Tzvetan Todorov a Milano per presentare la sua « Pittura dei Lumi ».

Dal 13 a 16 dicembre, Milano ha ospitato la terza edizione di BookCity e, tra tanti interessanti incontri, come rara occasione, è stato dato d’incontrare, al Castello, il prestigioso critico e scrittore di origine bulgara (1939) Tzvetan Todorov che ricordo, fin dall’epoca dei miei studi letterari, rappresentante della scuola dei formalisti russi, discepolo del semiologo Roland Barthes, iniziatore di quell’indirizzo storico-letterario che fu lo strutturalismo, che si reputa oggi superato.

Bookcity, il filosofo Todorov al Castello

Studioso del linguaggio e di una lettura dei testi che presumeva d’avere carattere scientifico, cioè di adottare canoni ben precisi per identificare la struttura portante dei testi, ha molto influenzato lettori, scrittori e filosofi successivi alla seconda guerra mondiale, tanto per intenderci del livello di Italo Calvino che compose, catturato dal fascino di quella scoperta, alcuni dei suoi grandi successi dagli anni ’70 in poi: Le città invisibili, Il Castello dei destini incrociati, Se una notte d’inverno un viaggiatore…(cfr. Altritaliani.net: “Italo Calvino a Parigi”).

La cultura francese aperta a tutte le sperimentazioni e fervida di prospettive sempre nuove attrasse a sè pure Todorov che seppe interpretare la contemporaneità non come sapere statico, fermo a obiettivi già acquisiti, ma come vortice dinamico di pensiero in perenne evoluzione nel quale i vari rami del sapere si incrociano e si amalgamano per generare più acute sensibilità e creare approdi sicuri in conformità di rinnovate istanze. Gli studi francesi furono per lui molto importanti e gli consentirono quella libertà di ricerca che oggi dà i suoi frutti.

Lo scrittore e critico bulgaro ha deciso di vivere in Francia ed è Direttore di ricerca onorario del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Parigi. Ha superato lo strutturalismo, fervida stagione culturale del passato, e ha intrapreso una via di ricerca singolare che vuole spiegare le trasformazioni del presente e coglierne le dinamiche: dall’America all’Europa, dalle democrazie ai totalitarismi, ma senza inseguire in astratto teorie itineranti, cogliendo bensì in concreto, attraverso personalità di spicco, le atmosfere delle varie epoche e dei vari secoli, come se più che mai oggi contasse recuperare quell’essenza umana che forse è stata nel passato trascurata.

Gli importa entrare in un mondo di sentimenti e di pensieri che sono alla radice dei comportamenti dei popoli e segnano le differenze storiche. Non più quindi attraverso solo lo studio dei testi, ma esaminando l’essenza dei singoli autori. La caratterizzazione umana individuale che sta alla radice dei fenomeni culturali ed artistici ha preso il posto degli aridi canoni linguistici e della codificazione degli strumenti operativi di analisi.

Wiener Akademie, Martin-Ferdinand Quadal 1787

Chi può dargli torto quando dichiara che l’arte non è per nulla l’ancella di altri saperi, ma la quintessenza dello spirito universale inconfondibile della bellezza che è nel mondo, legata ad una verità propria del tempo in cui si rivela per immagini? C’è un suo saggio infatti che s’intitola: La bellezza salverà il mondo (2010), che è divenuto lo slogan prediletto nel nostro tempo di crisi, sicuramente per alimentare almeno speranze.

La paura dei barbari però incombe nella realtà presente e richiama un altro tema oggi molto attuale. Si pensi ad esempio alle lezioni sui barbari, oggetto di discussione su “Repubblica”, nel 2006, da parte dello scrittore Alessandro Baricco, poi divenuto un saggio nel 2008, edito da Feltrinelli [[N.d.r. L’opera è stata di recente pubblicata in francese: Alexandro Baricco, Les Barbares, Essai sur la mutation, Editions Gallimard 2014, traduzione dall’italiano di Françoise Brun e Vincent Raynaud.]]. Con i necessari distinguo è un pensiero ricorrente come una minaccia che guasta l’aria festosa d’una magica composizione creativa umana che si potrebbe verificare su un altro versante .

LA PITTURA DEI LUMI

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Todorov è venuto tra noi a Milano per presentare il suo ultimo libro che parla di arte: La Pittura dei Lumi, edito da Garzanti, che illustra l’arte del Settecento, preludio alla creazione del pensiero europeo, in linea con un altro suo saggio del 2007: Lo spirito dell’Illuminismo, che si colloca come antitesi al Nuovo disordine mondiale del 2003.

Conformemente al rinnovato svolgimento del suo pensiero, vi appare non un’umanità straordinaria, ma ordinaria e quotidiana, nata dalla rivoluzione dei lumi, che “ha lasciato tracce profonde nella cultura attuale”. Da Hogarth a Watteau, a Goya, agli italiani Tiepolo, Piranesi ed altri, egli sottolinea che l’arte pittorica del Settecento abbia significato la metamorfosi dell’individuo che continua nel tempo corrente ed esprime la vita reale come nella Commedia dell’arte.

Ne La Morte di Marat di Jacques-Louis David però, il dramma dell’esistenza arriva a trasformarsi in tragedia, come frattura provocata dal passaggio dal periodo del potere regio a quello popolare. Così proseguendo lo studio, agli interrogativi che ognuno si pone sul proprio destino, sul rapporto con gli altri, sulla propria capacità di relazione, egli dà risposte molto convincenti. Commedia e tragedia nel Settecento dei Lumi si può dire che convivano insieme come nell’erma bifronte di cui parla Pirandello nella sua poetica che, se da un lato indulge al riso, dall’altro dimostra la volontà di piangere, nel segno di una contraddizione inspiegabile. Proprio quella che segna la nostra vita, ma non si proietta al di là di esclusivi confini, appartiene soltanto al nostro processo d’identificazione.

Gaetanina Sicari Ruffo

Scheda del libro:

Todorov Tzvetan

La pittura dei Lumi
Ed. Garzanti
http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=3205
Traduzione dal francese di Emanuele Lana
110 illustrazioni a colori
216 pagine
€ 42.00
ISBN 978881168811-2

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Gaetanina Sicari Ruffo
Gae(tanina) Sicari Ruffo è purtroppo venuta a mancare nel 2021. Viveva a Reggio Calabria. Già docente di Italiano, Latino e Storia, svolgeva attività giornalistica, collaborando con diverse riviste, tra cui Altritaliani di Parigi, Calabria sconosciuta e l’associazione Nuovo Umanesimo, movimento culturale calabrese. Si occupava di critica letteraria, storica e d’arte. Ha pubblicato i saggi Attualità della Filosofia di D.A. Cardone, in Utopia e Rivoluzione in Calabria (Pellegrini, 1992); La morte di Dio nella cultura del Novecento, in Il Santo e la Santità (Gangemi, 1993); La Congiura di Tommaso Campanella, in Quaderni di Nuovo Umanesimo (1995); Il Novecento nel segno della crisi, in Silarus (1996); Le donne e la memoria (Città del Sole Edizioni, 2006, Premio Omaggio alla Cultura di Villa San Giovanni); Il voto alle donne (Mond&Editori, 2009, Premio Internazionale Selezione Anguillara Sabazia). Suoi anche i testi narrativi Là dove l’ombra muore (racconti Premio Internazionale Nuove Lettere, 2010); Sotto le stelle (lulu.com, 2011); La fabbrica dei sogni (Biroccio, 2013); la raccolta di poesia Ascoltando il mare (Pungitopo, 2015).

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