Intervista a Giorgio Conte, l’amico vicino e lontano.

Un’anteprima al suo concerto parigino del 27 giugno 2014 a Parigi in trio con Walter Porro e Alberto Parone (ingresso gratuito).

A Parigi è sempre molto atteso l’ormai quasi annuale appuntamento live con Giorgio Conte, un chansonnier che lega leggerezza e malinconia, divertimento ed ironia per raccontare, sempre con sagacia, delle passioni e dei limiti delle umane creature. Lo ritroveremo in occasione del grande concerto della Settimana italiana della Mairie del 13° (Salle des fêtes), a Place d’Italie, venerdi prossimo, ore 21.00, un’iniziativa organizzata in partenariato con l’associazione Musica italiana.

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Il concerto con ingresso gratuito è un’occasione per festeggiare l’arrivo dell’estate nonché la sua verve di autore ed interprete curiosamente più amato in Francia che nella stessa Italia. Del resto lui con i trasalpini si sente benissimo, come spiega nella breve intervista concessaci, ed è per questo che i suoi fan francesi e italiani in Francia lo aspettano sempre con ammirazione e affetto, come se si aspettasse un amico.

INTERVISTA

Pietro Bizzini per Altritaliani: Caro Conte, è difficile creare con un’industria della musica basata sul solo consumo commerciale. Dove trovi la forza per continuare a suonare senza perdere la passione?

Giorgio Conte: Questo è il mio mondo. Queste sono le canzoni che ho scritto….che scrivo e scriverò. Sono parole e musica non destinate ad un consumo distratto o superficiale. Per fortuna esiste ancora un pubblico che niente ha a che fare con l’ “usa e getta”.

P.B.: Nelle esibizioni live il dialogo con il pubblico è centrale per te. A Parigi, il 27 giugno, chi suonerà con te? Hai già in mente cosa proporrai? Presenterai qualche canzone in francese?

G.C.: Mi piace, è vero, intrattenere il pubblico in modo simpatico ed accattivante. I musicisti che mi accompagneranno saranno Walter Porro al piano ed accordeon, Alberto Parone basso vocale e batteria. Farò un omaggio alla grande canzone francese. Quanto alla scaletta, qualcosa ho in mente, salvo variazioni a seconda del rapporto che riesco ad instaurare con il pubblico.

P.B.: Hai scritto canzoni per diversi artisti e artiste. Quant’è difficile riuscire a creare cercando di esaltare le capacità altrui?

G.C.: Ora le mie canzoni me le canto e me le suono da me! In passato ho scritto per altri e ogni volta ho dovuto, e non è poi così facile, confezionare parole e musica « su misura ».

P.B.: Nei tuoi testi c’è del comico, del malinconico, della poesia dedicata alle piccole cose. Si puo’ imparare osservando?

G.C.: Certe cose non si imparano, si vivono, si descrivono, si ricordano, si rivivono e, a volte, si rimpiangono.

P.B.: Il disco: “Il Contestorie” (2003) è un doppio cd con una doppia natura, una prima parte ibrida fra la canzone d’autore e il jazz, la seconda sperimentale, direi più “avanti”. Un confine che volevi superare? Un segnale da mandare al mondo della musica, spesso così pieno d’etichettature?

G.C.: E’ vero, ci sono le mie due anime, quella del cantautore e quella dell’autore. Se ti riferisci a Daindi e Amadiè, ho voluto sperimentare, ho giocato un po’ con un inglese creativo e maccheronico.

P.B.: Nel “The best of Giorgio Conte / live at Sovrano Festival, Alberobello 2004” presenti diciassette canzoni fra le moltissime. Cos’ha guidato la tua scelta? Hai delle canzoni a cui sei particolarmente legato?

G.C.: Essendo un live abbiamo scelto le canzoni che hanno suscitato maggior gradimento nel pubblico; quella fu una serata speciale, magica ed irripetibile. Sono particolarmente legato a “Non sono Maddalena” (nella versione di Mireille Mathieu, il titolo è “Toi Et Moi”), e “Deborah” (anche nella versione di Claude François), nonchè “Una Giornata al mare” (parole di Paolo).

P.B.: Puoi descrivere il rapporto che intercorre fra te e la Francia? C’è una ragione perchè hai fatto più concerti fuori Italia? O è soltanto una leggenda?

G.C.: Amo la Francia. Abbiamo la stessa eleganza, la stessa cultura, le stesse eccellenze in fatto di moda, vini, musica, automobili, donne, sport e mari e maree. D’altra parte siamo cugini, no ?

P.B.: Nella stessa famiglia due musicisti di successo, com’è che Paolo si è dedicato più al Jazz mentre tu hai intrapreso anche altre strade musicali? E’ una questione di orecchio, d’istinto o semplicemente d’interesse?

G.C.: Beh…, il jazz è stato il primo amore di entrambi. Sì, forse, Paolo è più jazzista di me, anche se lui (sorride n.d.r.) non sa suonare la batteria ed io si! In ogni caso la divina musica jazz rientra nelle nostre canzoni come un’eco lontano, seppur presente e mai dimenticato.

Pietro Bizzini

Per completare questo scambio di battute ed introdurvi un po’ di più nell’universo pieno di fascino di Giorgio Conte, vi proponiamo questo speciale di presentazione del suo ultimo album “C.Q.F.P.” (“Come Quando Fuori Piove”) fatto da Fausto Pellegrini su RAI NEWS:

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