabilmente ne metteva in discussione l’onestà, almeno intellettuale, e che costitui il vulnus della sua credibilità.

Berlusconi capo del governo era anche l’uomo più ricco d’Italia, con affari ed interessi che coprivano campi vari: dall’edilizia, alla finanza, dalle banche all’editoria, dalle televisioni all’informazione. Per non parlare delle assicurazioni, il calcio e il cinema. Una quantità tale di interessi ed affari da rendere sistemici i suoi conflitti d’interesse.

L’ex sindaco di Firenze, non è ricco, non ha affari in giro, è figlio di un impiegato pubblico e di una madre credo casalinga. E’ certamente un uomo dalla forte personalità, che si è fatto strada nel suo partito con la forza delle sue idee, vincendo prima le primarie per la provincia di Firenze e poi quelle per candidato sindaco nello stesso capoluogo, il tutto senza essere aiutato dagli apparati del partito. Al secondo tentativo ha vinto le primarie come segretario nel PD dopo aver fatto tesoro di una prima sconfitta contro l’allora segretario Bersani.

Quindi il paragone con Berlusconi non tiene, e nemmeno si puo’ parlare di un antidemocratico. Tutte le sue direzioni sono trasmesse, senza censura, in streaming, il numero di direzioni e di decisioni prese collegialmente è il più alto della storia del PD. Non invade l’amministrazione RAI, cercando di manipolarla (tanto è vero che la RAI mantiene la vecchia amministrazione che certo non gli è favorevole. Basta vedere il Talk show politici o la direzione di Bianca Berlinguer al TG3).

Forse essendo giovane e non parlando il politichese, Matteo Renzi è a volte troppo diretto nelle sue affermazioni, debbo dire che personalmente preferisco la franchezza
all’ipocrisia.

A proposito d’ipocrisia, torniamo al tema e a M5S.

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Dietro la tonaca di Di Maio che sembra un pretino, c’è un apparato che non scherza e che al momento buono decide da solo e senza consultare nessuno. E’ un’entità orwelliana che si chiama Casaleggio Associati. Una società (qui i grillini si beccano una similitudine con Berlusconi), una società che di fatto (scusate il gioco di parole) gestisce il quotidiano Il Fatto, gestendone tutti i servizi informatici.

Per questo io credo, che dietro il volto di intransigenti amici del giusto, di Travaglio, Padellaro e soci, ci siano fior d’interessi. Con Renzi pochi affari, con Berlusconi tanti. Si puo’ dire che dal punto di vista editoriale Travaglio ha fatto la sua fortuna con il cavaliere. Ma agli italiani che oggi si fidano dei Grillini vanno poste delle domande.
Renzi è un dittatore? Ma voi avete mai visto una riunione in streaming dei Cinque Stelle? I 5 Stelle che non hanno mai fatto un congresso e che scelgono i candidati sul provider dalla Casaleggio Associati che è l’unica che puo’ fare riscontri, sono democratici? Nei 5 Stelle ogni dissidenza ha determinato espulsioni, ma non da organismi democraticamente scelti all’interno del movimento, ma da Grillo che a detta di Di Maio è il “garante”. Garante di cosa? Uno che decide chi va bene e chi no è semmai un despota, un tiranno.

Nel PD, che pure ha una minoranza molto dura con il suo segretario, non c’è stata neanche un’espulsione. Neanche quella di D’Alema che ha fatto campagna a Roma per la Raggi e non per il candidato PD, Giachetti, scelto democraticamente, con le primarie dai cittadini.

Certo gli italiani sono soggetti ad una manipolazione mediatica che da Berlusconi in poi ha fortemente condizionato le loro scelte. Nell’ultima puntata di Ballaro’ ho ascoltato Travaglio, davanti ad uno sconcertato Paolo Mieli, dire un sacco di inesattezze e molte bugie sul prossimo referendum costituzionale. Bugie del tipo che la democrazia diretta, se vincesse il Si, sarebbe ulteriormente ridotta, mentre la realtà è che finalmente con l’approvazione della riforma si avranno anche i referendum propositivi, che oggi in Italia sono vietati. E’ il motivo per cui i radicali voteranno ad Ottobre SI.

Ho sentito dire che il Senato sarà di nominati e non eletti. A parte che oggi anche la Camera è di nominati, ma non è vero. Perché i candidati al senato saranno votati dai cittadini in occasione delle regionali. E cosi via. Infinite inesattezze e bugie da parte del portavoce dei grillini, che ipocritamente dice di essere imparziale. Il tutto con il presentatore che non gli contestava nulla, anzi finiva per interrompere Mieli che dava evidenti segni di impazienza.

Diceva Casaleggio che il “Virale” diventa vero. E’ cosi, e a forza di far percepire una cosa che è diversa dalla realtà la gente finisce per crederci. Paradossalmente, in qualche modo, Renzi si sta dimostrando l’unica forza antisistema, che vuole spezzare l’establishment di un’Italia che, a forza di inciuci e di affarismi tra caste, si è corrotta profondamente. Certo, la strada è tutta in salita e non sarà facile riportare gli italiani, disorientati da cattivi e mendaci racconti, sulla via della realtà dei fatti.

Ma davvero si puo’ credere nella democrazia dei 5 Stelle che appena nel 2013 proponevano ai fascisti di Casa Pound di allearsi con loro? che con Di Battista davano ragione ai djadisti dell’ISIS? che ancora con Grillo proponevano, dio solo sa come, di chiudere le frontiere ai profughi? che oggi con il provider « Rousseau » sostengono che le due leggi più importanti d’approvare in Italia sono: La riapertura delle case chiuse e mettere il vincolo di mandato per i parlamentari?

Gli italiani si fidano di loro? Io no.

Dietro la tonaca di padre Di Maio ci sono la Raggi, l’Appendino e tanta altra roba dall’aspetto molto meno rassicurante.

Nicola Guarino

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Nicola Guarino
Nicola Guarino, nato ad Avellino nel 1958, ma sin dall’infanzia ha vissuto a Napoli. Giornalista, già collaboratore de L'Unità e della rivista Nord/Sud, avvocato, direttore di festival cinematografici ed esperto di linguaggio cinematografico. Oggi insegna alla Sorbona presso la facoltà di lingua e letteratura, fa parte del dipartimento di filologia romanza presso l'Università di Parigi 12 a Créteil. Attualmente vive a Parigi. E’ socio fondatore di Altritaliani.

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