Le persone e il “Capitale umano”.

Il recente film di Virzi: « Il capitale umano » è lo spunto per capire se e come si puo’ essere ottimisti sul prossimo futuro italiano. In un paese dove il merito continua a non valere e i vincitori sono sempre gli stessi. E allora si tratta di mettere in discussione la propria vita, le scelte e finanche un modello di società che è sempre meno autentico e più disumano.

Questo è il momento in cui la superficialità fa il suo show con i suoi luoghi comuni:
 »Non sputare sul piatto dove mangi! », “bisogna essere ottimisti a tutti i costi” e altre banalità. Anche se il lavoro che fai non ti piace, anche se non c’è nessun grado di civiltà lì fuori, anche se la vita non ti ha restituito nemmeno un grammo di quello che tu hai dato perché a vincere sono sempre gli stessi. Ammettere che le cose non vanno non è pessimismo, anzi, io penso esattamente il contrario.

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La verità è che ci vuole coraggio e coscienza a guardare il mondo con i suoi errori e ingiustizie. Ci vuole volontà e non contemplare l’opzione della stanchezza emotiva per decidere di raccontare quello che non ci piace, per prima a noi stessi e poi altri. Ma mi sento dire: “Devi essere positiva, devi crederci, dai…non fare così”. Ma così come? Sarà che ci si stanca di più a non essere capiti? A non intrattenere rapporti di empatia e dialoghi costruttivi dove si può ribaltare il mondo? Io per prima ci credo: a un gruppo di poeti, di ricercatori, di scrittori, di musicisti, di scienziati, di pittori che cambiano la società in cui vivono. Io per prima ci credo che le cose possano cambiare se noi per prima mettiamo in discussione la nostra vita, le nostre giornate banali, i nostri acquisti banali, le nostre chiacchierate banali. Io per prima ci credo se ho studiato “Lettere e Cinema”. Io per prima ci credo se sto scrivendo quello che sto scrivendo.

In Brianza hanno manifestato contro Virzì che con il film “Il Capitale Umano” analizza la situazione italiana. Toccando punti salienti della nostra società, ha polemizzato contro chi ha distrutto questo paese. E i cittadini della Brianza si sono offesi perché si è parlato di quello che hanno fatto gli imprenditori milanesi. Invece di indignarsi per film come “Vacanze di Natale” e per chi scrive sceneggiature-spazzatura che annebbiano la ragione, che non fanno pensare, che mostrano ancora la donna come carne e merce, loro hanno pensato bene di prendersela contro chi si è permesso di dire che l’essere umano non può essere considerato un capitale umano.
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Anch’io come Virzì mi permetto così di dire che in questo paese non va proprio niente e mi dispiace se sono pessimista e non mi viene da sorridere come solo le veline sanno fare; mi dispiace se critico ogni cosa. Mi dispiace dire che in questa Italia ce la fa solo chi ha potere e soldi, mentre un lavapiatti con la laurea non vale niente, anzi vale un capitale umano di pochi euro. Mi spiace se disfo il vostro ottimismo senza ragione, se la vostra pigrizia morale e intellettuale è tanta a tal punto da non voler sputare sul piatto dove mangiate e che vi accontentate di quel piatto anche se ve lo offre un mafioso o un imprenditore senza scrupoli verso i lavoratori. Mi dispiace accendere una piccola luce dentro la vostra testa, ma sono io a credere davvero nel cambiamento, a sperare che uno come Alfano non venga votato da voi che credete davvero nei diritti civili.

Ribadisco il concetto: essere ottimisti non significa sperare che le cose cambino restando in poltrona a guardare Il Peccato e la Vergogna, significa gridare ogni giorno cosa non va con coraggio e dare un senso pieno alla propria vita.

Emanuela Desiati

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Emanuela De Siati
Emanuela De Siati, nata a Mazara del Vallo in Sicilia nel 1980. Ha una laurea in Storia e Critica del Cinema e una magistrale in Italianistica presso l'univesità di Bologna dove vive. Scrive e disegna per alcune riviste e siti on line. Cura due blog personali : http://emanueladesiatidisegni.blogspot.it/ e emanueladesiati.wordpress.com

2 Commentaires

  1. Le persone e il “Capitale umano”.
    Ho vissuto 28 anni in quella città. Il giornale di quella città si chiama Prealpina, il quotidiano più volte citato nel film di Virzì. Virzì ha fatto un lavoro onesto e sottile che svela « La banalità del male » che si nasconde in quella città. La Lega Nord, come accadde per il nazismo, non nasce dal nulla. Nasce da una cultura che ha eliminato l’umano. Nasce da un cancro culturale che ha fatto della realtà umana una « robba » direbbe Mastro Don Gesualdo. Una società in cui i danè sono in cima alla piramide dei valori. Gli squallidi personaggi del film di Virzì sono purtroppo reali ed esistenti.
    Il suo merito è quello di aver saputo incastonare in quell’orrore alcuni personaggi (la psicologa e la ragazza) capaci di riscattare il genere umano e di dare speranza.

    Ringrazio Emanuela Desiati per l’articolo

    GianCarlo Zanon

  2. Le persone e il “Capitale umano”.
    E’ vero. Sono anche io una di quelle persone ‘ottimiste’ che si ostinano a dire chiaramente ogni giorno che tante cose non vanno bene, che è stancante dover vivere un quotidiano in cui si deve combattere anche solo per poter raggiungere la sede di lavoro servendosi del Servizio pubblico (se non si possiede un’auto), che non è sicura di potere pagare l’affitto se non verrà prorogato il contratto. Ma sono anche costretta a guardare condizioni di vita ben peggiori delle mie, di persone che da mesi (anche parecchi) non hanno più lavoro, che combattono una battaglia quotidiana più difficile e disperata. Non si tratta di luoghi comuni. La vera tristezza sta nel doversi accontentare del male minore, anzi dell’assurdità minore.

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