Modelle ciociare nell’arte: “Le due sorelle », un’opera di Rodin.

E’ andato in vendita un disegno di Rodin intitolato, da lui stesso, “le due sorelle” (Les deux soeurs). Uno delle molte migliaia di disegni da lui realizzati. In effetti i disegni, che in verità erano degli abbozzi, delle sfumature, dei primi getti, l’artista li realizzava quasi senza guardare il foglio su cui tracciava le linee, tutto immerso nella contemplazione e nello studio delle movenze della modella o delle modelle che deambulavano nello studio davanti a lui. Ogni movimento, ogni angolazione, ogni posa, ogni particolare veniva, da lui, scrupolosamente studiato e valutato e quindi ripreso e messo su carta: ecco perché la sua opera è così immensamente varia e irripetibile, perché alla base vi era siffatto meticoloso e minuzioso studio e ricerca delle forme e delle possibilità del corpo umano: non era, in sostanza, la figura di per sé rilevante bensì la movenza, il gesto, una posa specifica e, tutto, senza ostentazione o artificio.

Le due sorelle (Les deux soeurs) di Auguste Rodin, dis. 28x22,5 cm. Venduto da Hampel, Monaco di Baviera.

Quindi ecco perché, arrivato alla piena maturità artistica, la sua “visione-immagine” di un’opera d’arte si arricchì di nuove espressività e soluzioni, uscendo dagli schemi tradizionali e divenendo così individuale e personale: cresciuto ammaestrandosi all’opera dell’amato Michelangelo, allora anche la sua scultura iniziò ad assumere fisionomie nuove. Figure senza un braccio, senza la testa, senza le gambe, mutilate, monche, ecc. fino ad arrivare, verso la fine della sua vita, all’assolutezza e all’astrazione totali: le sculture divennero le sole due mani: il resto bisognava immaginarlo e dedurlo! Tutto quanto sopra per rammentare che per Rodin il modello era l’opera d’arte, la sua creazione era il modello: la forza della ispirazione scaturiente dal modello in posa davanti a lui equivaleva all’opera medesima finita. Come per Corot, per Degas, per Picasso, Matisse, l’opera d’arte era il modello.

E i modelli e le modelle più determinanti e altresì più amati e vicini all’artista furono tutti ciociari e tutti della Valcomino, questo crogiolo e coagulo di fatti storici eccezionali totalmente incompreso, sconosciuto e maltrattato (ndr la Ciociaria è una regione immediatamente a Sud di Roma).

Volto di Anna Abbruzzese in un suo biglietto da visita.

A partire dal 1887-88, Anna Abbruzzese inizia a frequentare lo studio di Rodin: ha quattordici-quindici anni, già splendidamente formata, bruna, dal corpo turgido e pieno. Un giornalista qualche anno più tardi così la descrive: “d’une beauté et d’une grâce parfaites”. E noi non possiamo aggiungere altro. La data del suo ingresso nello studio dell’artista è questa in quanto è lei che Rodin illustra in una preziosa edizione di ‘Les Fleurs du Mal’ di Baudelaire da lui curata. E la posizione delle sue braccia e del suo capo che ammiriamo in questo libro, Anna le riproporrà nel suo primo biglietto da visita quando, un paio d’anni dopo, renderà ufficiale la sua professione di modella di artista. Da questa data e fino al 1917, anno di morte dell’artista, sappiamo che l’umile creatura di Gallinaro e il grande scultore di fama mondiale si sono frequentati e visti e scritti quasi settimanalmente, e ciò per trent’anni sebbene lo studio di Rodin fosse divenuto una vera e propria industria artistica e i suoi impegni giornalieri infiniti. Anna ha posato per “la toletta o nascita di Venere”, per “le due Cibele” e per altro ancora. Per la cronaca: nell’indice dei nomi al sito internet del Museo Rodin, Anna non esiste, ancora oggi.

Anna, modella di La toletta di Venere di Rodin

La sorella Adele, dalle movenze feline, quasi ‘selvagge’ come disse l’artista, dal corpo anche lei scultoreo, rossa di capelli, inizia a frequentare lo studio di Rodin verso il 1890-91, anche lei a quindici-sedici anni. E con lei l’artista realizzerà opere d’arte che fanno la gioia e l’ammirazione dei visitatori dei musei di tutto il mondo: “La Femme accroupie”, “Iris”, “Le Torse d’Adèle”, “La Cariatide tombée” e tanto altro.

Adele e Anna, le due sorelle, che l’artista amava veder camminare e muoversi nello studio e dalle quali, ma specie da Adele, riusciva ad ottenere di assistere alle movenze e posizioni le più originali e anche difficili e impossibili. Due sorelle che risvegliarono e soprattutto stimolarono nell’artista il bisogno, divenuto necessità, di fotografare e di cristallizzare a mezzo di disegni all’impronta e immediati, tutti quei movimenti e posizioni e atteggiamenti così variegati e fondamentali.

