Nel silenzio del cuore. L’uccisione del maiale agli occhi dei bambini.

È in corso dalle festività natalizie in poi il rito arcaico dell’uccisione del maiale, al Sud Italia particolarmente sentito, ed attuato… Ecco un racconto breve del poeta e scrittore Gabriele De Masi, irpino, che con levità ci introduce a questa liturgia con gli occhi dei bambini, che un tempo lontano osservavano non senza timore e solidarietà verso gli animali sacrificali…

NEL SILENZIO DEL CUORE

Quando sentirete grugnire alto il maiale, non abbiate timore. Lo fa per il nostro bene e, se in cuor suo qualcuno si dispiacerà, ciò porterà un gran male perché la sua carne diventerà dura e amara.”

Era stata precisa la fattora di campagna con quei piccoli ospiti, figli del padrone, in fila per l’evento; così, avrebbero conosciuto direttamente, anche se in modo forte, la vita per come è, e non per come si nasconde.

Fate festa!” gridò, più forte dell’animale, la donna con le maniche rimboccate e dietro a un grembiulone di plastica che la preparava per la mansione del macello.
S’ammazza il re dell’aia. E, non dimenticate, è per il nostro bene.

L’anno prima, chissà chi, qualcuno aveva tradito, perché i capicolli erano venuti di rancido, le soppressate, con buchi d’aria quanto una galleria e, pure i prosciutti, troppo salati e mal ventilati.
I bimbi sorrisero con sforzo, poco convinti, più preoccupati per le imperiose minacce della donna.

Lia, la più piccola, pregò in silenzio un canto di salvezza imparato all’asilo. Nessuno se ne accorse. Gli occhi, diventati lucidi, a stento trattenevano la dolorosa partecipazione; ma riuscì a non farsi notare.

Oggi, Lia è grande. Non ha mai dimenticato questo giorno. E ricorda, pure, la gran festa, fatta poi, con patate, carne e vino. Non assaggiò nulla. Così, non seppe mai se quella carne fosse diventata dura e amara, né lo chiese ad alcuno. Come, non fece parola mai con nessuno ( ma ve lo raccontiamo noi) di quel canto di salvezza, imparato all’asilo, e recitato nel silenzio del cuore.

Gabriele De Masi

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Foto Flavio Brunetti
Foto copyright Flavio Brunetti
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