Immigrazione: L’identità europea davanti all’esodo.

Ferve il dibattito sul: “Che fare?” innanzi all’arrivo di migliaia di profughi e disperati, che scappano da guerra e fame. Fin qui abbiamo ascoltato voci numerose e perlopiù “buoniste” ma ecco che arriva il “cattivista” Antonelli che non manca di dare colpi anche alla contraddittoria Europa.


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Le élites pensanti europee praticano con passione il “buonismo” nei confronti del “diverso”, purché questi giunga da altri continenti e non sia un “diverso” uscito dai propri ranghi, refrattario al pensiero unico. E in massa i “diversi” continuano a sbarcare, legalmente o illegalmente, recando nei loro bagagli culture e valori che “trapiantano” nel nuovo suolo. Le nazioni europee somigliano così sempre di più a “paesi-contenitore”, o “paesi-recipiente”, o se proprio vogliamo a “nazioni-bidone”.

Vedi questo multiculturalismo fatto di comunità-ghetto con un destino “nazionale” distinto da quello che hanno gli abitanti originari del paese d’accoglimento. Si tratta, noto per inciso, di un multiculturalismo molto diverso da quello di cui il Canada mena, a giusta ragione, vanto.

Tra i valori fondamentali europei e i valori del fondamentalismo islamico esiste un’inconciliabilità di fondo. Che si consideri la Sharia, codice giuridico-religioso prevedente per i traditori della fede – gli apostati – la morte, e amputazioni e lapidazioni per diversi crimini. Che si pensi inoltre alla pesante condizione d’inferiorità che un certo Islam fa subire alla donna, il cui viso, considerato una pericolosa parte erogena, viene ricoperto pudicamente con una sorta d’indumento intimo. Il predominio dell’Islam sullo Stato suscita inoltre allarme in chi crede nella separazione tra Stato e “Chiesa”.

Chi non crede nella bontà intrinseca di globalismo e mondialismo denuncia, inascoltato “xenofobo” e “populista”, l’eccessiva permeabilità dei confini d’Europa. Vedi l’esempio incredibile dello Stivalone, ex Belpaese, sulle cui rive approdano da anni barconi carichi di “disperati”, che però prima di partire hanno dovuto pagare un salato biglietto di viaggio alle mafie nordafricane traghettatrici.

Tra i buonisti, esaltatori del “diverso”, ritroviamo gli orfani dell’utopia internazionalista marxista. Oggi il nemico da abbattere è lo stato-nazione”, giudicato borghese ed egoistico perché ostacolo al nomadismo planetario e al “frullato di popoli”. Questi nostalgici del marxismo sono fiancheggiati dai mondialisti-ecumenisti dello Stato del Vaticano, dai massoni mondialisti, dall’allegra finanza che è internazionalista per esigenze di portafoglio, e da tutte le cerchie tribali affaristiche che vedono nelle frontiere nazionali un ingiusto ostacolo al proprio internazionalismo.
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L’Europa Unita (EU) attualmente è, purtroppo, una semplice alleanza utilitaria in cui è presente, sotto mentite spoglie, un sentimento anti-europeo travestito da utopistico “volemose bene” planetario. L’europeismo dovrebbe invece poggiare sull’idea di un’“Europa-nazione”. Un europeismo autentico, basato su valori ideali e non puramente utilitari e di convenienza, dovrebbe essere pronto a difendere il proprio spirito profondo, ossia quell’insieme di valori, regole, sensibilità, consuetudini, comportamenti su cui poggia la sua preziosa identità.

Claudio Antonelli

Da Montréal

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Claudio Antonelli
Claudio Antonelli (cognome originario: Antonaz) è nato a Pisino (Istria), ha trascorso la giovinezza a Napoli, oggi vive a Montréal (Québec, Canada). Bibliotecario, docente, ricercatore, giornalista-scrittore, è in possesso di diverse lauree in Italia e in Canada. Osservatore attento e appassionato dei legami che intercorrono tra la terra di appartenenza e l’identità dell’individuo e dei gruppi, è autore di innumerevoli articoli e di diversi libri sulle comunità di espatriati, sul multiculturalismo, sul mosaico canadese, sul mito dell’America, su Elio Vittorini, sulla lingua italiana, sulla fedeltà alle origini e la realtà dei Giuliano-Dalmati in Canada, sull’identità e l’appartenenza...

1 COMMENTAIRE

  1. Immigrazione: L’identità europea davanti all’esodo.
    Caro Claudio,
    Permettimi di dissentire da alcune tue affermazioni pur condividendo nell’insieme la maggioranza del contenuto del tuo articolo. L’Italia non è un paese multiculturale, così come non sono in linea di massima le altre nazioni europee. Nella storia moderna gli europei sono sempre espatriati, come colonialisti, esploratori o in cerca di lavoro, e in alcuni casi come rifugiati politici. L’immigrazione di popoli di diverse culture non la conoscono e quindi non sanno come comportarsi. Per questo c’è il caos nel dover affrontare un’immigrazione di disperati che fuggono da guerre e fame. Il buonismo che praticano è quel senso di ospitalità insito nella cultura direi umana, perché l’ospitalità non è solo italiana e ci deriva fino dalla cultura dell’Antica Grecia. Gli europei sono principalmente nazionalisti culturalmente. Fino ad ieri si sono fatti la guerra.

    L’Unione Europea è solo un’unione mercantile che permette il libero scambio di merci e persone (europee) la vera Unione è ancora un’utopia. Ciascuna nazione aderente all’U.E. è indipendente politicamente e commercialmente e anche culturalmente, inoltre ciascuna parla una propria lingua.
    L’istituzione della moneta comune (Euro) è stata una convenienza delle grandi istituzioni finanziarie dovuta al globalismo commerciale, ma, a mio parere, non ha nessun requisito di una normale moneta e non credo che potrà resistere a lungo.

    Comunque questa è la mia modesta opinione e non intendo contestare le opinioni altrui. Si fa tanto per chiacchierare.

    Cordialmente
    Daniele Bertozzi

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