La Passione di Cristo e la Via Crucis, nel Vulture (Basilicata)

Il dramma del Golgota torna a rivivere nella zona del Vulture. Infatti, con grande impegno si svolgono i tradizionali riti della “Settimana santa” o Settimana Maggiore, come s’intende liturgicamente. Le manifestazioni popolari, che ogni anno ripropongono gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, si ripetono ad Atella, Barile, Filiano, Maschito, Venosa e Rionero in Vulture con la tradizionale processione dei “Sepolcri” che vede l’imponente e commossa partecipazione di popolo il cui sentimento religioso s’intreccia con l’impegno culturale e folcloristico.

Barile, Gesù porta la croce
Barile, Gesù porta la croce

A Barile soprattutto, caratteristico paese arberesh posto ai piedi del monte Vulture, la rievocazione della “via crucis”, una delle rappresentazioni più note ed antiche ( si ripete da ormai da oltre duecento anni), vede coinvolta, si può dire, l’intera popolazione. Il comitato “Pro sacra Rappresentazione” da mesi è impegnato per mettere a punto la complessa macchina organizzativa e rispondere al meglio alla fama di cui gode la manifestazione barilese.

Alle ore 14 e 30 del venerdì santo, come tradizione vuole, i numerosi interpreti si ritrovano presso la chiesa “Santa Maria delle Grazie”, dove restano in preghiera nell’attesa dell’inizio della manifestazione. Di qui parte il lungo corteo, composto di oltre cento personaggi in costume d’epoca. Inizia con i centurioni a cavallo, poi seguono 33 ragazze simboleggianti i 33 anni di Cristo e le portatrici di oggetti della passione. Seguono i dottori della legge ebraica, i soldati romani a guardia di Gesù con la colonna, figura simbolica che ricorda il momento in cui il Cristo fu legato ad una colonna e fustigato. La tradizione vuole che sia coperto e a tutti sconosciuto. E’ un personaggio che fa voto e, per la posizione che assume lungo tutto il percorso, si sottopone a gradi sofferenze.

Viene poi il Malco, legato da funi con le quali si batte e con scarpe grosse calzate a rovescio come silicio. E’ l’uomo che avendo schiaffeggiato Gesù sarà condannato a non trovare pace in eterno. Segue ancora Gesù con i sacerdoti del Sinedrio e poi l’ “Ecce homo”, altra figura simbolica a cui viene messa in mano una canna come scettro, e poi ancora il Cristo sofferente che porta la pesante croce di legno e cade tre volte lungo il percorso. Infine vengono Maria Addolorata, madre di Gesù, le pie donne ecc.

Barile, il malco
Barile, il malco
Barile, La Madonna
Barile, La Madonna

In un corteo, dove dominano il dolore e il pianto, spicca la Zingara carica di oro e, perciò, guardata a vista da due carabinieri, la quale ancheggia, ride e sbeffeggia il Cristo. Ai tanti personaggi legati alla tradizione cristiana, se ne affiancano alcuni pagani, come il moro e il moretto e, appunto la zingara.

Barile, La zingara e la zingarella
Barile, La zingara e la zingarella

Una folla enorme, accorsa anche dai paesi vicini e dalle regioni limitrofe, si accalca lungo il percorso per assistere al passaggio dei vari personaggi. I momenti di più forte emozione sono quelli della caduta di Gesù sotto il peso della croce. E’ un corri corri, uno spingersi l’un l’altro, un sollevarsi sulla punta dei piedi per vedere meglio, mentre una sofferta invocazione del Cristo si eleva al cielo. E’ l’immaginario collettivo che prende il sopravvento e dà intensa drammaticità alla sacra rappresentazione.

Da qualche anno anche ad Atella si dà vita ad un’affollata sacra rappresentazione con personaggi viventi in costume d’epoca che richiama numeroso popolo e s’impone per la carica emotiva che caratterizza i vari personaggi, specie nel momento della crocifissione.

Rionero in Vulture, Cristo con la croce
Rionero in Vulture, Cristo con la croce

A Rionero in Vulture la “Via Crucis” o “ i s’bburch’ ( i sepolcri ), come popolarmente viene chiamata, preceduta il giovedì dalla rappresentazione dell’ultima cena, si svolge nelle mattina del sabato santo e a renderla particolarmente suggestiva contribuiscono i fedeli costumi d’epoca e le armature.

Barile
Barile

La processione che si snoda lungo le principali strade della città con, ad alcuni incroci la caduta del Cristo sotto il peso della croce, termina presso il giardino del Centro Sociale, ove, fra una gran folla tutta accalcata intorno, Gesù e i due ladroni vengono messi in croce. Straziante la scena del pianto disperato della Madonna ai piedi della croce e dopo la deposizione di Gesù.

