Tramonterà definitivamente l’Occidente?

Li ho visti. Li ho visti con questi occhi e con il cuore. Barboni canuti che si calano all’interno dei cassonetti portarifiuti. Portano cappotti di lana lerci recuperati chissà dove, chiome lunghe e disordinate; sporche oltre ogni dire. Vecchiette avvizzite con indosso impermeabili stracciati e vocine querule imploranti: “un’offerta?”. Si accontentano di qualsiasi cosa possa tornare loro utile; sedie di plastica malridotte, indumenti, calzature, perfino avanzi di cibo.

Ci sono anche, qui a Cagliari, immigrati che abitano sotto qualcuno dei ponti dell’asse mediano di scorrimento, in “appartamenti” costruiti con il cartone degli scatoloni lasciati pronti sul marciapiede per essere raccolti dai camion della differenziata.

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Anni fa a Piccadilly, in quel di Londra, vidi un mentecatto vagabondo rovistare tra i rifiuti e bere quel poco che ancora era rimasto dentro una bottiglia d’acqua che qualcuno, chissà quando, aveva gettato nel cestino. Ricordo di aver pensato, mentre un brivido mi attraversava la schiena, che in città come Londra chi non può contare sulla solidarietà o sull’affetto di qualcuno oppure su mezzi di sostentamento pubblici anche minimi, può perdersi con molta facilità. Vi parlo dell’inizio degli anni Novanta, quando i fenomeni migratori non erano così accentuati e l’indigenza, forse, non così manifesta.

Attualmente, questa situazione generalizzata, sembra dover esplodere da un giorno all’altro. In ogni dove, oggi, ciascuno di noi potrebbe perdersi. Anche nella capitale dei sardi sono diventate frequenti (e anche peggio: “normali”) le scene di accattonaggio ai semafori o nei parcheggi del centro. Le file alla Caritas per un pasto caldo o per aiuti di altro tipo si snodano sempre più lunghe accogliendo democraticamente in misura forse pari extracomunitari e italiani non autosufficienti a causa di una … crisi (?) che non risparmia nessuno.

Sono i sintomi di una diffusa patologia degenerativa sociale ed economica che si estende trasversalmente come può, dappertutto: in Europa, in tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, nel mondo. Essa aggredisce la giustizia sociale come un carcinoma facendo incrementare e incentivando in tutti i modi le sperequazioni tra persone che abitano in uno stesso contesto urbano, regionale o statale. Piove sul bagnato, si dirà, e c’è sempre qualcosa che non torna.

Immigrati e accoglienza in Sardegna. Casteddu Online 23/10/2015

Tuttavia l’intensificarsi dei fenomeni citati lascia facilmente intuire che l’essere sotto il livello di sussistenza di un numero sempre crescente di persone non è che il sintomo più superficiale di un malessere ben più profondo. Questo disagio mostra il proprio volto con manifestazioni ben più gravi e devastanti: i conflitti bellici, l’inquinamento, il progressivo inarrestabile riscaldamento del pianeta, la diminuzione delle risorse non rinnovabili, i sempre più diffusi comportamenti semicialtroneschi quando non criminali di tutte quelle istituzioni pubbliche che in teoria avrebbero il dovere di ridurre il disagio delle persone. Sono tutte facce di una stessa medaglia che si alternano, a ben vedere.

Un grande poeta e polemista del Novecento scrisse:

Tu non puoi fare una buona economia con una cattiva etica.

Una frase memorabile, valida universalmente e in ogni tempo, che suggerisce quanto il raggiungimento di un certo livello di benessere e di felicità da parte di tutti gli abitanti del pianeta presupponga l’eliminazione degli egoismi da parte di chi può dare e una generalizzata iniezione di umanismo e di cultura dell’altro. Obiettivi, questi ultimi, difficilmente raggiungibili, in un mondo che continua a venerare Potere, Successo, Denaro e Individualismo.

Tramonterà definitivamente l’Occidente? La speranza è che non cessi mai tutto ciò che di positivo la nostra civiltà ha saputo esprimere; tuttavia è bene essere coscienti del fatto che quando prevale l’indifferenza il muro solcato dalle crepe è destinato a crollare, prima o poi, se non viene sottoposto a idonee misure di sostegno.

Giovanni Graziano Manca
Da Cagliari

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Giovanni Graziano Manca
Giovanni Graziano Manca nasce a Nuoro nel 1962, ma vive a Cagliari da decenni. Laureato in filosofia, ha sempre coltivato l’amore per la poesia, ma frequenta in modo altrettanto intenso altre derive artistiche (musica, pittura, architettura e cinema) e letterarie (saggistica, filosofia, narrativa). Pubblicista, critico musicale e letterario, ha collaborato e collabora con le più diffuse e interessanti riviste sarde e le più lette riviste musicali. Tra le sue pubblicazioni le due raccolte poetiche “In direzione di mete possibili”, LietoColle, Faloppio (Co), 2014 e “Voli in occidente” Eretica, Buccino (Sa), 2015.

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