Umberto Eco: L’uomo che sapeva tutto.

È stato definito l’uomo che sa tutto. Che sapeva. Umberto Eco si è spento all’età di 84 anni lasciando orfana, nel senso più drammatico del termine, la cultura italiana. Uno sguardo nitido, netto sulle cose e una capacità di rendere visibili e comprensibili le più recondite pieghe dell’anima umana.

A lui si deve il merito di aver trasformato la cultura italiana di massa offrendole opere di altissimo livello eppure non appannaggio esclusivo di menti erudite.

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Se il maestro Manzi ha permesso a molti italiani di raggiungere una preparazione elementare, Eco ha il merito di aver traghettato il Paese in una terra di grande respiro, di propositi e illusioni, non ultimo il progetto editoriale “La Nave di Teseo » definito una “follia” che consideriamo titolo di merito in un’Italia che si immiserisce sempre di più e che è sempre più preda di menti mediocri.

Aveva fama di essere spassoso, Umberto Eco, e al tempo stesso saccente sapendo intervenire con cognizione di causa su ogni argomento, non un tuttologo, ma un erudito che è stato in grado di dare lustro alla cultura del nostro Paese.

Ricordandolo, non vogliamo riportare il necrologio autografo, peraltro magnifico esempio di cosa significhi guardare la vita e il mondo da un punto di vista che non è mai avulso, ma sempre connesso alla condizione umana, ma rammentare un passo del Nome della Rosa che interpreta magistralmente i tempi in cui viviamo:

« Tu sei il diavolo » disse allora Guglielmo.
Jorge parve non capire. Se fosse stato veggente direi che avrebbe fissato il suo interlocutore con sguardo attonito. « Io? » disse.
« Sì, ti hanno mentito. Il diavolo non è il principe della materia, il diavolo è l’arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio. Il diavolo è cupo perché sa dove va, e andando va sempre da dove è venuto. Tu sei il diavolo e come il diavolo vivi nelle tenebre. »

Natalino Fioretto
Docente di linguistica
Università per stranieri di Perugia.

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Natale Fioretto
Natale Fioretto, laureato in Lingue e letterature straniere moderne (russo e portoghese), è docente di lingua italiana e traduzione dal russo presso l'Università per Stranieri di Perugia. Si occupa da anni di metodologia dell'insegnamento della lingua italiana come L2. È appassionato di Valdo di Lione e di Francesco d'Assisi.

1 COMMENTAIRE

  1. Umberto Eco: L’uomo che sapeva tutto. “Maestro, come si può bene appressarsi alla morte?”
    Sommesse istruzioni di Umberto Ecco su come prepararsi serenamente alla morte

    Recentemente un discepolo pensoso (tale Critone) mi ha chiesto: “Maestro, come si può bene appressarsi alla morte?” Ho risposto che l’unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni.

    Allo stupore di Critone ho chiarito. “Vedi,” gli ho detto, “come puoi appressarti alla morte, anche se sei credente, se pensi che mentre tu muori giovani desiderabilissimidi di ambo i sessi danzano in discoteca divertendosi oltre misura, illuminati scienziati violano gli ultimi misteri del cosmo, politici incorruttibili stanno creando una società migliore, giornali e televisioni sono intesi solo a dare notizie rilevanti, imprenditori responsabili si preoccupano che i loro prodotti non degradino l’ambiente e si ingegnano a restaurare una natura fatta di ruscelli potabili, declivi boscosi, cieli tersi e sereni protetti da un provvido ozono, nuvole soffici che stillano di nuovo piogge dolcissime? Il pensiero che, mentre tutte queste cose meravigliose accadono, tu te ne vai, sarebbe insopportabile.

    Ma cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, coglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abbandonare questa valle di coglioni?” U.Eco

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