Politica italiana davvero… squillante

“S’ode a destra uno squillo di tromba / a sinistra risponde uno squillo…”.

Sarà banale, ma chi ha studiato il Manzoni (nel senso di Alessandro, quello dei Promessi sposi, il romanzo, non lo sceneggiato tv e tanto meno il film) non può che rievocare amaro questi reboanti versi della “Battaglia di Maclodio” al cospetto delle italiche recenti vicende parapolitiche. Le due emissioni sonore citate in quei due versi, se messe al femminile, rendono proprio l’idea della recente sarabanda di scandali sessuali, e c’è pure la parola che, nel moderno disgustoso linguaggio, dallo strumento a fiato dominatore dell’età del jazz è scivolata ad indicare attività che si svolgono parecchio più in basso e con sonorità decisamente diverse.

Prima, per mesi, la valanga di rivelazioni sul capo del governo, sulle sue feste a base di “escort” (altra parola che ha cambiato del tutto significato: ed era pure, tanti anni fa, la denominazione di una formosa automobile della Ford, una delle prime straniere vendute in Italia), sugli innumerevoli “mal di schiena” che gli impedivano la presenza a importanti appuntamenti istituzionali, i cui sintomi avevano però fascinose e giovanili sembianze femminili. Si stava appena tirando il fiato e non si rideva neanche più alla parola “complotto”, quando è arrivato lo squillo da sinistra, più breve ma non meno clamoroso, con la rivelazione che un quartetto di carabinieri ricattava il presidente della Regione Lazio sorpreso e filmato in intimità a pagamento con transessuali.

20091023_marrazzo4.jpgDifficili che ci siano risparmiati, adesso come prima, da sinistra come da destra, i particolari, le vicende centrali e quelle connesse, intercettazioni, filmati, foto, risultanze della accurate indagini, verbali, confessioni, testimonianze, dichiarazioni, pentimenti, divorzi, magari le fughe o chissà che altro. E stavolta la parola “complotto” non ha fatto più ridere, visto che allo stesso personaggio era capitato d’essere spiato intercettato pedinato indagato su stipendio e conto corrente quando s’era permesso di accettare la candidatura propostagli per la sua popolarità di giornalista televisivo persecutore implacabile d’ogni torto e persecuzione fatta ai cittadini. E anche se lui stesso ha definito l’evento “un errore della mia vita privata”, la parola complotto non fa ridere al cospetto dell’azione di quattro che non sono reclute qualsiasi, ma sottufficiali con encomiato stato di servizio i quali, benché ricattatori vogliosi di denari, non cambiano gli assegni estorti alla loro vittima ma propongono l’affare a riviste scandalistiche, d’improvviso immemori – proprio loro …! – del rischio di intercettazioni.

Eleonora PUNTILLO

Foto del governatore Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio.

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