Centinaia sono dunque i disegni che ritraggono e fissano sulla carta le loro movenze e i loro corpi e le loro chiome e non pochi sono perfino riconoscibilissimi: Anna dal corpo turgido e pieno e dalle chiome nere e Adele altrettanto formosa ma più nervosa e scattante e dalle chiome ramate.

È a lei che l’artista pensava ed è lei che aveva in mente quando la descriveva quale una ‘pantera’, al suo biografo alcuni anni dopo.

Eppure tra i diecimila e passa disegni registrati di Rodin, in nemmeno uno di essi è stata individuata dagli studiosi, nemmeno in occasione della ultima mostra monografica! Ma questo è un altro argomento.

Il Museo Rodin, da parte sua, continua a ignorare il ruolo decisivo e determinante delle modelle e dei modelli ciociari nel corpus artistico dell’artista nonché l’affetto e la simpatia che unì il maestro a quelli nel corso della sua esistenza.

Volto di Adele da un quadro di G. Stevens.

D’altro canto sia l’Italia, ma soprattutto la Ciociaria affetta da cementite e asfaltite croniche non valorizzano l’autentico e vero giacimento prezioso! Cioè trascurano la valorizzazione e la divulgazione di siffatta realtà storicizzata e concreta, dei modelli d’artista che la nostra terra ha donato al Maestro. Si consideri il grande interesse che potrebbe nascere negli osservatori de “La femme accroupie” o di “Carmelina” o di “San Giovanni Battista” o di “La Dame en bleu” o di “Agostina” o del Ragazzo dal panciotto rosso o di “Lorette à la tasse de café”, se essi apprendessero anche dove, in quale paese, in quale contesto storico, l’artista aveva scelto le sue modelle e i suoi modelli: si può essere certi che ogni giorno, qualcuno anche dalle parti più inimmaginabili del pianeta, verrebbe trepidante e anelante a Picinisco o a Gallinaro o ad Atina o a Casalattico o a Villalatina o ad Alvito a scoprire da vicino, e a gustarne l’atmosfera, il luogo dove erano nati quella modella o quel modello che così tanto hanno ispirato e commosso il Maestro.

Hanno venduto, dicevo, in Germania un rarissimo disegno di Rodin da lui stesso intitolato ‘le due sorelle’. E anche se si tenesse a mente la sola realtà documentaria disponibile e conosciuta più sopra brevemente ricordata, senza dunque nemmeno una verifica puntuale dei corpi e dei volti, sapremmo che si può trattare solo ed unicamente di Anna e di Adele, “les deux soeurs Abbruzezzi” come le definiva l’artista. E il raffronto dei sembianti e dei corpi splendidi lo confermano senza dubbio alcuno. Il disegno misura 28×22,5cm.

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Chi segue i nostri interventi o ha letto o avuto in mano il libro ”Modelle e modelli ciociari nell’arte europea » apprenderà o ricorderà con sbalordimento e gratificazione massima che un altro gigante dell’arte europea del Novecento, Matisse, ha dipinto un quadro dal titolo “Les Trois Soeurs”, visibile al Museo dell’Orangerie a Parigi, che illustra tre sorelle modelle di artista, passate alla eternità, anche esse ciociare della Valcomino.

Michele Santulli

(20-12-2013)

P.S. Per saperne di più sull’importanza dei modelli ciociari nella storia dell’arte, vi facciamo presenti questi due articoli pubblicati su Altritaliani.net :

Modelle e modelli ciociari nella storia dell’arte europea

Il costume ciociaro nell’arte europea del 1800

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Michele Santulli
Michele Santulli è ciociaro di Atina in Valcomino. Già insegnante nelle scuole superiori e ternato in Germanistica alla Università di Pisa, poi, lasciata la scuola, antiquario per molti anni in Cassino. Data l’età in affannosa attività a raccogliere le sue deduzioni ed osservazioni su certi aspetti e realtà eccezionali eppur sconosciuti partiti dalla Terra di Ciociaria e che marcano e contrassegnano la storia artistica e sociale dell’Europa Occidentale. Dello stesso autore: -CIOCIARIA SCONOSCIUTA. Costume. Pittura del 1800. Notizie storiche. Civiltà. Veroli, 2002. -IL COSTUME CIOCIARO nell’arte europea del 1800. Isola del Liri, 2009 (https://altritaliani.net/article-il-costume-ciociaro-nell-arte/) -MODELLE E MODELLI CIOCIARI nell’arte europea a Roma, Parigi, a Londra 1800-1900. Isola del Liri, 2012 (https://altritaliani.net/article-modelle-e-modelli-ciociari-nella/) -ORGOGLIO CIOCIARO/CIOCIARIA PRIDE. Isola del Liri 2015

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