Il film “Smetto quando voglio” sbarca nei cinema francesi.

Opera del giovanissimo regista Sydney Sibilia, di Salerno, questo film sul precariato segna il nostro tempo e il vivace ritorno al genere della commedia. Un genere che in Italia è stato vincente specie nei periodi più duri. Un modo vivace e divertente per raccontare i nostri tempi. In Francia dal 6 prossimo: « J’arrête quand je veux » (Distribuzione Bellissima Films).

Partiamo in breve dalla trama:
j_arrette_120_rvb_160514-2.jpg

Pietro Zinni è un genio. Brillantissimo ricercatore in Neurobiologia. A 37 anni, invece di dargli i mezzi per conquistare un premio Nobel, la nostra Università lo licenzia per spending review. Non avendo il coraggio di confessarlo a Giulia, la sua compagna, non trova altra soluzione, per tirare avanti, che mettere assieme i più grandi cervelli che sono nella sua stessa condizione, creare una droga sintetica di alta qualità, non compresa nell’elenco ministeriale delle sostanze vietate , e spacciarla…

Il cinema italiano si ritrova, di questi tempi a parlare di precariato, richiamando un cinema comico che ebbe illustri antenati in Totp’ e Peppino De Filippo, quando sognando la ricchezza ed una sistemazione nella società divennero “I due falsari”, un film che in questi giorni è riproposto dalla televisione.

Un po’ realista e molto commedia il film di Sidney Sibilia si propone come spiritosa continuazione della trazione della commedia, un genere che dopo un paio di decenni di silenzio, anche grazie alle drammatiche vicende italiane, sembra ritrovare forza e vigore. Come anche negli straordinari (per il cinema) anni sessanta, ancora una volta la settima arte italiana dà il meglio di se nei momenti più bui della sua società. Una rinascita letteraria e cinematografica che è sempre inversamente proporzionale alla caduta politica e finanche culturale in senso lato della nostra società.

Opera prima di Sydney Sibilia, co-autore anche della sceneggiatura, a sei mani con Valerio Attanasio e Andrea Garello. Esordio riuscito di questo 32-enne salernitano. Idea di base geniale. Ritmo indiavolato. Quasi da film d’azione.

Attori in palla, molti giovani guidati dalla sperimentata capacità artistica di Neri Marcoré e Libero Di Rienzo, ma tutti da Valerio Aprea in poi sono all’altezza con personaggi a volte spinti, ma volutamente al limite del caricaturale, come l’abbiamo detto nella tradizione della nostra commedia un genere che con il neorealismo e i suoi derivati, disciplina e caratterizza nel mondo il nostro cinema.

Garbato. Non volgare. Divertente. A tratti spumeggiante ed irresistibile. Ancora una volta il cinema giovane italiano sa sorprendere e divertire.

Ecco alcune frasi del film da ricordare:
Sydney Sibilia

“In Italia una droga per essere censita come tale deve essere compresa nella tabella delle sostanze illegali del ministero della salute. Cocaina, eroina, anfetamina, metadone, exstasi, e più o meno altre 200 molecole fanno parte di quell’elenco. Se una molecola non è in quella tabella, allora puoi produrla, la puoi assumere, ma, soprattutto, la puoi vendere. A 24 anni mi sono laureato in neurobiologia con il massimo dei voti. Ho un master in neuroscienze computazionali ed uno in dinamica molecolare. Negli ultimi mesi ho messo su una banda che gestisce un giro di centinaia di migliaia di euro. Sono accusato di produzione e spaccio di stupefacenti, rapina a mano armata, sequestro di persona e tentato omicidio. Mi chiamo Pietro Zinni, e sono un ricercatore universitario!”. (Edoardo Leo, fuori campo, ad esergo iniziale).

“Tu hai detto : un’aspra diatriba legale…
Ma io nun so manco che vor dì!
Tu sei laureato! Te l’ho detto che io non assumo laureati, siete inaffidabili! È er terzo sta settimana!

Si, sono laureato, lo ammetto. È un errore di gioventù. Di cui sono perfettamente consapevole!”. (Il carrozziere e l’antropologo Pietro Sermonti).

Non ingigantiamo la cosa : faccio un po’ di soldi, poi smetto quindi voglio!”. (Edoardo Leo a Valeria Solarino).

Catello Masullo

Article précédentAntonioni 2007-2014… Blow up, l’omaggio dell’Albertina di Vienna.
Article suivantElogio alla sigaretta.
Catello Masullo
Catello Masullo, giornalista, membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani, direttore responsabile della testata giornalistica Il Parere dell'ingegnere, presidente del Cinecircolo Romano e redattore della sua testata QUI CINEMA (https://www.cinecircoloromano.it/category/qui-cinema-on-line/ ), direttore artistico del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime, Presidente della Giuria PREMIO DI CRITICA SOCIALE VENEZIA 2015-2016-2017-2018-2019 (membro della giuria nel 2014) (premio Collaterale riconosciuto dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia), membro della Quinta Commissione di Revisione Cinematografica della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in qualità di esperto di Cinema (dal 2009 al 2016).

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire!
S'il vous plaît entrez votre nom ici

La modération des commentaires est activée. Votre commentaire peut prendre un certain temps avant d’apparaître.