Nuoro città d’arte, cultura e tradizioni. Museo del costume e al MAN mostra Klee.

Per chi già non lo sapesse, la città di Nuoro in Sardegna è città culturale e certo non carente di musei: ve ne sono ben cinque, per una popolazione che non arriva ai quarantamila abitanti. Primeggiano tra essi il Museo del costume di cui è proprietaria la Regione sarda attraverso l’ISRE, l’Istituto superiore regionale etnografico, e il MAN, il museo d’arte contemporanea della Amministrazione provinciale di Nuoro. Anche molto frequentato dai turisti il Museo Deleddiano che ha sede nella casa natale della grande scrittrice nuorese Grazia Deledda, Premio Nobel.

Il vecchio Museo del costume è stato oggetto di una profonda e rivoluzionaria ristrutturazione; la pianificazione ha richiesto l’impiego di 5 milioni di euro di provenienza pubblica e l’esecuzione dei lavori è durata quasi 13 anni, ma certo il sito museale (uno dei più conosciuti in Sardegna, sicuramente il maggiore, tra quelli etnografici) ne ha guadagnato in razionalità espositiva e fruitiva, nella maggiore visibilità dei contenuti e nella migliore collocazione dei pezzi all’interno degli spazi. Il nuovo Museo del costume è stato inaugurato il 19 Dicembre u.s.

Museo del Costume, foto di Elisabetta Manca

Il museo d’arte nuorese ha la propria sede nel centro storico della città; a spulciare tra le notizie fornite dal suo sito si apprende che Il MAN apre al pubblico nel 1999 all’interno di un edificio degli anni Venti già sede dell’Istituzione provinciale, e che la collezione del museo è il risultato di un’accurata selezione di opere di artisti sardi dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, un corpus di circa 500 opere, in continua crescita, che al proprio interno annovera i più importanti autori della storia dell’arte sarda, tra i quali Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Francesco Ciusa, Mario Delitala, Carmelo Floris, Maria Lai, Mauro Manca, Costantino Nivola Salvatore Fancello e Giovanni Pintori.

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Si può ben dire che in qualsiasi periodo dell’anno Nuoro si apre all’arte internazionale ma anche che non dimentica l’arte popolare del pastore e del contadino, l’artigianato e la tradizione.

Durante le feste di fine d’anno abbiamo visitato la collezione permanente del nuovo Museo del costume e la mostra temporanea Paul Klee – Mondi animati, visibile fino al 14 Febbraio 2016.

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Museo del costume – Mostra permanente.

I tesori etno antropologici di un popolo contribuiscono a documentare e spiegare il suo passato, ad alimentare nel presente la sua cultura. Essi, allo stesso tempo, concorrono a gettare le fondamenta del suo futuro e riflettono, in ogni tempo, la sua identità. A fine anno, sul mio solito taccuino, ho vergato: “Piacevolmente sorpreso: riaperto al pubblico il 19 u.s. il Museo del costume.

Museo del Costume, foto di Massimo Locci

Mancava da troppo tempo”. Nei giorni immediatamente successivi, visitata la mostra, la sorpresa si è tramutata in stupore. Sarebbe impossibile descrivere anche per sommi capi la ricchezza e il fascino straordinario di questa collezione. Sono personalmente convinto che per apprezzare a fondo tutto ciò che è visibile all’interno del museo dell’ISRE occorra una buona conoscenza di ‘cose sarde’, ma ciò, naturalmente, non significa che non valga la pena visitare l’esposizione a prescindere; pannelli introduttivi sintetizzano la storia di una terra originatasi milioni di anni fa, poi si è subito introdotti all’interno della sala dedicata agli strumenti tipici che in altri tempi pastori e allevatori utilizzavano nello svolgimento delle loro peculiari attività. Qui troviamo una vasta mole di oggetti che comprende gli strumenti utilizzati per la lavorazione del latte e la produzione dei formaggi, la tosatura delle pecore e la cura degli animali in generale. Altre sale esplicano, anche attraverso la ricostruzione di ambienti e/o la mostra di particolari strumenti, le attività della tessitura, quelle svolte dal contadino, dal cacciatore e dal pescatore. Tra le attività prese in considerazione, oltre ai diversi tipi di caccia che si svolgono in Sardegna, vi sono la pesca in laguna, quella del tonno e quella del corallo.