Assai interessanti, con notevole richiamo di popolo, sono anche le sacre rappresentazioni con personaggi viventi ed in costume d’epoca, che si svolgono a Palazzo San Gervasio, a Forenza, a Maschito, a Filiano, a Rapolla, a Melfi, a San Fele, a Ruvo del Monte ed in altri piccoli centri dell’area nord delle Basilicata.

Vulture. Il Cannocchiale
Michele Traficante

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TESTIMONIANZE MANDATE AD ALTRITALIANI

Rionero in Vulture, Chiara Lostaglio (La Madonna), con Carmen Colangelo (La Maddalena) e Alex Zito (San Giovanni).
Rionero in Vulture, Chiara Lostaglio (La Madonna), con Carmen Colangelo (La Maddalena) e Alex Zito (San Giovanni).

Ogni anno la “storia” si srotola e le strade si riempiono di “Sacro”. Ogni dialetto tinge di suo l’Evento del mondo, strade differenti cullano il doloroso passo del Cristo …
In questo Sabato Santo (19 aprile 2014) a Rionero in Vulture qualcosa è cambiato. Certo, i costumi sono splendidi, la composizione della Via Crucis è ben fatta, con un giusto equilibrio, la banda musicale perfettamente integrata con il contesto, e le donne in nero piangenti, un vero colpo al cuore …
Ma ho visto e sentito, sotto un cielo plumbeo, il “Sacro” e quello non te lo insegna nessuno, e né può essere pura costruzione!

Ho rivisto (da lucana di origine) fra i molteplici personaggi, due ragazzi che ho avuto la gioia di dirigere; (in ordine di apparizione): Christian Strazza e Chiara Lostaglio. Li ho tenuti per ore sotto le mani (come si dice in gergo teatrale) per la preparazione di uno spettacolo qualche anno fo, ma giuro che i miei occhi sono tornati più volte sui loro visi per riconoscere i loro tratti. E’ vero, il dolore trasfigura, ma la finzione non può farlo mai così profondamente. I loro volti, i loro corpi, il loro sguardo, i loro micro movimenti hanno compiuto il miracolo di cancellarli come Chiara e Christian, per farli rinascere come “Madonna” e “Gesù con la croce”.

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Rionero in Vulture, Christian Strazza (Il Cristo), Chiara Lostaglio (La Madonna), Carmen Colangelo (La Maddalena), Alex Zito (San Giovanni).
Rionero in Vulture, Christian Strazza (Il Cristo), Chiara Lostaglio (La Madonna), Carmen Colangelo (La Maddalena), Alex Zito (San Giovanni).

Davanti ai nostri occhi la storia si è reincarnata, e tutti noi spettatori siamo stati trasportati nel cuore profondo della nostra fede, specie con la drammatizzazione nell’epilogo, sul Golgota. Un plauso va dunque a quanti organizzano con passione, a Rionero e in Basilicata, momenti che perpetuano il Mistero della Croce, legando, laddove è possibile, segni della tradizione popolare a momenti artistici.

Giusi Zaccagnini (regista e attrice, Roma)

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Siamo venuti a visitare il Vulture durante le festività pasquali, ed abbiamo assistito alle secolari processioni del Venerdì Santo a Barile e a quella di Rionero in Vulture, che, ci dicono amici del posto, sia una tradizione secolare. Ci ha molto colpito il senso di religiosità espresso da tutta l’intera comunità.

Quanto ai personaggi, quelli di Barile ci sono sembrati molto autentici, una Via Crucis arcaica e più povera. Nella Via Crucis di Rionero ci ha molto colpito la numerosa presenza delle figure della Passione, erano di tutte le età, ben articolate e molto partecipi. La scena finale della crocefissione e del pianto dell’Addolorata ci ha molto toccati ed emozionati: gli interpreti ci hanno offerto una prova di forte religiosità.
Nel pomeriggio abbiamo poi visitato anche l’Abbazia di San Michele Arcangelo e Monticchio, e il Museo di storia naturale: nonostante le non buone condizioni del tempo, abbiamo avuto una impressione notevole, specie intorno ai Laghi vulcanici. Il museo è straordinario. Ne visitiamo diversi in tutta Italia e ci sembra che questo dell’Abbazia sia di una importanza didattica considerevole. Una gentile signora ci ha accompagnato nella visita guidata. Credo che altrove, per visitare un museo così interessante avremmo pagato una bella cifra per l’ingresso.
Un posto da consigliare, anche per l’accoglienza e per il vino buono.

Arianna Zordan (Vicenza)
Rocco Rossano (Matera)

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