Pietro Bellotti, un altro Canaletto che scelse la Francia per anni.

A Ca’ Rezzonico, l’antico nobile palazzo nel sestiere di Dorsoduro che ospita il Museo del Settecento veneziano, si è inaugurata il 7 dicembre scorso la prima di una serie di mostre che saranno dedicate agli Archivi del vedutismo, cioè a coloro che sono stati i protagonisti meno noti rispetto ad altri più famosi di uno dei generi più amati della pittura del XVIII secolo, il vedutismo appunto.

Poiché tale corrente ebbe origine a Venezia, con pittori e disegnatori che la immortalarono nelle loro tele, dando così vita a riproduzioni di paesaggi naturali e di fantasia (i cosiddetti “capricci”), è allora naturale che questa rassegna si svolga nella sua città “natale”, in uno dei palazzi sul Canal Grande che rappresenta l’apice del secolo d’oro dell’arte veneziana.

Ad aprire questa rassegna è Pietro Bellotti, nato a Venezia nel 1725 da Lorenzo Bellotto e Fiorenza Canal, ultimo di cinque figli, fratello del conosciuto Bernardo Bellotto (Venezia 1721 – Varsavia 1780) ed entrambi nipoti di Antonio Canal, il celebre Canaletto. Seguendo le orme del fratello, Pietro entrerà a lavorare nella bottega dello zio Canaletto, all’ombra del quale muoverà i primi passi dell’apprendimento dell’arte. L’uso del plurale nel cognome Bellotti da parte di Pietro sottolineava l’appartenenza ad una stirpe – quindi dei Bellotti o de’ Bellotti. Come Canaletto, che a volte si firmava “da Canal”.

L’Isola di San Cristoforo e San Michele dalle Fondamenta Nuove - Ginevra, collezione privata

Se Bernardo dimostrerà un talento precoce e naturale all’arte del vedutismo – grazie all’apprendimento della “mano” dello zio – che lo porterà ad essere iscritto fin da giovane nell’importante “Fraglia dei Pittori”, la congregazione degli Artisti più importanti, Pietro invece a sedici anni entrerà come apprendista a lavorare nella bottega di Bernardo dietro pagamento di una cospicua somma di denaro. Insieme alla madre, Pietro andrà per qualche tempo a vivere nella casa del fratello, che intanto si era sposato. A causa però di alcune incomprensioni, egli abbandonerà la casa di Bernardo in cerca di fortuna lontano da Venezia. Ben presto anche lo zio Canaletto partirà per l’Inghilterra dove proseguirà la sua fortuna grazie ai suoi numerosi estimatori. Bernardo invece, nel 1747, a soli ventisei anni, verrà invitato dall’Elettore di Sassonia Augusto III a trasferirsi a Dresda. Qui otterrà subito fama e successo, anche a livello europeo oltre che il ruolo di pittore di corte. Nel 1758 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria lo chiamerà a Vienna. Tre anni dopo sarà a Monaco di Baviera: dopo cinque anni tornerà a Dresda, dove nel 1764 entrerà a far parte dell’Accademia.

Pietro invece nel 1746 si trasferirà a Genova, dove incontrerà la sua futura moglie, Francoise Lacombe. Per tutta la seconda metà del secolo egli è documentato in Francia. Vivrà a Tolosa, città dove si stabilirà con la famiglia, e dove sarà il centro della sua attività. Per avere successo con le sue tele di paesaggi e di capricci, molto in voga all’epoca, egli sfrutterà la sua appartenenza alla famiglia Canaletto e la fama dello zio, facendosi chiamare “le Sieur Canalety” o “Pietro Bellotti di Caneletty”. Sarà poi a Nantes (1755,1768), a Besançon (1761) a Lille (1778-1779), e naturalmente a Parigi in più occasioni, per la prima volta nel 1754-1755 dove ebbe fama e soprattutto benessere economico grazie a uno strumento da lui realizzato: l’Optique. Con questa invenzione chiamata anche “pantascopio” o “mondo novo”, una sorta di lanterna retroilluminata, egli girava per le piazze e per le fiere a mostrare le immagini da lui dipinte su telaietti delle più famose città europee. In tal modo la gente, pagando poche monete, poteva visitare altri luoghi, un mondo nuovo da sembrare più vicino in epoca illuministica. A Ca’ Rezzonico si può ammirare l’affresco di Giandomenico Tiepolo che raffigura un gruppo di persone, ritratte di spalle, raccolte ad osservare questo strumento prodigioso (nascosto però allo sguardo dell’osservatore dell’opera).

Dresda : il ponte di Augusto dalla riva destra dell’Elba - Londra, Rafael Valls Ltd.

Negli anni ’60 del ‘700 troviamo Pietro in Inghilterra ad inseguire la fama di suo zio Canaletto. Dopo quattro anni di successi e di esperienze, egli ritornerà in Francia, dopo la Rivoluzione Francese, dove proseguirà la sua attività affiancato dal figlio Andrè. Sulla data della sua morte il contemporaneo Jean-Paul Lucas, nel 1805 lo ricorderà “morto da poco tempo in Francia”.

Nella mostra, curata da Charles Beddington, Alberto Craievich e Domenico Crivellari sono riuniti per la prima volta quarantatré dipinti provenienti da collezioni private europee e statunitensi, che ricostruiscono il percorso artistico di Bellotti. Si possono così ammirare le vedute veneziane (la Piazza San Marco con la Basilica e il campanile, la Salute con la veduta del Bacino) che si accostano per i dettagli ai dipinti tradizionali del Canaletto, senza però quella profondità e quel colore che contraddistinguono le opere del secondo. Interessanti sono i “capricci” architettonici elaborati secondo la moda dell’epoca, e le vedute delle principali città europee (come il dipinto “Dresda: il ponte di Augusto dalla riva destra dell’Elba”, o “Il cortile del Royal Exchange a Londra”). Restano comunque delle opere molto interessanti perché sono come delle nitide fotografie dove l’osservatore si può soffermare sui particolari che illustrano alcuni momenti di un secolo irripetibile. La mostra resterà aperta fino al 28 aprile 2014. Il catalogo è edito da Scripta Edizioni.

Andrea Curcione

VEDI SOTTO IL PORTFOLIO DI 14 OPERE DELLA MOSTRA DI VENEZIA CLICCANDO SULLA PRIMA IMMAGINE

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INFORMAZIONI:

http://carezzonico.visitmuve.it/
info@fmcvenezia.it

Archivi del vedutismo 1
Pietro Bellotti, un altro Canaletto
dal 7 dicembre 2013 al 28 Aprile 2014

Ca’ Rezzonico, – Museo del Settecento veneziano
Dorsoduro 3136 – Venezia

ORARI

Fino al 31 marzo 10.00 – 17.00 (biglietteria 10.00 – 16.00)
Dal 1 aprile 10.00 – 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.00)
Chiuso martedì, 25 dicembre, 1 gennaio

call center 848082000 (dall’Italia)
+3904142730892 (dall’estero)

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Andrea Curcione
Andrea Curcione è nato e risiede a Venezia dal 1964. Laureato in Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia, ama i libri, la scrittura, la fotografia e il disegno. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni racconti e romanzi noir di ambientazione veneziana. Si occupa soprattutto di critica cinematografica, ma per Altritaliani scrive anche di avvenimenti culturali e mostre di particolare interesse che si inaugurano nella città lagunare.

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