Ricchissima e coloratissima la collezione dei costumi sardi e quella dei tappetti e degli arazzi.

Museo del Costume, foto di Massimo Locci

Suggestiva la mostra dei pani, preziosa e molto variata, infine, la raccolta di gioielli e di amuleti.
Museo del Costume, foto di Massimo Locci

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Paul Klee – Mondi animati, al MAN, mostra temporanea visibile fino al 14 Febbraio 2016.

Ernst Paul Klee (1879 – 1940) è uno dei maggiori esponenti dell’astrattismo, forma particolare di pittura che esclude ogni rapporto della forma artistica con gli aspetti del mondo naturale. L’astrattismo si fonda unicamente sugli elementi con cui la pittura costruisce il proprio specifico linguaggio (i colori, per esempio, nella pittura).

Mostra Paul Klee al MAN di Nuoro, foto di Elisabetta Manca

Una prima chiave di lettura delle opere di Klee presenti nella bella e interessante rassegna curata dal Man la traiamo da uno scritto dello stesso Klee.

Scrive Klee:

che “l’iniziale disorientamento di fronte alla natura si spiega con ciò, che si comincia con lo scorgerne soltanto le ultime ramificazioni, senza risalire alla radice. Una volta però che uno se ne sia reso conto, può riconoscere anche nella più lontana fogliolina la manifestazione dell’unica legge che regola il tutto e trarne vantaggio” (Paul Klee, Diari, n. 536).

La mostra ha lo scopo di esplorare uno degli aspetti fondamentali dell’opera di un artista, Paul Klee, inedito in Sardegna. Tale aspetto consiste nel rinvenimento da parte dell’artista all’interno della propria percezione, della presenza di un principio vitale, generativo, insito nella materia delle cose. Tale principio vitale governa l’intero ordine naturale, dalle cose grandi a quelle infinitesimamente piccole.

Mostra Paul Klee al MAN di Nuoro, foto di Elisabetta Manca

La rassegna è articolata nelle sezioni: Interni (soggetti animati), Architetture, Paesaggi, Mondo animale, Forme dell’umano, Biologie antropomorfe. Emergono forti, nell’arte del pittore svizzero, la capacità di rappresentare ambienti limitati, la passione per lo studio delle strutture architettoniche, la capacità di umanizzare il mondo animale, la grande maestria nel caratterizzare psicologicamente l’individuo, l’interesse per la scienza e la sensibilità nei confronti della natura.

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Aggiungo a quanto sopra la mia personale e spassionata esortazione ad andare a vedere le mostre di cui abbiamo parlato: si tratta, per chi si interessa di etnologia e di antropologia ma ama allo stesso tempo anche l’arte moderna, di una buona occasione per visitare la città di Nuoro.

Giovanni Graziano Manca

INFO IN +:

Sito ufficiale del MAN – Museo d’Arte della Provincia di Nuoro

Sito del Museo etnografico sardo o Museo del Costume, curato dall’ Isre (Istituto etnografico della Sardegna) e riaperto il 19 dicembre 2015.

Museo Deleddiano – Casa natale di Grazia Deledda

Tutte le fotografie sono di Elisabetta Manca.

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Giovanni Graziano Manca
Giovanni Graziano Manca nasce a Nuoro nel 1962, ma vive a Cagliari da decenni. Laureato in filosofia, ha sempre coltivato l’amore per la poesia, ma frequenta in modo altrettanto intenso altre derive artistiche (musica, pittura, architettura e cinema) e letterarie (saggistica, filosofia, narrativa). Pubblicista, critico musicale e letterario, ha collaborato e collabora con le più diffuse e interessanti riviste sarde e le più lette riviste musicali. Tra le sue pubblicazioni le due raccolte poetiche “In direzione di mete possibili”, LietoColle, Faloppio (Co), 2014 e “Voli in occidente” Eretica, Buccino (Sa), 2015.

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